venerdì, novembre 30, 2012
OFFERTE ALLA CHIESA
Il sacrestano che impugna la cassettina tintinnante e fa il giro della
chiesa chiedendo ai fedeli l’obolo! Quanti film ci hanno immortalato questa
immagine e quante cose sono state dette in proposito.
Adesso, con l’obolo sempre più in discesa, un vescovo dell’Italia
centrale, ha lanciato un “richiamo-rimprovero” ai sacerdoti, accusandoli di non
impegnarsi abbastanza per incentivare le offerte dei fedeli per il
sostentamento dei sacerdoti.
Sarà anche qui colpa della crisi – e come potrebbe essere il contrario?
– ma la partecipazione ecclesiale ed in particolare le offerte dei fedeli
diminuiscono parecchio: nel 2000 (ma siamo nel giurassico!) ammontavano a poco
più di 20/milioni di euro, mentre 10 anni dopo sono scese a 14 (meno 20%) e il
trend continua a calare.
Riporto alcune motivazioni che
il porporato sembrerebbe indicare: “i discorsi contro la Chiesa” quale causa
preminente, oltre all’affermazione che “i politici di turno stanno per vendere
l’attuale sistema di sostegno alla Chiesa per un pugno di voti” e conclude ricordando
il dovere che i cristiani hanno di provvedere alle necessità dei sacerdoti.
Vediamo come si comportano alcuni Paesi europei sullo stesso problema:
in Germania i fedeli – per legge – devono aiutare la propria Chiesa con una
sorta di “tassa sulla religione”; in Inghilterra non esiste un finanziamento
statale e le esigenze vengono garantite da donazione di fedeli tramite I
“Church Commissioners”; nell’Europa del Nord – dove le varie confessioni
protestanti sono riconosciute come Chiesa ufficiale, lo Stato mantiene il
personale ecclesiastico e i servizi di assistenza religiosa nelle strutture
pubbliche; solo in Danimarca ci sono delle apposite tasse ecclesiastiche;
infine, in Russia, nelle Chiese Ortodosse sono previsti finanziamenti statali
diretti ed indiretti, analogo sostegno diretto dello Stato avviene negli altri
Paesi dell’Est europeo.
E adesso scusate se la mia passione da vecchio cinefilo mi porta a
ricordare un film del 1968 - L’uomo
venuto dal Kremlino nei panni di Pietro – diretto dall’inglese Michael
Anderson; il film – forse per l’eccessiva lunghezza – non ha avuto successo in
Italia, ma a mio modo di vedere, presenta la Chiesa Cattolica sotto
un’ottica che contiene un punto di vista
particolarissimo.
L’opera narra la storia di un Vescovo russo che, a causa della sua
posizione, viene incarcerato dai comunisti stalinisti e confinato in Siberia;
al momento in cui il clima politico sovietico si modifica, anche di poco, il
Vescovo viene liberato e rientra a Roma, dove viene subito nominato Cardinale
dal Papa di turno che, dopo pochissimo tempo muore e quindi si apre il relativo
conclave per l’elezione di un nuovo Pontefice.
Il Vescovo che proviene dall’Unione Sovietica viene inopinatamente
eletto alla suprema cattedra di Pietro e in questa nuova altissima carica si
trova a sbrogliare un problema importantissimo per l’intera umanità: la Cina e la Russia vengono in conflitto
e la prima – in preda ad una grave carestia – afferma che getterà l’atomica se
non si troverà il modo di sfamare il popolo cinese; la risposta del Papa
avviene alla famosa finestra dei messaggi papali: “mi impegno a vendere tutti i
beni che la Chiesa
possiede, i palazzi, le tenute, i quadri e le altre opere d’arte possedute
dalla Chiesa e con il ricavato aiuterà il popolo cinese e non importa se così
facendo la Chiesa
si troverà a dover mendicare; solo dopo aver fatto questo, invocherò analogo
aiuto da parte di altri Paesi”
Non vi sembra un discorso rivoluzionario rispetto a quanto avviene al
giorno d’oggi?? A me sembra una posizione veramente “nuova” e interessante”.