mercoledì, aprile 25, 2012
OBAMA E ROMNEY IN PARITA'
L’ultimo sondaggio “CBS/NEW YORK TIMES”, dà i due candidati (Romney ormai è considerato sfidante “ufficiale” dei repubblicani) che si giocheranno la Casa Bianca il prossimo 6 novembre, in perfetta parità: 46% per entrambi; chiaro che ancora mancano oltre sei mesi all’evento, ma c’è da dire che Obama si è “mangiato” qualche punto da marzo ad ora (47% contro 44%); quale sarà il motivo della risalita del Governatore del Massachussetts? Difficile dirlo al momento, ma possiamo cominciare a fare qualche congettura.
Dunque, anzitutto diciamo che la sfida elettorale dovrebbe avvenire – salvo eventi “particolari” da ora al prossimo novembre – sul campo delle tasse; i due avversari, infatti predicano due filosofie differenti e questo, per un Paese che ancora non ha trovato una concreta via d’uscita per la crisi, è particolarmente importante.
Detto in poche parole, lo slogan dei due candidati è questo: “più tasse ai ricchi e più lavoro” per Obama, mentre Romney predica “sconti fiscali e meno regole per rilanciare l’economia”; quest’ultimo propone anche una sorta di copia della deregulation applicata da Bush e fallita a suo tempo, ma in altre condizioni dell’economia mondiale e quindi ritenuta riproponibile in questa particolare situazione.
In altre parole, entrambi i candidati sono alla ricerca di una ricetta “nuova” che scuota il mondo economico statunitense e lo stimoli in senso positivo; ed anche il problema del mostruoso debito pubblico - quasi interamente in mano ai cinesi – chiede una ricetta che almeno detti alcuni sistemi per rientrare in tempi ragionevoli in una situazione più “normale”.
Nel sondaggio sembra che Obama sia più forte nel voto femminile mentre Romney è più forte tra i maschi e si gioca la carta dello slogan prefabbricato: “fatemi provare a risolvere la situazione; ci sono già riuscito con le olimpiadi invernali”; quest’ultimo infatti ha capitanato il comitato olimpico ed ha realizzato delle belle olimpiadi facendo un utile d’esercizio.
L’ultima trovata di Obama è stata la cosiddetta “Minimum tax” sui ricchi che guadagnano oltre un milione di dollari, soprannominata la “Buffet Rule”, dal nome del miliardario del Nebraska che l’ha suggerita e che prevede una tassazione del 30%.
Un recente sondaggio – in America fanno sondaggi su tutto – ha detto che il 60% degli americani era favorevole a questa forma di tassazione; peccato che una tale maggioranza non si sia verificata in Senato che, anzi, ha bocciato la norma in quanto la stessa non ha raggiunto i 60 voti necessari.
Obama comunque non si è perso d’animo ed ha continuato a presentarla nella sua campagna elettorale, portando la riforma tra la gente che sembra gradirla assai; di contro, Romney – ultra miliardario – ha chiesto un rinvio fino a ottobre della presentazione della sua dichiarazione dei redditi, per evitare di rendere ufficiale che la sua aliquota fiscale nel 2010 – su un introito di 21,7 milioni di dollari – è stata solo del 13,9% (come previsto dalla legge, sia chiaro!!).
Ma anche la politica estera credo che influirà sull’esito dell’elezione e la situazione in Afghanistan non gioca certo a favore di Obama che non riesce a mostrare al mondo una forza d’invasione americana che sia all’altezza della situazione; l’ultimo scoop è stato realizzato da un fotografo che ha realizzato alcuni scatti di militari americani che scherzano e scherniscono alcuni cadaveri di afgani, presumibilmente, islamici.
Staremo a vedere; ma questi ultimi sei mesi saranno bollenti!!