domenica, maggio 27, 2012
LE PRIME MOSSE DI HOLLANDE
I francesi mi sono sempre rimasti antipatici perché ci considerano tutti un po’ inferiori, solo perché Napoleone ci mise quasi tutti in riga; se è per questo potrei controbattere che i romani – a loro volta – misero sotto il Mondo intero, ma non lo farò.
Guarderò invece le prime mosse di Hollande e – devo dire la verità – mi hanno convinto; anzitutto l’atteggiamento che ha tenuto a Camp David durante la riunione del G8, dove ha fatto lega con Monti e Obama per “convincere” la Merkel a puntare maggiormente sulla crescita che sul rigore, senza peraltro abbandonare quest’ultimo.
Inoltre, lo stesso Hollande, appena insediato all’Eliseo, si è ridotto del 30% lo stipendio, passando da 21.300 euro a 14.910, ed altrettanto ha fatto per quello del Primo Ministro, mentre i ministri sono passati da 14.200 euro a 9.940; il tutto ovviamente lordo; cifre che da noi le percepiscono i commessi del Parlamento!!
Diciamo la verità: questo atteggiamento è esattamente quello che molti osservatori – io per primo – chiedevano a Monti ma che non si è verificato, salvo qualche arrotondamento e qualche “mancia” di meno; forse il nostro professore non ha avuto la forza per farlo? Eppure quando vuole sa anche battere il pugno sul tavolo, ma preferisce farlo con i poveracci anziché andare a toccare “la casta”
Ovviamente, gli stessi ministri francesi che hanno avuto “tagliato” lo stipendio, si stanno preparando a tagliare le retribuzioni dei Direttori Generali dei ministeri e delle Aziende Pubbliche e, a ruota, seguiranno quelli dei parlamentari.
Un’altra cosa mi è piaciuta nel comportamento di Hollande: ha nominato Ministro della cultura una sconosciuta, Aurélie Filippetti, il cui cognome tradisce l’origine italiana della donna; ma si tratta di una “origine” che merita qualche parola.
Il primo “Filippetti” che arrivò in Francia è stato il nonno di Aurélie, di nome Tommaso, che nel 1918 lascia Gubbio per andare a lavorare nelle miniere di carbone francesi del distretto della Mosella; diventa così uno dei tanti “macaroni”, finché una mattina del ’44 arrivano i tedeschi e, insieme ad altri “macaroni” lo portano nel campo di concentramento di Bergen Belsen, dove muore l’anno seguente.
La storia prosegue con il figlio di Tommaso, Angelo, che poco più che adolescente diventa minatore e segue così le orme del padre; la vita di Angelo assomiglia molto a quella del padre: si alza ogni mattina alle cinque per scendere sotto terra per tutta la giornata insieme – anche lui – agli altri “macaroni” che non avevano altra strada per guadagnare il pane per la famiglia; muore nel 1992 per un cancro ai polmoni regalatogli dalla miniera e così arriviamo all’ultimo anello, Aurélie.
È nata nel 1974 e a differenza del padre e del nonno non è stata costretta a scendere in miniera: grazie ai loro sacrifici ha potuto studiare e laurearsi e qualche giorno fa il Presidente Hollande l’ha nominata ministro della cultura francese; la donna – appena 38 anni – non ha amici che ne apprezzano le curve e neppure famigli che la possano spingere; ha fatto tutto da sola, ma in un Paese che glielo ha permesso, in un Paese che ha chiamato il nonno ed il padre “macaroni” ed ha accolto la figlia come Ministro; a me sembra una cosa veramente notevole, non so a voi!!
Insomma, quello che voglio arrivare a dire è che quando il figlio di una badante rumena o la figlia di un muratore albanese diverrà Ministro della nostra Repubblica, magari io non ci sarò più, ma l’Italia avrà fatto un grandissimo passo avanti verso una completa integrazione europea e, soprattutto avrà fatto un balzo in avanti verso il futuro e verso un Mondo più giusto; chiaro il concetto??
Guarderò invece le prime mosse di Hollande e – devo dire la verità – mi hanno convinto; anzitutto l’atteggiamento che ha tenuto a Camp David durante la riunione del G8, dove ha fatto lega con Monti e Obama per “convincere” la Merkel a puntare maggiormente sulla crescita che sul rigore, senza peraltro abbandonare quest’ultimo.
Inoltre, lo stesso Hollande, appena insediato all’Eliseo, si è ridotto del 30% lo stipendio, passando da 21.300 euro a 14.910, ed altrettanto ha fatto per quello del Primo Ministro, mentre i ministri sono passati da 14.200 euro a 9.940; il tutto ovviamente lordo; cifre che da noi le percepiscono i commessi del Parlamento!!
Diciamo la verità: questo atteggiamento è esattamente quello che molti osservatori – io per primo – chiedevano a Monti ma che non si è verificato, salvo qualche arrotondamento e qualche “mancia” di meno; forse il nostro professore non ha avuto la forza per farlo? Eppure quando vuole sa anche battere il pugno sul tavolo, ma preferisce farlo con i poveracci anziché andare a toccare “la casta”
Ovviamente, gli stessi ministri francesi che hanno avuto “tagliato” lo stipendio, si stanno preparando a tagliare le retribuzioni dei Direttori Generali dei ministeri e delle Aziende Pubbliche e, a ruota, seguiranno quelli dei parlamentari.
Un’altra cosa mi è piaciuta nel comportamento di Hollande: ha nominato Ministro della cultura una sconosciuta, Aurélie Filippetti, il cui cognome tradisce l’origine italiana della donna; ma si tratta di una “origine” che merita qualche parola.
Il primo “Filippetti” che arrivò in Francia è stato il nonno di Aurélie, di nome Tommaso, che nel 1918 lascia Gubbio per andare a lavorare nelle miniere di carbone francesi del distretto della Mosella; diventa così uno dei tanti “macaroni”, finché una mattina del ’44 arrivano i tedeschi e, insieme ad altri “macaroni” lo portano nel campo di concentramento di Bergen Belsen, dove muore l’anno seguente.
La storia prosegue con il figlio di Tommaso, Angelo, che poco più che adolescente diventa minatore e segue così le orme del padre; la vita di Angelo assomiglia molto a quella del padre: si alza ogni mattina alle cinque per scendere sotto terra per tutta la giornata insieme – anche lui – agli altri “macaroni” che non avevano altra strada per guadagnare il pane per la famiglia; muore nel 1992 per un cancro ai polmoni regalatogli dalla miniera e così arriviamo all’ultimo anello, Aurélie.
È nata nel 1974 e a differenza del padre e del nonno non è stata costretta a scendere in miniera: grazie ai loro sacrifici ha potuto studiare e laurearsi e qualche giorno fa il Presidente Hollande l’ha nominata ministro della cultura francese; la donna – appena 38 anni – non ha amici che ne apprezzano le curve e neppure famigli che la possano spingere; ha fatto tutto da sola, ma in un Paese che glielo ha permesso, in un Paese che ha chiamato il nonno ed il padre “macaroni” ed ha accolto la figlia come Ministro; a me sembra una cosa veramente notevole, non so a voi!!
Insomma, quello che voglio arrivare a dire è che quando il figlio di una badante rumena o la figlia di un muratore albanese diverrà Ministro della nostra Repubblica, magari io non ci sarò più, ma l’Italia avrà fatto un grandissimo passo avanti verso una completa integrazione europea e, soprattutto avrà fatto un balzo in avanti verso il futuro e verso un Mondo più giusto; chiaro il concetto??