mercoledì, agosto 15, 2012
LA MORTE DI UN "EFFIMERO"
Aveva solo settant’anni (più giovane di me!!)
il romano Renato Nicolini, autentico inventore dell’”effimero”, cioè di quel
modo di reinventare le estati romane attraverso una partecipazione corale della
gente a spettacoli che erano fatti proprio per loro. Ovviamente l’iniziativa
gli venne “rubata” da tante (forse tutte) le città italiane ma non fu un furto
ma soltanto una condivisione di una idea geniale.
Romano “de’ Roma”, uomo colto e brillante,
architetto e docente universitario, iscritto all’allora PCI (anche se non era
molto amato dai dirigenti), nel 1977 – da assessore alla cultura del Comune di
Roma – ebbe l’idea di aprire alla cittadinanza gli spazi pubblici della Roma
monumentale e portarci la cultura – dal cinema al teatro, dalla musica al
balletto e alla poesia – rendendo il tutto appetibile agli ambiti popolari.
Il primo “evento” ebbe luogo nella basilica
di Massenzio dove venne allestito un maxi schermo sul quale fu proiettato
“Senso” di Luchino Visconti; il successo fu clamoroso e da allora non è passata
un’estate senza che le pubbliche autorità non mettessero in campo un programma
più o meno accattivante per le estati degli italiani.
Qual’era la chiave di volta del successo?
Un’idea di una semplicità disarmante: dato che la televisione costringe la
gente a rimanere in casa, almeno in estate lasciamo che il mezzo televisivo si
spenga ed al suo posto diamo ai cittadini un po’ di cultura, quella vera,
quella autentica, ma anche alla portata di tutti; e così un film abbastanza
“difficile” come “Senso” venne dato in pasto alla gente e fu da questi gradito.
Adesso abbiamo miriadi di iniziative che da
luglio a settembre percorrono le strade e i luoghi di cultura delle nostre
città; l’ultima che mi viene in mente è la “recita” della Divina Commedia ”messa
in scena” da Benigni con il supporto di Piazza Santa Croce: il successo è stato
grandioso e oltre alla gente “comune” ci sono state partecipazioni di VIP
provenienti da ogni parte d’Italia e qualcuno anche dall’estero.
Torniamo all’inizio di questo post: Nicolini aveva “solo” settant’anni e quindi
ora che è passato a miglior vita così giovane, avrà la forza necessaria –
proprio per la sua ancora giovane età – di dare una mano ad un altro
personaggio curioso che cerca una cosa altrettanto curiosa; mi riferisco al
professor John Martin Fischer, docente di filosofia alla University of
California che ha accettato una sfida senza precedenti: la John Templeton Foundation gli
ha messo a disposizione 5/milioni di dollari per avere, entro 36 mesi, una
risposta “autorevole e definitiva” sull’Aldilà, cioè se c’è una vita dopo la
morte e se esistono e sono certificabili esperienze di “quasi morte”.
Si tratta della più grande borsa di studio
mai assegnata ad un ricercatore e di questo il prof. Fischer è ben consapevole;
egli procederà appoggiandosi ai maggiori studiosi del pensiero e della scienza
assicurando che la metà della cifra verrà impiegata in autentici progetti di
ricerca; egli ha anche assicurato che non si farà tentare da facili
mescolamenti di fede-scienza-filosofia, ma resterà fedele al suo consueto
pragmatismo; “il nostro approccio sarà totalmente scientifico e rigoroso, senza
compromessi o conflitti coi teologi e non spenderemo soldi neppure per studiare
eventuali rapimenti degli alieni”: questo il manifesto delle intenzioni di
Fischer.
Ed ecco perché mi è venuto in mente Nicolini: se Fischer
vuole un alleato nell’Aldilà, chi meglio del guru dell’effimero sembrerebbe indicato
per dare al ricercatore “tutto scienza” quel pizzico di geniale superficialità
nell’affrontare il Mondo e la sua realtà che potrebbe condurre in porto la
ricerca e consentire al filosofo di redarre la sua relazione finale ed a
Nicolini di prendersi parte della notorietà; pensateci, tutti e due!!