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martedì, luglio 24, 2012

I BONOMINI 


Vi voglio raccontare una storia – vera, questa è “storia” e non sono novelle – che è accaduta nella mia città, Firenze; ha inizio nel 1441 e dopo oltre 5 secoli e mezzo, continua ancora oggi: è la storia dei “BONOMINI”.
Cosimo, padre della celebre dinastia dei Medici, grande mecenate, aveva sempre bisogno di soldi per assecondare le proprie esigenze; a questo scopo ed anche per rovinare i suoi avversari politici, metteva tasse a tutto spiano, insostenibili per tutti e specie per coloro che dovevano subirle; non lo paragonate a Monti, perché quest’ultimo … non è un mecenate.
Per iniziativa di un famoso Vescovo dell’epoca che poi diventerà Santo, Santo Antonino, venne affrontata la situazione tragica dei tartassati, i cosiddetti “poveri vergognosi”,  non perché vergognosamente poveri ma perché si vergognavano di essere poveri e quindi non andavano in giro a pietire elemosine a destra e a manca.
Erano persone facoltose o al minimo – decorosamente abbienti – cioè commercianti, artigiani, tutti caduti in miseria per effetto delle tasse ma che continuavano a tenere la testa alta e ad affrontare la vita con la consueta dignità, quella dignità che impediva loro di stendere la mano.
Cosa fece il Vescovo-Santo? Chiamò dodici cittadini, due per ogni sesto della città e li nominò Procuratori dei Poveri Vergognosi; da allora presero il nome di “BONOMINI”, nome che hanno ancora oggi; furono scelti tra persone di diversa levatura sociale e dette loro una regola basilare: dovevano raccogliere da chi poteva dare e distribuire tutto quello che ricevevano nel più assoluto segreto, trovando ed assistendo quei poveri che si chiudevano in casa, nel loro silenzio, vittime della loro miseria e della loro dignità. Per inciso: quella tipologia di “poveri” esiste anche oggi ed è assai numerosa.
Dal 1441 i “BONOMINI” si sono sempre susseguiti attraverso  i secoli fino ai giorni nostri e Firenze li ha sempre aiutati ad aiutare gli altri; quando sono senza denaro accendono una candela su una finestrina accanto alla loro sede e la voce “i bonomini sono al lumicino” si diffonde in città e i soldi arrivano, non si sa come, ma arrivano..
Tutte le volte che uno di loro muore, i “BONOMINI” si riuniscono in una sorta di conclave e chiedono l’ispirazione dello Spirito Santo per eleggerne un altro.
Esiste una norma comportamentale che si sono dati e che privilegia i sussidi che aiutino gli assistiti “a risalire la china”, ma si prodigano anche per quelli che non hanno più la forza, la capacità o la salute per farlo.
Proprio oggi pomeriggio, ero seduto ad un Bar nella piazzetta vicino alla Chiesa sede della compagnia e un gruppo di cinesi è rimasto colpito dalla scritta che c’è accanto alla porta d’ingresso, sopra ad un pertugio in cui infilare le offerte: “limosine per i poveri vergognosi”; sono stati accolti all’interno e, parlando un buon inglese, il “BONOMO” di turno ha spiegato loro quanto sopra ho cercato di raccontarvi; sono rimasti colpiti, direi impressionati ed hanno lasciato una buona offerta, non so quanto, ma mi è sembrato di capire dalla faccia del “BONOMO” che era veramente “buona”.
Perché vi ho raccontato tutto questo? Per due motivi:il primo è che siamo in presenza di una bella (e antica) iniziativa assistenziale ed il secondo è quello che evidenzia una situazione anch’oggi presente: coloro che “si vergognano” di essere poveri e così pensando, evitano di farsi sentire (e aiutare) da coloro che lo potrebbero fare.
E per concludere, un ritorno al 1441: tra i più generosi benefattori ci fu  Cosimo dei Medici, colui che aveva dato il via a questa vicenda: che si sia pentito delle tasse?

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