mercoledì, ottobre 03, 2012
LA FILOSOFIA
Della parola “filosofia” vi do due
definizioni: la prima è quella che davano in modo sfottente agli studenti di
quella facoltà: “la filosofia è quella cosa per la quale e con la quale tutto
rimane tale e quale”; la seconda è quella “ufficiale” proveniente dal fido
Devoto-Oli “attività spirituale autonoma che interpreta e definisce i modi del
conoscere e dell’agire umano nell’ambito assoluto ed esclusivo del divenire
storico”.
Inoltre, quando si scende alla parola
“filosofo”, il dizionario ci fornisce due possibili definizioni, assai
dissimili l’una dall’altra: la prima lo definisce “persona di sperimentata
saggezza”, e la seconda come “vittima inconsapevole di astrazioni
inconcludenti” (insomma un mezzo scemo).
Ma perché inizio questo mio post parlando di
filosofia? Perché in un Comune toscano di piccola-media grandezza (17/mila
abitanti), il Sindaco ha messo a disposizione dei cittadini nientepopodimenoche
“un filosofo”, una persona cioè a cui rivolgersi per “affrontare con maggiore
consapevolezza i problemi e le difficoltà di questi giorni”.
Prima di affrontare la discussione
sull’immissione di questo personaggio nell’amministrazione comunale, diciamo
subito che è da escludere che questo professionista sia parente stretto del
Sindaco, altrimenti è inutile parlarci sopra; saremmo in presenza del solito
interesse privato in atti d’ufficio.
Andiamo avanti nell’iniziativa: lo “sportello
del filosofo” viene aperto ogni mercoledì alle 0re 17 presso la Biblioteca Comunale
e sarà a disposizione dei cittadini per fornire “strumenti di analisi,
conoscenza e valutazione della contemporaneità e delle sue principali
criticità.
Insomma, ha spiegato cortesemente il Sindaco,
“quelli che stiamo vivendo sono momenti di passaggio verso un mondo nuovo; è
quindi necessario avere consapevolezza e comprensione di ciò che ci circonda e
che influenza le nostre vite.
E quindi, mi pare di capire, in tema di crisi
anche un consulente filosofo può essere d’aiuto ai cittadini; potrebbe ad
esempio aiutarli a capire com’è possibile che certi amministratori locali
continuano ancora a vezzeggiarsi col nulla ed a riempire il vuoto con
iniziative “frou frou”, più utili a conquistarsi un titolo sui giornali che non
ad aiutare davvero la gente.
Di fronte ai lavoratori che si battono per un
posto da mille euro al mese e sembrano addirittura pronti a contrattarlo con un
attacco alla salute (ILVA di Taranto), la risposta dei loro rappresentanti è
veramente sconfortante e quindi si scivola facilmente nell’abbandono della
logica e, soprattutto, nella
dimenticanza del principio dell’equità.
Prendo in prestito la figura del “sovrano”
nello splendido film del grande Mario
Monicelli e interpretato da un Sordi particolarmente ispirato, “Il
Marchese del Grillo”: nel rapporto tra l’autorità e i sudditi, oltre al
disprezzo di qualsiasi forma di equità, prevale la legge del Marchese che
recita, grosso modo, così: “si fa così perché lo dico io e perché io so’ io e
voi non siete un cazzo”.
Se ci fate caso, la frase sopra riportata è
una fotografia di quello che accade al giorno d’oggi, in cui noi ci riteniamo
dei “cittadini” con alcuni poteri e invece ci ritroviamo ad essere
semplicemente dei sudditi sballottati dal sovrano di turno a fare le cose più
strane ed impensabili. In questo nostro disgraziato Paese, prima della condanna
del reato, c’è il malcostume e il sistematico e generalizzato abuso di potere;
l’opinione pubblica lo percepisce e lo condanna: da qui i dati degli ultimi
sondaggi che danno il M5S vicino al 20% dei voti!! Non è altro che una reazione
a tutto ciò.