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giovedì, marzo 22, 2012

SI AVVICINA IL MOMENTO DELLA SCELTA 

Mi riferisco agli Stati Uniti, dove a fine anno si voterà per l’elezione dell’inquilino della Casa Bianca; in casa repubblicana, si stanno tenendo le “primarie” per identificare lo sfidante del Presidente uscente: vediamo come sta andando.
Al momento, l’ex governatore del Massachussetts, Mitt Romney, è in netto vantaggio e non si vede tra i suoi avversari, colui che possa impensierirlo; alcune caratteristiche del candidato: è mormone, è un liberale “puro”, fra tutti i candidati è il più telegenico e – cosa importantissima in America – ha una potente macchina elettorale che può avvalersi di grandi disponibilità finanziarie da parte dei PAC, Political Actyion Committee, la struttura che segnala le situazioni finanziarie dei vari personaggi politici.
Ed ha anche un altro vantaggio: il favore dei sondaggi e di quasi tutti coloro che vi sono preposti, per cui Mitt parte con qualche vantaggio sui suoi avversari, il più pericoloso dei quali viene identificato nell’italo-americano Rick Santorum.
Ma Romney ha qualche problema di ….”coerenza”: in merito alla riforma sanitaria varata da Obama, Mitt è nettamente contrario e si dichiara disposto a battersi fino alla fine; peccato che nel suo stato, da governatore del Massachussetts, ha varato un piano per la sanità che risulta molto simile a quello nazionale.
La risposta di Mitt a tutti quelli che lo hanno accusato di incoerenza è stata che “quello che risulta accettabile localmente non necessariamente deve essere trasferito all’intera nazione; i cinquanta stati dell’Unione hanno diverse esigenze, risorse e sensibilità”.
La seconda contestazione ideologica, avviene nel campo dell’aborto, con Romney impegnato ad alternare i si ai no a seconda del luogo in cui parlava, il tutto per catturare le simpatie della destra religiosa.
Anche a questa obiezione, la risposta – a mio avviso – non è molto convincente: anche Ronald Reagan alternava il si all’aborto con l’esatto contrario fino a fermarsi sul “pro-life”; e tutti sanno come vinse facile il cow boy.
Ma forse, l’argomento che radunerà quasi tutti i repubblicani attorno a Romney è la scelta storica: impedire che in un secondo mandato Obama aggiunga altri guasti a quelli fatti nel primo.
Su quest’ultimo argomento, si è dichiarato favorevole anche il “forte” Tea Party che – anche se ancora non ufficialmente – sta portandosi sempre più a fianco dell’ex governatore del Massachussets; e i voti che porta quest’ultima struttura sono tanti!!
L’argomento del giorno è «la provocazione di Romney», come viene definita la decisione dell’ex governatore del Massachusetts di sbarcare a Hyde Park per parlare nella «International Hall» dell’Università di Chicago, la stessa dove ha insegnato Obama; intanto ha stravinto anche nelle primarie repubblicane in Illinois con un notevole distacco dal rivale conservatore Rick Santorum.
La vita di Romney “prima della pollitica” potrebbe riservargli qualche grattacapo, proprio perché è piena di successi: è stato amministratore delegato di una grande società di consulenza e fondatore del fondo di private equity Bain Capital; inoltre Romney è stato anche a capo dell'organizzazione dei 19esimi giochi olimpici invernali, svoltisi a Salt Like City nel 2002; si fosse in Italia si sprecherebbero gli avvisi di garanzia per bustarelle e altro, in America n po’ meno, ma qualcosa può certamente capitare al candidato repubblicano.
E Obama? Per il momento ha soltanto il compito di “sbagliare il meno possibile”, ma situazioni come quella in Afghanistan deve risolverle, altrimenti saranno guai.

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