lunedì, ottobre 15, 2012
ATTENTI AI GIUDIZI IN POLITICA
La sinistra italiana, quella del PCI prima,
dei DS poi e infine del PD, ha sempre stretto dei patti più o meno limpidi con
qualche industriale; al momento ha fatto eleggere Colaninno, figlio del patron
della Piaggio e gli sta facendo fare carriera nel partito; in passato si
ricordano gli abbracci (simbolici) con Gianni Agnelli, in contraddizione con i
litigi con Valletta, Romiti, ecc.; insomma, il legame, più o meno stretto, c’è
sempre stato e anche adesso, stando alle notizie che vi riporto, c’è qualcosa
del genere, anche se si riferisce al passato, ma non troppo remoto.
Adesso il personaggio che si pone in antitesi
con la sinistra sindacale è indubbiamente Marchionne, Amministratore Delegato
di FIAT, gran condottiero specialmente per la parte che riguarda l’America;
ebbene, questo signore che adesso è quasi un “diavolo”, nel 2007 (quindi solo 5
anni fa) partecipò al congresso fiorentino dei DS e venne accolto come un vero
amico; ricordo che lo slogan del congresso era “Una forza grande come il
futuro” e gli interventi dei vari leader sindacali e politici si susseguivano
pigramente, quando il sonnacchioso auditorio viene scosso da un fremito: “sta
arrivando” sussurrano all’orecchio del segretario uscente, in attesa di riconferma,.
Piero Fassino; i big del partito, i vari D’Alema, Chiamparino eccetera, si
scambiano un cenno di attesa e guardano verso il luogo dove dovrebbe arrivare
questo “personaggio” e si dirigono a passo svelto verso il parcheggio, per
accoglierlo.
E dopo pochi minuti, nel parcheggio fa il suo
trionfale ingresso una Jaguar dalla quale scende Sergio Marchionne, da tre anni
Amministratore Delegato della FIAT; è lui l’ospite d’onore, è lui il garante
della transizione dei DS in PD, è lui il nuovo idolo della sinistra alle prese
con una difficile metamorfosi e perciò più che mai bisognosa di sponde molto
“alte” in Italia e, soprattutto negli ambienti che contano.
Dal canto suo, Marchionne ha fatto una “furbata”:
prima di presentarsi al congresso dei DS
ha pubblicato un intervento astutissimo sul “Corriere della Sera” dove parla di
responsabilità sociale e dove afferma che “è dovere di una società liberale
sostenere coloro che sono colpiti dal cambiamento”, mostrando così di
rispettare la forte coscienza sindacale italiana e, a conclusione, dice che il
modello economico americano non è auspicabile per il nostro Paese.
Fassino fa seguito all’intervista del capo
della FIAT affermando di “essere pronto ad allearsi con Marchionne; lui si che
è un vero socialdemocratico” e gli fa eco l’allora premier, Romano Prodi, che
non arriva a definire Marchionne un
socialdemocratico, ma lo considera “un grande”; e Massimo D’Alema sottoscrive:
“ho sempre pensato che il destino della FIAT fosse quello di una forte
internazionalizzazione; Marchionne lo sta facendo nel modo migliore”.
Ed il leader di Rifondazione, Bertinotti, si
lascia andare a giudizi entusiastici: “Marchionne mi piace perché è un borghese
buono”; e la sua portavoce, Ritanna Armeni, si stupisce dello stupore: “c’è un
manager che dice che licenziare non va bene; non vedo perché non dobbiamo
essere d’accordo con lui; solo perché a dirlo è un borghese ?”. Se questi
giudizi li legge adesso il nemico giurato di Marchionne, quel Maurizio Landini,
Segretario Nazionale della FIOM, sono certo che gli viene uno “sturbone”;
eppure anche lui era già “in pista” in quegli anni, cosi come Bersani ed entrambi non dissero niente!!
Certo, ora che ha definito Firenze
“povera e piccola”, se li è messi tutti contro, da Renzi a Bersani alla Camusso;
insomma ha compiuto il miracolo: li ha riuniti tutti contro un nemico comune!!
Fino a quando??