giovedì, aprile 19, 2012
CON "QUESTI" NON CE LA FACCIAMO
Nel titolo dico che con “questi” non ce la facciamo; avete capito a chi alludo? Per chiarezza, preciso che si tratta dei ”soliti ladroni autorizzati”; per maggiore chiarezza, specifico che alludo ai partiti politici che, nonostante tutte le bufere – anche giudiziarie – non mollano il malloppo che si tengono ben stretto.
Anche se “qualcuno” lancia dei giudizi severi, i tre maggiori partiti italiani – PD,Pdl e Terzo Polo – non consentono a nessuno di mettere bocca nella regolamentazione dei fondi che lo Stato elargisce benevolmente.
Ricordiamo ai più distratti che il “finanziamento pubblico” ai partiti è stato bocciato con una percentuale “bulgara” nel referendum del 1993; i nostri politici, neppure minimamente “toccati” da questo giudizio degli italiani, provvidero immediatamente a cambiare il nome del sussidio, inventandosi il “rimborso elettorale” e, per sopramercato, facendoci un guadagno mostruoso perché si passava dalle 800 lire ai 5 euro ad elettore.
Il flusso elettorale, quindi, anziché diminuire aumenta notevolmente e così la “torta” arriva ai 503 milioni per le politiche del 2008; tale cifra è all’incirca cinque volte quella percepita da tutte le forze politiche europee e risulta lievitata del 1.110% dal 1999 al 2008; da più parti si era chiesto di rivedere la cifra – se non la si voleva abolire del tutto – ma non c’è stato verso e tutto è rimasto tale e quale.
A queste cifre, mi corre l’obbligo far notare ai miei amici lettori che esiste una incongruenza mostruosa, quasi un ossimoro: come si fa a chiamare “rimborso” delle cifre che poi vengono “investite” in titoli anche stranieri, oltre a proprietà immobiliari, oro e diamanti; il tutto, al netto delle cifre che vengono platealmente “rubate” e delle quali si giunge a conoscenza molto tempo dopo. A casa mia, il rimborso è qualcosa che deriva da una cifra già spesa; o mi sbaglio?? Se invece servono per fare investimenti o per comprare case e proprietà varie, cambiategli almeno il nome!!
E poi, come si spiega che un tesoriere abbia potuto appropriarsi di ben 20/milioni di euro senza che non se ne sia sentito il bisogno, cioè senza che sia mancata la carta delle stampanti oppure l’Enel abbia tagliato la luce!!
Passiamo poi all’altro aspetto del problema: tutti i partiti hanno detto all’unisono che la cifra non si toccava, ma che i controlli sarebbero diventati ferrei e che il tutto sarebbe stato controllato da qualcuno al di sopra di loro: Corte dei Conti, società di revisione dei bilanci, insomma tutta gente che i potenti della politica possono tranquillamente manovrare, anche perché l’ultima parola spetterebbe – secondo l’ultima voce sul provvedimento – ai presidenti di Camera e Senato, cioè al massimo della partitocrazia che per nostra sfortuna è diventata “istituzione”.
Quindi, diciamola tutta: siamo daccapo a quindici, come si dice a Roma e non si vede il modo con cui la situazione potrà essere sistemata; certo che la gente della strada diventa sempre più arrabbiata e schifata, ma a “loro” non interessa proprio niente.
Consentitemi poi un ultima notazione: come mai il nostro esimio Presidente della Repubblica non ha fatto sentire la sua voce roboante su questa drammatica situazione in cui – a fronte di tagli e licenziamenti – si buttano soldi per far campare questi signori; l’unica spiegazione è che il Presidente si senta più vicino ai politici che ai cittadini e questo, se permettete, non mi meraviglia proprio per niente, perché non ci dimentichiamo che il bravo Napolitano è stato assunto dalla politica fin dall’età di 25 anni e non è ancora andato in pensione.
Anche se “qualcuno” lancia dei giudizi severi, i tre maggiori partiti italiani – PD,Pdl e Terzo Polo – non consentono a nessuno di mettere bocca nella regolamentazione dei fondi che lo Stato elargisce benevolmente.
Ricordiamo ai più distratti che il “finanziamento pubblico” ai partiti è stato bocciato con una percentuale “bulgara” nel referendum del 1993; i nostri politici, neppure minimamente “toccati” da questo giudizio degli italiani, provvidero immediatamente a cambiare il nome del sussidio, inventandosi il “rimborso elettorale” e, per sopramercato, facendoci un guadagno mostruoso perché si passava dalle 800 lire ai 5 euro ad elettore.
Il flusso elettorale, quindi, anziché diminuire aumenta notevolmente e così la “torta” arriva ai 503 milioni per le politiche del 2008; tale cifra è all’incirca cinque volte quella percepita da tutte le forze politiche europee e risulta lievitata del 1.110% dal 1999 al 2008; da più parti si era chiesto di rivedere la cifra – se non la si voleva abolire del tutto – ma non c’è stato verso e tutto è rimasto tale e quale.
A queste cifre, mi corre l’obbligo far notare ai miei amici lettori che esiste una incongruenza mostruosa, quasi un ossimoro: come si fa a chiamare “rimborso” delle cifre che poi vengono “investite” in titoli anche stranieri, oltre a proprietà immobiliari, oro e diamanti; il tutto, al netto delle cifre che vengono platealmente “rubate” e delle quali si giunge a conoscenza molto tempo dopo. A casa mia, il rimborso è qualcosa che deriva da una cifra già spesa; o mi sbaglio?? Se invece servono per fare investimenti o per comprare case e proprietà varie, cambiategli almeno il nome!!
E poi, come si spiega che un tesoriere abbia potuto appropriarsi di ben 20/milioni di euro senza che non se ne sia sentito il bisogno, cioè senza che sia mancata la carta delle stampanti oppure l’Enel abbia tagliato la luce!!
Passiamo poi all’altro aspetto del problema: tutti i partiti hanno detto all’unisono che la cifra non si toccava, ma che i controlli sarebbero diventati ferrei e che il tutto sarebbe stato controllato da qualcuno al di sopra di loro: Corte dei Conti, società di revisione dei bilanci, insomma tutta gente che i potenti della politica possono tranquillamente manovrare, anche perché l’ultima parola spetterebbe – secondo l’ultima voce sul provvedimento – ai presidenti di Camera e Senato, cioè al massimo della partitocrazia che per nostra sfortuna è diventata “istituzione”.
Quindi, diciamola tutta: siamo daccapo a quindici, come si dice a Roma e non si vede il modo con cui la situazione potrà essere sistemata; certo che la gente della strada diventa sempre più arrabbiata e schifata, ma a “loro” non interessa proprio niente.
Consentitemi poi un ultima notazione: come mai il nostro esimio Presidente della Repubblica non ha fatto sentire la sua voce roboante su questa drammatica situazione in cui – a fronte di tagli e licenziamenti – si buttano soldi per far campare questi signori; l’unica spiegazione è che il Presidente si senta più vicino ai politici che ai cittadini e questo, se permettete, non mi meraviglia proprio per niente, perché non ci dimentichiamo che il bravo Napolitano è stato assunto dalla politica fin dall’età di 25 anni e non è ancora andato in pensione.