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lunedì, maggio 21, 2012

LA LOTTA PER LA PRESIDENZA USA 


Negli Stati Uniti la battaglia tra Obama e Romney per la conquista della Casa Bianca è in pieno svolgimento; gli ultimi sondaggi danno lo sfidante in vantaggio di 9 punti, ma da qui a novembre la corsa è ancora lunga.
Anche se l’elettorato americano è più preoccupato della crisi economica che dei problemi dei gay, il Presidente Obama ha fatto una mossa proprio su questì’ultimo campo; con una dichiarazione di 10 parole ha rimesso in ballo tutto, fregandosene della disoccupazione e del debito pubblico: “io credo che le coppie dello stesso sesso debbano potersi sposare”; sia chiaro che il problema dei matrimoni tra persone dello stesso sesso è demandato alla legislazione dei singoli Stati e quindi il presidente non ha rischiato niente e si è fatto degli amici, ma anche dei nemici.
Obama infatti, dopo anni di ipocrisie e di prudenza politica, ha dato una prova di carattere e di integrità intellettuale; adesso staremo a vedere se renderà in termini di voti oppure se farà un favore a Romney, il quale a proposito del problema ha dichiarato “il matrimonio è solo la relazione tra un uomo e una donna”  e con questo ha messo fine al problema.
Obama, forte dei tanti milioni di dollari che gli ha procurato la cena del suo amico George Clooney, ha cominciato a sparare delle bordate violentissime contro il suo avversario: ha fatto confezionare un video impersonato dagli operai  della GS Tecnologies di Kansas City che Romney ha licenziato, chiudendo l’impianto, i quali dichiarano che “Romney non è un creatore di lavoro ma un distruttore di posti”.
Comunque, entrambi i contendenti sanno bene che la guerra si vince soltanto sul fronte dell’economia e, segnatamente, con la riconquista dei posti di lavoro andati perduti; quindi a novembre 2013 conterà la percezione sull’andamento dell’economia che gli elettori avranno prima di entrare nei seggi.
Il 58% degli americani “sente” che la nave della crescita si è staccata lentamente dalla banchina ma i motori continuano a girare al minimo; Obama ne è consapevole e utilizza  questa situazione per affermare: “c’è ancora del lavoro da fare, per questo  vi chiedo altri 4 anni”.
Ecco perché lo staff di Obama ha fatto risorgere il problema dei matrimoni gay, compreso l’assistenza e la crescita in comune dei bambini adottati; è certamente più “facile” parlare di questo e soprattutto è molto meno “costoso”.
Da notare che sedici anni fa, l’allora Presidente Bill Clinton, in corsa per il suo secondo mandato, bloccò la legge sulla parità sessuale temendo la reazione dei moderati; adesso Obama affronta con coraggio l’operazione “uguaglianza” facendo conto sui giovani e sulle influenti comunità gay – presenti in entrambi i partiti - che hanno apprezzato la sua scelta.
E al di là degli intenti utilitaristici, dobbiamo notare che l’attuale discussione è basata su fatti reali e in questo contesto il Presidente ci ha messo la propria faccia, sostenendo di averne parlato anche con le due figlie e quindi il dibattito sta diventando un elemento fondante della società americana del prossimo futuro, destinato a durare più a lungo della campagna elettorale e che spunterà di nuovo chiunque sia il vincitore.
L’altra problematica che terrà banco nella parte finale della competizione elettorale sarà sicuramente la normativa che Obama ha intenzione di mettere su Banche e Istituti Finanziari per stabilire regole certe e invalicabili per gli “intoccabili signori della Borsa”; ecco, questo è un argomento che mi stuzzica molto di più dell’altro!!

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