giovedì, ottobre 25, 2012
LE SCELTE DELLA POLITICA
Il concetto che scaturisce dal titolo di
questo post è stato da me abbondantemente usato in passato e sta a significare
che coloro che il popolo designa a guidare una Nazione hanno l’”obbligo” di
scegliere quale indirizzo dare alla vita della gente; naturalmente, se questa
stessa gente non approva questo modo di condurre la vita del Paese, alla prima
occasione vota per un’altra persona (che magari è peggio di lui, ma questo si
vede solo dopo).
Ma questo discorso mi porta ad un evento che
giorni fa si è tenuto a Milano, nella celebre Galleria Vittorio Emanuele, dove
oltre cinquemila persone erano in attesa di ricevere il panino che significava
la chiusura definitiva del “McDonald’s” che verrà sostituito da una delle tante
“griffe” di successo.
Quando chiude una struttura – specialmente
una “storica” come quella – è sempre un fatto melanconico e che induce a
qualche riflessione: i ragazzi che lo frequentavano dove andranno a farsi
“avvelenare”; non ce la faranno a pagare i soldi che chiedono i ristorantini
della zona per un piatto di spaghetti; ma dobbiamo chiederci anche il motivo
vero per cui il locale americano chiude i battenti.
I motivi sono due: il primo è che il
proprietario del fondo (il Comune) ha ricevuto offerte superiori per affittarlo
e quindi le stesse offerte sono state girate a McDonald’s che non le ha potute
pareggiare; il secondo motivo è quello che mi interessa di più: sia la destra
che la sinistra che hanno governato e governano la città (tra scandali di varia
natura) reputano inelegante il fast food nel salotto buono di Milano,
consacrato ormai alla qualità apicale della sua produzione culturale: le scarpe
e le borsette.
E allora torniamo alla scelta politica – non
dimentichiamo che il fondo è di proprietà pubblica – cioè alla decisione che
hanno preso dei signori che la gente di Milano ha eletto per fare l’interesse
della comunità.
La politica può decidere ciò che è meglio
dare ai ragazzi e può pensare che la
piazza possa essere luogo di mescolanza, non solo di turisti giapponesi o russi
in corsa per gli acquisti prima di rientrare in patria e che si ritrovano
mischiati ad altri stranieri (sud-americani o slavi) impegnati in lavori
domestici e intenti a rilassarsi con la bottiglietta di birra in mano.
Insomma, viene cacciata la clientela giovane
e giovanissima a beneficio di una certa mescolanza: il ricco e lo snob alla
caccia dell’ultimo grido della griffe e i poveri che si prendono una qualche
ricreazione dopo una giornata di schiavistico lavoro presso i bravi borghesi.
La politica è la scelta delle priorità e può
decidere che una libreria, per quanto possa pagare un affitto basso, sia più
utile alla comunità di un negozio di lusso mirato al commercio internazionale.
E in questo caso attua tutte le decisioni
utili a mettere in pratica questa decisione che, ripeto, non è commerciale o
semplicemente utilitaristica, ma eminentemente politica, nel senso più alto del
termine “polis”, cioè “governo del popolo”.
Quindi, mi viene chiaro affermare che queste
decisioni sono l’essenza della democrazia e quando non ci sono vuol dire che il
processo politica-democrazia è interrotto da qualche cosa che ne mina il
funzionamento; non voglio dire che siano le mazzette, la concussione, la
corruzione o altre malefatte che abbiamo
imparato dalla cronaca ma potrebbe darsi; magari questo non è il caso, ma
chissà!!
Intanto i ragazzi sono alla caccia dei panini
di McDonald’s.