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domenica, novembre 04, 2012

"TRAGICA" E SIMPATICA NOTIZIA 



Cominciamo con quella “tragica”; gli appassionati della TV e in particolare dei serial degli anni ’80, saranno in lutto stretto, dato che Mediaset ha deciso la cancellazione dal palinsesto di Canale 5 del telefilm cult “Dallas”; all’origine della decisione stanno ovviamente gli ascolti, troppo bassi per essere remunerativi attraverso la pubblicità.
Infatti, dopo due settimane di messa in onda del serial in “prima serata”, i risultati si commentano da soli: al primo appuntamento circa 2,5/milioni di telespettatori (8,52% di share), i quali sono scesi a 1.705/mila nella seconda messa in onda (5,72% di share).
Possiamo dire che gli anni si sentono per tutti ed anche J.R e Bobby non fanno eccezione a questa regola e per tutti i protagonisti del serial non è bastato il bisturi e qualche fiala di botulino unitamente ad una campagna mediatica e pubblicitaria decisamente colossale; evidentemente i petroldollari non incantano più; o meglio, se ne vedono a bizzeffe per la strada di J.R. e compagnia bella.
Eppure, sarà bene ricordare che il telefilm in questione ha rappresentato negli anni ottanta la prima vera sfida di una televisione privata alla RAI e la vittoria del privato sul pubblico; possiamo anche aggiungere che gli altri serial attualmente in onda, costano molto meno della faraonica serie hollywoodiana e quindi hanno anche meno responsabilità di target di ascolti.
Intanto, è bene dire che probabilmente il nuovo “Dallas”, con il 79enne Larry Hagman nei panni di J.R.,. andrà in video su qualche altra rete del biscione (Rete 4 o La 5), ma è chiaro che il tonfo si è sentito e non c’è niente da fare: quel genere di spettacolo non fa più il pieno di ascolti; ecco la buona notizia; quella cattiva è che sarà sostituito da altri spettacoli altrettanto scemi.
Una simpatica  notizia è invece quella che a Torino si è tenuta la “Settimana dell’Aforisma” alla quale hanno partecipato 14/mila aforismi; a quei pochi che non lo conoscono, dirò subito che l’aforisma  è, secondo il Devoto-Oli, “una massima, una sentenza, una definizione che in brevi e succose parole riassume e racchiude il risultato di precedenti considerazioni, osservazioni ed esperienze”; detto molto per inciso, anche io – in un modesto libercolo di poesie – ho dedicato un paio di pagine agli aforismi.
Questo modo di “pensare e scrivere in breve” è nato in Grecia e da lì si è sviluppato per il Mondo, trascinato dai grandi maestri pensatori dell’epoca; per esempio, diceva Platone che “non conosco una via infallibile per il successo ma soltanto una per l’insuccesso sicuro: volere accontentare tutti”.
Con tali maestri è chiaro che il genere ha avuto successo ed ha costretto molte penne illustri a cimentarsi nel “breve”; Maria Luisa Spaziani ne ha due entrambi micidiali: “mi sentirei di lodarlo se potessi fare il suo elogio funebre”  e “Farmi ibernare? Farmi cremare? Nemmeno morta!”
Anche la situazione dei “ladroni di Stato” è stata oggetto di un aforisma e, ovviamente, il suo protagonista è l’inquisito principe della situazione: “”Fiorito passa la sua prima notte in carcere, ma sulla nota spese segnerà un 5 stelle”.
Sarà per il mio amore per il cinema, sarà per la sua innata simpatia, ma se dovessi votare un aforisma indicherei quello di Woody Allen: “il sesso è come giocare a bridge…se non hai un buon partner spera almeno in  una buona mano”. Geniale!!
Data la crisi che attraversa l’editoria tradizionale, Twitter è diventato l’erede naturale degli afortismi e può esserne considerata la versione moderna del genere.

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