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domenica, febbraio 05, 2012

LA "CASTA" RESPINGE L'ATTACCO 

Dopo la “bufala” del taglio di 1.300 euro (lordi) e 700 (netti) allo stipendio dei deputati, avevamo sperato che Monti ce la potesse fare; poi, avute maggiori informazioni abbiamo appreso che tale cifra riguardava l’indennità (che ammonta a 11.200 euro mensili) e non lo stipendio e poi abbiamo potuto constatare la vera “presa in giro”: non riguarda l’indennità attuale ma quella “futura”, quella di un prossimo aumento e quindi è un taglio “virtuale” e basta. Chiaro?? Vi sentite presi in giro?? Io sì!
Ci sarebbe poi la questione delle spese; sapete come funziona? Un comune dipendente se viene inviato in missione in un’altra città, al rientro in azienda deve presentare una distinta delle spese sostenute, con tanto di “pezze d’appoggio” e su questa base avviene il rimborso; per deputati e senatori la cosa è un po’ diversa: tutti trovano nella busta paga mensile un forfait mensile di 3.500 euro, ovviamente netti, a titolo di rimborso spese.
Volete un altro esempio di “potenza della casta”? Tutti i parlamentari hanno l’obbligo di rendere pubblici i propri redditi; sapete come hanno fatto per aggirare la norma, scritta da loro stessi? Hanno messo a disposizione degli “elettori che ne facciano richiesta” alcuni libroni in un polveroso ufficio della Camera, consultabili – ma non fotocopiabili – dopo aver preso appuntamento e ricevuto l’OK; non era più semplice metterli on-line sul sito del Parlamento? Nossignori, troppo facile!!
Quindi possiamo dire, riferito ai parlamentari, che “si fanno le leggi” ma trovano anche subito il modo di aggirarle.
Il prode Monti sta combattendo una nuova battaglia: quella sui super-compensi dei manager pubblici; con un provvedimento inviato ai due rami del Parlamento, viene stabilito che i manager di Pubbliche Amministrazioni non potranno percepire un trattamento economico complessivo superiore a quello del primo presidente della Corte di Cassazione, cioè circa 311mila euro lordi annui.
Vengono subito alla mente alcune situazioni che confliggeranno fortemente con questa nuova normativa: il signor Paolo Scaroni, Amministrazione Delegato di ENI, percepisce uno stipendio di 4.420.000 euro lordi l’anno (oltre dieci volte il limite fissato); al suo confronto il signor Fulvio Conti è un poveraccio: per la sua carica di Amministratore Delegato di ENEL, guadagna “soltanto” 1.380.000 euro lordi l’anno, quattro volto il massimale stabilito; ed anche il signor Massimo Sarni, amministratore delegato di Poste Italiane, con i suoi 1.205.000 euro lordi annuali, sfora di poco meno di quattro volte il massimo stabilito.
Pensare che questi tre signori se ne stiano tranquilli a veder taglieggiato il loro stipendio, mi sembra assimilabile al “credere alle favole”; faranno fuoco e fiamme, muoveranno tutte le loro “truppe”, insomma faranno tutto quello che saranno in grado di fare per vanificare questa normativa.
E sulla “risposta” che il premier Monti darà a questi “guastatori” si giudicherà il potere effettivo che il Presidente del Consiglio ha realmente; se riesce a tenere questi signori al loro posto con le nuove cifre stabilite per legge, significa che c’è un vero e proprio intendimento per sistemare una delle maggiori “nefandezze” che ci sono nel nostro sistema pubblico; il premier ha aggiunto che il contenimento dei costi della burocrazia contribuirà a rafforzare il credito di fiducia che i Paesi dell’Eurozona e gli investitori internazionali decideranno di accordare all’Italia.
Parole sante; staremo a vedere come finisce! Siete ottimisti o pessimisti?

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