martedì, agosto 07, 2012
ASSOLTO PER "DIFFICOLTA' ECONOMICHE"
Il Tribunale di Firenze ha emesso una
sentenza che potrebbe “fare storia”; sentite la vicenda: un imprenditore edile
sessantenne, originario dell’aretino, finisce sottoprocesso per avere omesso il
versamento dell’IVA del 2007 e viene assolto.
Quale il motivo di tale assoluzione? Forse un
errore di Equitalia oppure i soldi erano stati versati ma la struttura non ne
aveva tenuto conto? Niente di tutto questo: l’imprenditore è stato dichiarato
“non colpevole” perché è riuscito a dimostrare al Giudice di essersi trovato
costretto al mancato versamento a causa delle difficoltà economiche in cui la
sua azienda versava; quindi – questa la difesa dell’uomo – avrebbe diretto le
sue disponibilità sul pagamento dei salari dei dipendenti e delle fatture dei fornitori – entrambe
indispensabili per la sopravvivenza della Ditta – al posto del versamento al
Fisco.
Il titolare dell’Azienda ha aggiunto che
oltre alla crisi, la situazione è anche peggiorata per un credito non riscosso
di 800/mila euro da una società con cui lavorava.
Di tutto questo l’uomo accumula i documenti
e, mentre l’avvocato gli suggerisce di accettare l’ammenda minima di 7.500
euro, lui non accetta perché ritiene che la causa di tutto sia “indipendente
dalla volontà dell’accusato” e quindi chiede l’assoluzione.
Il Tribunale ascolta l’imputato e viene così
a conoscere la situazione di questa azienda che per il proprio futuro ha
preferito pagare i debiti (fornitori, mutuo) e gli stipendi dei dipendenti,
lasciandosi alle spalle il Fisco; sia il Gip che il PM hanno capito le ragioni
dell’accusato e ne hanno chiesto l’assoluzione; il Giudice, dal canto suo, è
stato “umano” perché non si è fermato all’evidenza delle carte ma si è messo
nei panni dell’imputato e lo ha assolto.
Il Giudice ha dichiarato nella sentenza che
“manca l’elemento soggettivo del reato”, cioè l’imputato non aveva la volontà e
neppure la coscienza di omettere il versamento dell’IVA, cosa che peraltro non
era mai accaduto nella storia dell’azienda, come lo stesso magistrato ha potuto
rilevare.; inoltre ha visionato la storia dell’azienda ed ha rilevato che la
stessa non aveva mai avuto problemi per il pagamento dei tributi dovuti allo
Stato, fino al momento in cui la situazione economica si è talmente
“appesantita” che – dopo un insoluto ricevuto (800/mila euro) – non c’è stata
più la possibilità di far fronte alle richieste del Fisco, se non lasciando
indietro i lavoratori ed i fornitori.
Ogni tanto ci capita di incocciare questi
personaggi – alludo al Giudice ed agli altri magistrati – che fanno giustizia
non solo con “le carte” ma anche usando occhi, orecchi e cervello per sentire l’accaduto da
quanti lo possono testimoniare; e sulla scorta di queste dichiarazioni prendere
posizioni che sono talmente ”diverse dal solito” che campeggiano sui quotidiani
da alcuni giorni.
Non è facile preconizzare quello che accadrà
nel prossimo futuro sugli scranni tribunalizi, cioè se i prossimi magistrati
chiamati a decidere avranno la buona creanza di ascoltare l’imputato e di
giudicarlo con l’umanità che non dovrebbe mai mancare in un’aula giudiziaria
oppure se la “dittatura delle carte”
tornerà a prendere il sopravvento e le decisioni avverranno solo in base a
quest’ultimo elemento.
Ma non dimentichiamo che anche il PM della
causa di cui sto trattando, ha chiesto l’assoluzione e quindi questa “umanità”
non è stato solo del Giudice ma si è sparsa per l’aula e si è attaccata anche
ad altri componenti della Magistratura.
Chiudo ripetendo la frase dell’imprenditore:
“ho sempre pagato; stavolta sarei fallito e avrei fatto molto male a tanta
gente”; chiarissima la scelta del nostro eroe!!