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sabato, marzo 24, 2012

ALTRIMENTI CI ARRABBIAMO 

Ricordate il celebre film del 1974 diretto da Marcello Fondato e interpretato da Bud Spencer e Terence Hill? Lo possiamo definire un classico esempio di “cinema trash”, quelle pellicole che piacciono tanto a Quentin Tarantino, ma mi serve per un certo discorso. Di questo film prendo, oltre al titolo, la caratteristica dei due protagonisti, i quali prima subiscono senza grosse proteste le angherie del boss locale, poi ancora subiscono, finché non ne possono più e…..si arrabbiano!! Farà così anche il popolo italiano? Ci credo poco anche se ci spero tanto.
Questo preambolo, mi serve per introdurre l’argomento che sta alla base di questo mio post: la pubblicazione dei redditi dei parlamentari riferiti all’anno 2011; mi chiederete: cosa c’è di nuovo? Niente, proprio niente, anzi è proprio perché non c’è niente di nuovo che mi arrabbio.
Infatti, il maggiore contribuente è ancora Berlusconi, ma abbiamo una interessante “new entry”: il nuovo premier, Mario Monti, ha sbaragliato tutti i senatori e si è issato imperiosamente in testa alla classifica con un reddito di oltre 1.5 milioni di euro; non male per un novizio, chissà cosa farà alla prossima denuncia!!
È risaputo che le buste paga dei nostri parlamentari sono molto più pesanti di quelle dei colleghi europei ed anche americani, ma non è questo che mi fa arrabbiare in modo particolare; e neppure il fatto che questi costi vanno ad aggiungersi alla corruzione sempre più rampante, che ci consegna alla retroguardia delle graduatorie mondiali della correttezza nella gestione della cosa pubblica.
Il problema è per me un altro: con la pubblicazione di questi elenchi, si crede di tacitare il cittadino mostrandosi ligi alle disposizioni, mentre si evidenziano solo in parte i soldi che questi signori “rubano” allo Stato, cioè a tutti noi.
Infatti, a queste cifre vanno poi aggiunti tanti altri oneri derivanti da benefit e altri accessori che, in alcuni casi, si dimostrano più importanti dello stipendio stesso.
Insomma, il problema è che nel gran calderone della politica – nazionale e locale - ci sguazza una massa di persone che viene quantificata in mezzo milione circa e il cui costo complessivo è pari a quasi 25/miliardi di euro, come a dire il 2% del Pil; mi sembra tanto, anzi tantissimo, ma forse sbaglio.
Comunque, tralasciamo per un momento i redditi dei “potenti” in quanto veniamo indirizzati verso la situazione del fatidico spread, mentre di una cosa siamo ormai certi: la crescita non decolla e la disoccupazione aumenta.
E da questi nuovi gestori del potere dobbiamo sorbirci anche frasi idiote del tipo “il posto fisso è noioso”, ed altre equipollenti, dette proprio da loro che hanno tutti i parenti fino alla terza generazione messi a posto, con impieghi “ultra fissi” e tutti molto ben remunerati; mi verrebbe in mente di dire che questi sono – se possibile - addirittura peggio di quelli che c’erano prima, ma questo non si può dire in quanto rappresenta un reato di “lesa maestà”.
Concludo con una sventagliata di redditi dei “leader” dei partiti: a parte il solito Berlusconi, quello che percepisce più di tutti è Di Pietro (182/mila euro), davanti ad Alfano (169/mila), Bersani (136/mila) e Casini (116/mila); non mi chiedete da cosa scaturiscono queste differenze, poiché non ve lo so dire; forse dipende dal precedente “lavoro” che si integra con quello attuale. Forse, perché è solo una mia congettura, dato che l’ammontare del reddito del singolo parlamentare appare in cifra unica e quindi non è possibile capire quanto incide sulla politica e quanto sul pregresso.

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