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domenica, aprile 01, 2012

MA MONTI VUOLE IMITARE BERLUSCONI? 

In questi ultimi tempi sembra quasi che al nostro Premier siano saltati i nervi e non si renda conto dell’anomalia della sua posizione; in un’ultima dichiarazione, peraltro rilasciata all’estero, ha detto che il governo ha il consenso dei cittadini ed i partiti no; tutto questo – a detta del premier – risulterebbe dai sondaggi (senza precisare quali).
Ricordo al professor Monti che anche Berlusconi si basava sui sondaggi e, piano piano si è dedicato ad altre attività – sicuramente più goduriose – ma che lo hanno allontanato dalla stima degli italiani; cerchi di non imitarlo!!
Ricordo anche che stiamo vivendo un periodo politico assolutamente anomalo: un premier mai sottopostosi al giudizio degli italiani, nomina una schiera di ministri nella stessa sua situazione, e governa il Paese per volontà della tecnocrazia europea supportata dal nostro Presidente della Repubblica; ma dobbiamo tenere presente che le norme varate dal Governo devono poi passare in Parlamento e qui si rivela l’anomalia maggiore, in quanto al primo cenno di dissenso di qualcuno della “maggioranza” (anch’essa anomala perché fatta dalla destra e dalla sinistra insieme) si ricorre al voto di fiducia accompagnato da una specie di “minaccia”: se il Parlamento non è pronto per varare questa legge, noi ce ne possiamo anche tornare a casa (con tutto quello che ne consegue); linguisticamente potremmo coniare questa frase: “abbiamo una dittatura mascherata da democrazia parlamentare”; mi sbaglio??
Ma torniamo all’attività del nostro governo: affrontando una riforma che, secondo Monti ci è richiesta dagli investitori esteri, ci siamo arenati sul celebre articolo 18 che disciplina le norme relative alla giusta causa nei licenziamenti.
Ho l’impressione che tutta questa “ammuina” sull’articolo 18 sia alla base di altri movimenti che avvengono senza che l’opinione pubblica neppure se ne renda conto e cioè la continua tassazione dei ceti medi senza toccare le rendite finanziarie e neppure gli altissimi introiti; in questa campagna ladresca, si è toccato il fondo con una normativa che se non fosse da piangere sarebbe da ridere; state attenti: un anziano che non è più in grado di auto-gestirsi e quindi non ce la fa più ad abitare nella propria dimora, viene accolto in una casa di riposo; fin qui tutto chiaro? Bene, sapete cosa gli succede? La sua dimora (prima ed unica casa posseduta) pagherà l’IMU come se fosse una “seconda casa”, in quanto la prima casa diventa la struttura per gli anziani in cui abita il nostro vecchietto. Non è una barzelletta ma si riferisce all’articolo 13 del decreto “Salva Italia” il quale stabilisce che se “il ricovero in una struttura apposita è “permanente”, l’abitazione lasciata vuota viene considerata “seconda casa” e quindi l’IMU passa dal 4 al 7,6 per mille e quindi, ogni anziano degente in tali case di riposo, potrebbero dover pagare tra i 1.500 e i 2.000 euro in più.
Ma torniamo al famoso articolo 18 dello Statuto dei lavoratori; sapete da chi venne approvata la relativa norma nel 1970? Solo il PSI e la DC votarono a favore, mentre il PCI, il PSIUP e la Sinistra Indipendente si astennero; solo in apparenza è un controsenso, in quanto i “padri” del testo furono il socialista Brodolini e i DC Moro e Donat Cattin. Auguriamoci comunque che questa normativa trovi “pace” in Parlamento e anziché di licenziamenti si cominci a parlare di assunzioni; infatti non trovate strano che in un periodo in cui il tasso di disoccupazione aumenta a vista d’occhio si parli di come fare a licenziare i dipendenti e non di come incrementarne le assunzioni?
Ma come ho già detto, nessuno dei parenti fino alla terza generazione degli attuali ministri tecnici rischia niente e quindi…….; gli altri si arrangino!!

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