martedì, giugno 26, 2012
NON CAPISCO
Solo un paio di cose che ho letto sulla
stampa nazionale; solo due eventi che mi hanno turbato, non solo per la loro
brutalità, ma anche perché il giorno seguente non se ne parlava più; allora, mi
sono detto, sono l’unico che sia rimasto colpito?!
La prima proviene dai luoghi “terremotati”,
dove la laboriosità degli imprenditori emiliano-romagnoli, ha subito messo in
azione al loro voglia di ricominciare, alla faccia del terremoto e di chi ce lo
ha mandato.
Peccato che in alcuni caso le strutture non
erano ancora state dichiarate “a norma” e – dopo una delle tante scossa di
assestamento – il tetto di un capannone è crollato e un paio di operai ci hanno
rimesso la vita.
Ebbene, sempre la laboriosità degli
industriali della zona ha trovato la soluzione: non aspetta che il Genio Civile
dichiari che le strutture murarie sono “a posto” ed allora cosa ti hanno
inventato? Il rischio di ulteriori, eventuali crolli è a carico dei lavoratori;
come sarebbe a dire! Semplice, ciascun dipendente che ritiene opportuno
continuare a svolgere la propria attività, “libera la proprietà da qualsiasi
responsabilità penale e civile”; il tutto ovviamente messo nero su bianco e
quindi avente la caratteristica di una vera e propria “liberatoria”.
Non so come definire questo atteggiamento; da
una parte vedo la voglia di lavorare di tutti – imprenditori e lavoratori – ma
dall’altra sento un sottile puzzo di schiavismo, aggravato dal fatto che “se
non lavori non ti pago”; a occhio e croce mi sembra una faccenda veramente
nauseante.
L’altro evento ha per protagonista la nostra
magistratura, come personaggio principale di un duplice evento: il primo si
svolge circa un anno e mezzo fa sulle strade vicino a Mazara, dove Fabio
Gulotta, 22 anni, guidando a folle
velocità una Bmw, travolge un’altra auto uccidendo sul colpo tre delle quattro
persone a bordo: due bambini – 10 e 12 anni – e la loro madre di 37 anni; si
salva solo il capofamiglia, Baldassarre Quinci.
Ma l’autore del triplice omicidio non farà
neppure un giorno di carcere: il Gip di Marsala ha condannato il Gullotta a 2
anni con la sospensione della pena.
Tale epilogo discende dal fatto che il
giovane – secondo l’accusa – guidava in stato di ebbrezza e patteggiava la
pena, appunto due anni con la sospensione.
Non so voi, ma io non riesco a capire il
giudice che ha emesso la sentenza; sicuramente l’avrà fatto in perfetto
ossequio alla legge, ma se è così direi che mi sembra l’ora di cambiare questa
legge che rimette in libertà un signore che – ubriaco – si schianta contro una
famiglia e ne uccide i tre quarti.
Ho scritto sopra che siamo in presenza di un
“duplice” evento; ebbene, dopo aver narrato il primo – incidente e sentenza –
ecco il secondo: il capofamiglia che si era salvato dal tremendo impatto non ha
retto al dolore per la scomparsa della famiglia e si è suicidato pochi mesi
dopo il tragico incidente; almeno il signor Baldassarre si è risparmiato il
seguito della vicenda che lo ha visto come ignaro protagonista, cioè non ha
visto la sostanziale assoluzione dell’assassino dei propri familiari e quindi
non si è presa la conseguente arrabbiatura.
Magari, se dal posto dove si trova adesso,
potesse fare qualcosa per chiedere al “comandante” se è possibile cambiare –
dall’alto – questo sporco, terribile, Mondo che stiamo abitando; se è possibile
dargli qualche sistemata per farlo marciare su binari di logica e di
correttezza; insomma se possiamo renderlo più umano. Noi, da soli non ce la
facciamo, ci provi il signor Baldassarre con
l’aiuto di qualcuno più “alto” di noi!