martedì, febbraio 05, 2013
NON CI CASCHIAMO PIU'
La campagna elettorale sta entrando nel vivo
e i vari leader (anche i leaderini) sono pronti a prometterci tutto e il
contrario di tutto; io spero – anzi sono certo – che nessuno di noi ci crede più. Non prendiamo per oro colato
quello che scende dalla bocca dei politici e quindi non sceglieremo in base alle promesse ma sulla scorta di altri
fattori che ognuno di noi decide di mettere in testa alle scelte.
Perché dico che non ci caschiamo e non
crediamo alle promesse che i politici fanno in questo periodo? Semplice, perché
abbiamo una sfilata di cose che sono state approvate dai referendum – cioè
dalla maggioranza del popolo italiano .- e che poi i signori politici con un
marchingegno o con una “contro leggina” hanno vanificato.
Sono certo che le ricordate tutte, ma a
scanso di equivoci voglio ricordarvele qualcuna: siamo nel 1987 e l’80% degli
italiani si espresse a favore della responsabilità civile dei giudici, ma ci
pensò il Parlamento a vanificarne l’esito.
Andiamo avanti: nel 1993 il 91% dei votanti
abrogò il finanziamento pubblico ai partiti; sul come la norma sia stata
rabberciata e in pratica vanificata, ne fa fede il caso Lusi, quello della
famiglia Bossi, quello del signor Fiorito e potrei continuare con altri casi
che si sono susseguiti e che, se il referendum fosse stato applicato alla
lettera, non ci sarebbero stati.
E arriviamo così al 1995: forse molti di voi
non lo ricordano, ma in quell’anno un referendum apposito, decretò la
privatizzazione della RAI con il 54% dei votanti che si espresse in questo
modo; non è difficile affermare che a tutt’oggi questa privatizzazione non è
avvenuta, ma non è neppure stata minimamente presa in considerazione.
E veniamo a tempi più vicini: nel giugno
2011, milioni di italiano stabilirono che “l’acqua è un bene pubblico”,
abolendo così la quota del 7% riservata ai profitti; un anno e mezzo dopo, non
solo dalle nostre bollette non è stato tolto un bel niente, ma è notizia di
questi giorni che prestissimo queste aumenteranno del 6%.
Comunque, il referendum è inaffidabile per
“realtà storica”: non dimentichiamoci che in quello più importante che si è
tenuto a Gerusalemme un po’ meno di 2000 anni fa, tra i due “concorrenti” –
Gesù e Barabba – vinse largamente il secondo e infatti il primo venne
crocifisso.
Ma veniamo alle “promesse” fatte dai nostri
politici che durano solo il tempo della campagna elettorale: il primo è stato
Berlusconi che ha addirittura calendarizzato i “suoi” CdM (se vince, cosa assai
improbabile): nel primo varerà la norma che abolisce l’IMU, poi nel secondo
abolirà altro, e via di questo passo.
Il nostro premier, quel prof. Monti che
pareva diverso dagli altri ma che si è mostrato assai simile a loro, ha
anch’esso calato la carta dell’IMU, dicendo che aumenterà la quota detraibile,
in modo che ai bassi redditi catastali la tassa sarà molto esigua; l’anno dopo,
2014, passerà alla revisione dell’ISPEF e ad altre tasse che saranno riviste.
Bersani mi è sembrato il più serio di tutti:
non ha fatto promesse specifiche ma ha
detto che il nuovo Governo dovrà battersi per raggiungere una maggiore equità e
per aumentare il lavoro; va bene che è la solita aria fritta, ma almeno non ci
sono promesse specifiche.
Mi pare che sia stato Grillo a puntare il
dito sui militari e in particolare sul costosissimo nuovo aereo da
combattimento; la proposta avrà pochissime speranze di riuscita, ma non si sa
mai in questo pazzo Paese!!