lunedì, dicembre 03, 2012
LA SALUTE NON SI TOCCA
Il nostro premier, l’ineffabile professor Monti, lancia un sasso
in piccionaia: con questo ritmo di
“sopravvivenza”, il sistema sanitario nazionale, autentico fiore all’occhiello
a livello internazionale, potrebbe non farcela e quindi dover ricorrere a
immissioni di “finanziamenti dall’esterno”. Che avrà voluto dire?? Mah!
Se pensiamo che Lui probabilmente non ci sarà – o non ci dovrebbe
essere – nella nuova compagine governativa del 2013 c’è da chiederci il motivo
di questa uscita.
Io ricordo una cosa: la socialdemocrazia nordeuropea vinse varie
elezioni con lo slogan – mantenuto nella realtà – che lo Stato doveva assistere
il cittadino “dalla culla alla tomba”; forse sbagliavano ma comunque mi sembra
che questa impostazione stava ad indicare la predominanza della sanità pubblica
su altri interventi dello stato.
E quindi, modernizzando lo slogan sopra citato, possiamo dire
“toglieteci tutto ma non la salute” e quindi possiamo azzerare gi armamenti
(gli ultimi acquisti di aerei multi miliardari gridano ingiustizia), dimezzare
i parlamentari e comunque tutti quelli che “vivono di politica” e, in ultimo,
cancellare drasticamente i finanziamenti, di qualsiasi tipo, ai partiti che
devono decidersi a sostenersi solo con gli aiuti dei loro seguaci.
Che poi all’interno della sanità ci siano degli sprechi mostruosi è una
cosa che tutti conoscono; tutti sanno che una siringa (per esempio) viene
pagata dal sistema sanitario toscano 10 euro e da quello calabrese 100 euro e,
in qualche caso addirittura di più. Questo è uno dei problemi che i
supertecnici incaricati della “spending review” NON hanno risolto, in quanto si
solo limitati a tagliare il numero delle siringhe che si comprano in Toscana e
in Calabria, ad applicare cioè il principio dei “tagli lineari”; vi sembra
logico, ma soprattutto vi sembra socialmente accettabile?? E come lo
giustificano i superman che si sono occupati della sistemazione delle storture
che si sono create in Italia.
Ma torniamo a quello che si potrebbe – anzi si dovrebbe – tagliare in
maniera netta; mi sapete dire il motivo per cui il nostro esercito debba essere
così fortemente sostenuto? Forse che abbiamo paura che qualcuno ci faccia la
guerra? O vogliamo fare noi la guerra a qualcuno?
Poiché siamo costretti ad ammettere che si risponde di no a entrambe le
domande, ci dobbiamo chiedere il motivo per cui continuiamo a tenere un
esercito abbastanza numeroso e molto tecnologico, fitto di generali super
gallonati e di alti ufficiali che si fregiano della loro potenza, indotta da
quella dello Stato che rappresentano.
Passiamo adesso alle altre opzioni di tagli che dovrebbero sostituire
gli interventi paventati sulla sanità: in concreto si tratta di dimezzare i
parlamentari e comunque coloro che “vivono di politica” sia al centro che in
periferia e di cancellare totalmente i finanziamenti ai partiti.
Questi due tagli drastici, dovrebbero essere eseguiti senza guardare in
faccia a nessuno e tenendo presente che se dobbiamo fare tagli, la sanità
arriva all’ultimo posto dei comparti da toccare.
Certo che se guardiamo il trand dell’attuale governo, vediamo che per le
riduzioni dell’intervento pubblico su sanità e scuola si potrebbe immaginare un
futuro in cui la mano privata riprenda il sopravvento in questi settori nevralgici
del nostro Paese. E dato che i “privati” di questi settori sono tutti amici
“intimi” degli attuali governanti, si potrebbero pensare a interessi
inconfessabili; so bene che a pensare male di fa peccato, ma – come dice
Andreotti – ci si indovina quasi sempre.