martedì, marzo 06, 2012
IL ROGO DEI CORANI
Bagram, Afghanistan; ricorderete che questo è il luogo dove sorge un carcere tristemente noto soprattutto per le torture e le sconcezze compiute da soldati e soldatesse americane ai danni di prigionieri afgani; particolarmente celebre la foto di quella donna che portava a guinzaglio un afgano nudo come un verme!
Ebbene, gli amici americani ci sono ricascati e proprio nello stesso luogo, Bagram; in occasione dello smaltimento di materiali da una base, un camion militare carico di libri e materiale religioso è arrivato al carcere e l’intero contenuto è stato gettato nell’inceneritore.
I lavoratori afgani che prestano la loro opera nella base, si sono accorti che tra i vari libri c’erano molte copie del Corano e si sono precipitati verso i militari USA per chiedere di non gettare il loro libro sacro nell’inceneritore, ma i soldati hanno replicato che era “materiale del carcere e avevano l’ordine di smaltirlo”; gli operai afgani si sono allora diretti verso il forno tirando fuori pile di libri ancora in fiamme, gridando e piangendo per il gesto sacrilego.
Da quel momento sono cominciati i disordini a Kabul e nelle altre città afgane, con giovani musulmani che cercavano di uccidere gli americani, rei – a loro dire – di oltraggio sacrilego; i militari si sono scusati ed hanno affermato che i libri sarebbero stati bruciati per errore, ma questo – agli occhi degli afgani – appare ancora più oltraggioso in quanto testimonia della superficialità, negligenza e mancanza d’attenzione con cui sono state trattate copie delle Sacre Scritture.
Ma questo Corano cosa è per i fedeli musulmani, cosa rappresenta, soprattutto per i fondamentalisti islamici? Il Corano per i fedeli non è un libro scritto da Maometto – che tra l’altro non sapeva scrivere – ma si tratta di una rivelazione divina “scesa” sulla terra tramite Maometto che, non a caso, non è chiamato in arabo “nabi”, cioè profeta, come invece sono chiamati Abramo, Mosé e lo stesso Gesù, ma viene chiamato “rasul”, che significa letteralmente “messaggero”.
Siamo quindi in presenza di una rilevazione divina che non solo è parola diretta di Allah, ma che – secondo molte scuole teologiche – costituisce un archetipo increato (precedente alla creazione del Mondo), cioè fa parte dell’essenza stessa della divinità.
Possiamo quindi affermare che per i musulmani il Verbo si è fatto libro, così come per i cristiani il Verbo si è fatto carne in Gesù Cristo; pertanto, possiamo dire che per i fedeli di Allah, il Corano è quello che per i cristiani è Gesù.
Si pensi che il rispetto per il Libro Sacro è tale che esso non deve essere toccato con le mani sporche o impure , che non deve essere conservato “in basso”, ma in un luogo “alto e dignitoso” e non deve essere toccato da mani “infedeli”, cioè le nostre.
Di fronte a tutte queste considerazioni, risulta evidente che l’incenerimento di copie del Corano da parte di militari americani sia apparso un vero e proprio sacrilegio agli occhi dei credenti islamici ed anche un atto oltraggioso verso l’intera comunità musulmana.
E per concludere, fa un certo effetto scoprire che nella base di Bagram nessuno degli ufficiali americani abbia avuto il minimo sentore dell’errore che si stava commettendo e delle conseguenze alle quali l’intero contingente statunitense stava andando incontro.
Le manifestazioni di protesta afgane rivolte contro gli americani, hanno provocato finora 29 morti e diverse centinaia di feriti e stanno lasciando una scia di sospetti e di odio verso coloro che – non ci dimentichiamo – arrivarono come un esercito di invasori alla caccia dei talebani e di Bin Laden. Ne vedremo ancora delle belle!!
Ebbene, gli amici americani ci sono ricascati e proprio nello stesso luogo, Bagram; in occasione dello smaltimento di materiali da una base, un camion militare carico di libri e materiale religioso è arrivato al carcere e l’intero contenuto è stato gettato nell’inceneritore.
I lavoratori afgani che prestano la loro opera nella base, si sono accorti che tra i vari libri c’erano molte copie del Corano e si sono precipitati verso i militari USA per chiedere di non gettare il loro libro sacro nell’inceneritore, ma i soldati hanno replicato che era “materiale del carcere e avevano l’ordine di smaltirlo”; gli operai afgani si sono allora diretti verso il forno tirando fuori pile di libri ancora in fiamme, gridando e piangendo per il gesto sacrilego.
Da quel momento sono cominciati i disordini a Kabul e nelle altre città afgane, con giovani musulmani che cercavano di uccidere gli americani, rei – a loro dire – di oltraggio sacrilego; i militari si sono scusati ed hanno affermato che i libri sarebbero stati bruciati per errore, ma questo – agli occhi degli afgani – appare ancora più oltraggioso in quanto testimonia della superficialità, negligenza e mancanza d’attenzione con cui sono state trattate copie delle Sacre Scritture.
Ma questo Corano cosa è per i fedeli musulmani, cosa rappresenta, soprattutto per i fondamentalisti islamici? Il Corano per i fedeli non è un libro scritto da Maometto – che tra l’altro non sapeva scrivere – ma si tratta di una rivelazione divina “scesa” sulla terra tramite Maometto che, non a caso, non è chiamato in arabo “nabi”, cioè profeta, come invece sono chiamati Abramo, Mosé e lo stesso Gesù, ma viene chiamato “rasul”, che significa letteralmente “messaggero”.
Siamo quindi in presenza di una rilevazione divina che non solo è parola diretta di Allah, ma che – secondo molte scuole teologiche – costituisce un archetipo increato (precedente alla creazione del Mondo), cioè fa parte dell’essenza stessa della divinità.
Possiamo quindi affermare che per i musulmani il Verbo si è fatto libro, così come per i cristiani il Verbo si è fatto carne in Gesù Cristo; pertanto, possiamo dire che per i fedeli di Allah, il Corano è quello che per i cristiani è Gesù.
Si pensi che il rispetto per il Libro Sacro è tale che esso non deve essere toccato con le mani sporche o impure , che non deve essere conservato “in basso”, ma in un luogo “alto e dignitoso” e non deve essere toccato da mani “infedeli”, cioè le nostre.
Di fronte a tutte queste considerazioni, risulta evidente che l’incenerimento di copie del Corano da parte di militari americani sia apparso un vero e proprio sacrilegio agli occhi dei credenti islamici ed anche un atto oltraggioso verso l’intera comunità musulmana.
E per concludere, fa un certo effetto scoprire che nella base di Bagram nessuno degli ufficiali americani abbia avuto il minimo sentore dell’errore che si stava commettendo e delle conseguenze alle quali l’intero contingente statunitense stava andando incontro.
Le manifestazioni di protesta afgane rivolte contro gli americani, hanno provocato finora 29 morti e diverse centinaia di feriti e stanno lasciando una scia di sospetti e di odio verso coloro che – non ci dimentichiamo – arrivarono come un esercito di invasori alla caccia dei talebani e di Bin Laden. Ne vedremo ancora delle belle!!