martedì, ottobre 09, 2012
ZIBALDONE N.10
In questo autunno che ancora ci regala tempo
bello, vi voglio raccontare quattro storielle che mi hanno interessato e che
spero colpiscano anche voi.
LA PRIMA si riferisce al “grande” Pippo Baudo il
quale, in questo periodo in cui tutti inneggiano alla “rottamazione”, ha voluto
unire il proprio pensiero a quello di altri “giganti” sul tipo della Minetti e
della Zanicchi.
Il nostro eroe televisivo si è unito al coro
(stonato per la verità) ed ha ribadito che “è stufo dei vecchi in politica”;
peccato che forse si è scordato la propria situazione anagrafica e lavorativa
e, anche se “la vecchiaia” è un termine relativo, nel nostro caso abbiamo
alcuni dati inconfutabili: Pippo Baudo è nato nel 1936 e quindi ha 76 anni; è
in RAI dal 1959 e quindi compie 53 anni di appartenenza alla cara “mamma Rai”.
Forse, se c’è uno da rottamare potrebbe
essere proprio lui che, invece continua imperterrito ad apparire in video (al
momento su RAI 3.
LA SECONDA riguarda il caso Sallusti, condannato per diffamazione
per un articolo firmato da un altro ma pubblicato su un giornale che lui dirigeva;
la pena, in primo grado, è stata un’ammenda di 5.000 euro, portata, in appello,
a 14 mesi di galera (grosso modo quanto danno a un pirata della strada che
uccide alcuni passanti).
In Cassazione lo stesso PM chiede lo sconto
ma la corte conferma la pena e quindi, salvo improbabili ripensamenti, Sallusti
dovrebbe finire in galera per un “reato d’opinione”, cosa quanto mai indegna di
un paese civile.
Non sono amico di Sallusti, anzi non lo stimo
neppure e, aggiungo, mi è anche antipatico, ma “non condivido la tua opinione
ma darei la vita perché tu possa esprimerla”; lo disse Voltaire ma è ancora
valida!!
LA TERZA si riferisce ad un atto di cronaca accaduto
alcuni mesi fa a Torino: un’intera famiglia è travolta sulle strisce da un’auto
pirata e nel tragico incidente perde la vita un bambino di 7 anni; mentre
costui agonizzava sull’asfalto, alcuni ragazzetti che guardano incuriositi, si
accorgono che nella botta il padre del bambino ha perduto l’I-Phone; uno di
loro lo prende e se lo porta a casa; quando il padre si accorge del gesto del
figlio che fa? Gli consiglia di buttare via la sim “che se non ti
rintracciano”.
Scoperto grazie ad una segnalazione, il bravo
genitore ha patteggiato tre mesi per ricettazione; a propria scusante ha detto:
“mio figlio pensava che quell’uomo fosse morto”; è un piccolo evento, ma
testimonia del disfacimento morale che avvelena la vita di questo Paese, in cui
tutti sono pronti a tuonare contro l’immoralità degli “altri”, salvo
accomodarsi le proprie nefandezze.
LA QUARTA vede per protagonista un giovane baby-hacker
il quale è stato capace di falsificare on-line un voto da 3 a 9, mettendosi così nei guai
con la scuola; ma qui scatta la cosa che mi ha colpito: una azienda di
ingegneria web, ha contattato un avvocato per garantire assistenza legale al
giovane quando dovrà affrontare il Tribunale e, al tempo stesso, per offrirgli
una possibilità di lavoro.
Il responsabile dell’azienda ha detto: “non
discuto il reato, ma quel ragazzo sembra essere veramente in gamba e dobbiamo
dargli una possibilità”.
Per carità, sono il primo che plaude a coloro
che aiutano i giovani, ma teniamo presente che il maghetto del web è stato
rintracciato dalla scuola per un suo errore: a tradirlo è stato il voler strafare,
passando un voto da 3 a
9; la cosa ha insospettito i professori e il Preside; quindi oltre alla cultura
informatica, se avesse usato un po’ di cervello, forse sarebbe riuscito
nell’intento.