lunedì, aprile 09, 2012
MA DOVE STIAMO ANDANDO?
Il governo Monti ha l’indubbio merito di aver allontanato lo spettro del crac (del default) dell’Italia e, di conseguenza, probabilmente anche della stessa Europa; eravamo nella seconda metà del mese di novembre 2011 e l’Europa “esigeva” dall’Italia una manovra forte, in tutti i sensi, anche in quello dell’immagine che veniva proposta all’estero; è così che al nostro Presidente Napolitano venne in mente il nome e la figura di Mario Monti, illustre professore di una prestigiosa Università della quale era anche Preside: la Bocconi; tutto il contrario de suo predecessore, Silvio Berlusconi.
Cosa si è trovato di fronte l’illustre cattedratico: uso i dati riferiti alla fine del 2011 in quanto all’epoca del suo insediamento erano già conosciuti nelle stanze del potere: dunque, il bilancio del 2011 è abbastanza semplice nella sua drammaticità: a fronte di 436 miliardi di entrate tributarie, ne avevamo spesi 382 per stipendi, pensioni, sanità, ecc. (insomma per la cosiddetta macchina dello Stato) e 42 per investimenti; ne rimanevano 12 – che i tecnici definiscono “avanzo primario” – che però non sono sufficienti a pagare gli interesse del nostro debito pubblico (77 miliardi); la differenza quindi – 65 miliardi che viene definito “deficit” – è andato a sommarsi al precedente e sta per arrivare ai 2.000 miliardi di oggi, pari al 120% del nostro Pil. Come fare per ripianare il debito? L’Europa ci ha concesso 20 anni per dimezzarlo, il che significa avere un avanzo primario di circa 50 miliardi per i prossimi venti anni.
Dato per scontato che siamo il Paese europeo più tartassato dalle tasse, dove potremmo andare a cercare questo avanzo? Al momento vedo soltanto alcuni interventi del governo che mi sembra vadano nella stessa direzione di quello precedente (Berlusconi-Tremonti) cioè tartassare il ceto medio e lasciare in pace i grandi patrimoni.
Abbiamo visto infatti che le prime mosse sono state: intervento sulle pensioni, ripristino dell’ICI (cambiato in IMU), aumenti dell’IVA, intangibilità, o quasi, della famigerata “casta”, alla quale sono state tolte alcune “briciole” e non si è intervenuti con misure pesanti che avrebbero avuto un impatto favorevole anche nei confronti della pubblica opinione.
A proposito di questa “casta”, vi voglio raccontare un particolare che è uscito in questi giorni: il deputato Calearo, eletto nelle liste del PD e poi trasmigrato nel gruppo del noto Scilipoti , ha confessato di non andare più alle sedute della Camera “perché le ritiene inutili”, ma di continuare ugualmente a percepire lo stipendio “perché ha un mutuo di 12.000 euro da pagare ogni mese”; dopo questa dichiarazione è stato subissato dalle critiche e forse ci ripenserà, ma al momento la situazione è questa; inoltre, il nostro deputato ha rivelato di girare con una Porche avente targa slovacca “perché così posso scaricare tutte le spese dell’auto sulle tasse”.
La cosa drammatica non è soltanto che questi “ladroni autorizzati” facciano queste cose, ma che abbiano anche l’ardine di vantarsene con i giornalisti; questo fomenta nei confronti dell’opinione pubblica un sempre maggiore distacco da questi signori che hanno diretto le nostre vite per tanto tempo; l’ho già detto, ma lo ripeto: se il governo Monti avesse voluto mostrare di che pasta era fatto, avrebbe dovuto .- per decreto – “dimezzare” gli stipendi dei parlamentare e cancellarne tutti i benefit; mi si dirà che poi il decreto dovrebbe essere approvato da “loro”, ma a questo non ci penserei: basta invitare alla seduta relativa un bel gruppo di cittadini che faccia sentire la propria voce e vedrete che nessun “ladrone” si permetterebbe di votare contro. Chiaro il concetto?
Cosa si è trovato di fronte l’illustre cattedratico: uso i dati riferiti alla fine del 2011 in quanto all’epoca del suo insediamento erano già conosciuti nelle stanze del potere: dunque, il bilancio del 2011 è abbastanza semplice nella sua drammaticità: a fronte di 436 miliardi di entrate tributarie, ne avevamo spesi 382 per stipendi, pensioni, sanità, ecc. (insomma per la cosiddetta macchina dello Stato) e 42 per investimenti; ne rimanevano 12 – che i tecnici definiscono “avanzo primario” – che però non sono sufficienti a pagare gli interesse del nostro debito pubblico (77 miliardi); la differenza quindi – 65 miliardi che viene definito “deficit” – è andato a sommarsi al precedente e sta per arrivare ai 2.000 miliardi di oggi, pari al 120% del nostro Pil. Come fare per ripianare il debito? L’Europa ci ha concesso 20 anni per dimezzarlo, il che significa avere un avanzo primario di circa 50 miliardi per i prossimi venti anni.
Dato per scontato che siamo il Paese europeo più tartassato dalle tasse, dove potremmo andare a cercare questo avanzo? Al momento vedo soltanto alcuni interventi del governo che mi sembra vadano nella stessa direzione di quello precedente (Berlusconi-Tremonti) cioè tartassare il ceto medio e lasciare in pace i grandi patrimoni.
Abbiamo visto infatti che le prime mosse sono state: intervento sulle pensioni, ripristino dell’ICI (cambiato in IMU), aumenti dell’IVA, intangibilità, o quasi, della famigerata “casta”, alla quale sono state tolte alcune “briciole” e non si è intervenuti con misure pesanti che avrebbero avuto un impatto favorevole anche nei confronti della pubblica opinione.
A proposito di questa “casta”, vi voglio raccontare un particolare che è uscito in questi giorni: il deputato Calearo, eletto nelle liste del PD e poi trasmigrato nel gruppo del noto Scilipoti , ha confessato di non andare più alle sedute della Camera “perché le ritiene inutili”, ma di continuare ugualmente a percepire lo stipendio “perché ha un mutuo di 12.000 euro da pagare ogni mese”; dopo questa dichiarazione è stato subissato dalle critiche e forse ci ripenserà, ma al momento la situazione è questa; inoltre, il nostro deputato ha rivelato di girare con una Porche avente targa slovacca “perché così posso scaricare tutte le spese dell’auto sulle tasse”.
La cosa drammatica non è soltanto che questi “ladroni autorizzati” facciano queste cose, ma che abbiano anche l’ardine di vantarsene con i giornalisti; questo fomenta nei confronti dell’opinione pubblica un sempre maggiore distacco da questi signori che hanno diretto le nostre vite per tanto tempo; l’ho già detto, ma lo ripeto: se il governo Monti avesse voluto mostrare di che pasta era fatto, avrebbe dovuto .- per decreto – “dimezzare” gli stipendi dei parlamentare e cancellarne tutti i benefit; mi si dirà che poi il decreto dovrebbe essere approvato da “loro”, ma a questo non ci penserei: basta invitare alla seduta relativa un bel gruppo di cittadini che faccia sentire la propria voce e vedrete che nessun “ladrone” si permetterebbe di votare contro. Chiaro il concetto?