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sabato, febbraio 11, 2012

LA CINA E' VICINA...ALLA GERMANIA 

Fra tutti gli Stati che stanno corteggiando la Cina ad investire nei loro Paesi, la Germania ricopre un posto prioritario, sia per la posizione che ricopre all’interno della UE e sia per alcune coincidenze di interesse con il colosso orientale.
Nella recente visita in Cina, la Merkel si è presentata come un leader europeo ma in effetti ha cercato di fare gli interessi del proprio Paese e questi sono soltanto parzialmente coincidente con quelli europei.
Facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire la situazione: da svariato tempo l’America, il F.M.I. e tutti i leader europei a cominciare dal nostro Mario Monti, insistono sulla necessità di interventi per la “crescita” europea; come argomento provato con la Merkel, le dicono che questo aumento favorirebbe anche la Germania che vende con successo i propri prodotti in Europa; un ragionamento che all’apparenza non fa una grinza ma che stranamente vede i tedeschi riluttanti; quale il motivo di tale posizione della Merrkel.
L’argomento che si sente ripetere in Germania è che quel Paese desidererebbe giocare le proprie carte a livello internazionale indipendentemente dall’Europa e quindi i rapporti con la Cina li vorrebbe trattare da singolo stato e non da leader dei Paesi europei.
E questo sarebbe nient’altro che una continuazione dei tanti buoni affari che la Germania ha realizzato con la Cina; secondo i dati ufficiali, la Cina è il primo partner commerciale della Germania e questo vorrà pur dire qualcosa.
Un paio di esempi: tre quarti delle automobili di lusso immatricolate in Cina sono tedesche e addirittura una azienda tedesca su due (quindi il 50%) ha in progetto di costruire impianti in Cina; penso che si possa affermare che tra i due Paesi c’è uno stretto legame commerciale che si colloca prima del legame europeista della Merkel; non dimentichiamoci che Frau Angela non è Kohl, nonostante vengano dallo stesso partito, e che la prima ha come slogan “gli interessi europei si difendono solo se sono coincidenti con quelli tedeschi”.
Insomma, l’ennesima riprova che l’Europa – così come i tre fondatori (De Gasperi, Adenauer e Shuman) l’avevano sognata) è solo un agglomerato di Nazioni, ognuna diversa alle altre e ciascuna con interessi assolutamente diversi dagli altri.
Possiamo dire il motivo? Forse la scarsa preparazione dei singoli popoli ad una unione così stretta, ma anche la mancanza di comunanza politica e militare che continua ad esistere all’interno dell’U.E.
Se vogliamo fare un paragone, possiamo riferirci al periodo in cui venne costituito il Regno d’Italia; sembra – ma le voci sono discordanti – che il Marchese Massimo d’Azeglio, uno dei padri dell’Italia che doveva nascere, abbia affermato: “pur troppo s'è fatta l'Italia, ma non si fanno gl'Italiani” e infatti gli italiani propriamente detti s’hanno ancora da fare: si vedano le uscite variegate della Padania e della Sicilia che testimoniano come l’Italia è di là da venire!!
E se è difficile fare l’Italia figuriamoci quante difficoltà ha la costruzione dell’Europa: mettere insieme le tante diversità delle Nazioni per realizzare un corpo unico che parli con una voce sola e che agisca come un solo uomo.
Volete un esempio: perché non si è arrivati a costituire un esercito unico per l’Europa? Semplice, perché in ogni crisi in cui le Forze Armate vengono impiegate, ci sono i risvolti del business e in questa fase ogni Nazione vuole fare i propri interessi. Chiaro?

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