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lunedì, dicembre 19, 2011

LA MANOVRA DELLO "ZIO" 

Leggo una dichiarazione – estrapolata da un discorso più ampio – in cui il Segretario della Cisl Raffaele Bonanni afferma che questa manovra “sembra fatta da suo zio”; poiché non ho l’onore di conoscere il parente del Bonanni, vado a tentativi per cercare di capire cosa avesse voluto dire con questo accostamento tra lo zio – persona presumibilmente “semplice” e in età avanzata” – e la manovra del Governo Monti.
La costante che dovrebbe indurre ogni riflessione su questi provvedimenti è la banalità degli stessi, così banali che ci sta l’accostamento con lo zio di Bonanni, ma anche con le precedenti manovre dei governi degli anni ’60 o ’70, caratterizzati da frequenti operazioni che sbandieravano l’equità e invece perseguitavano “i soliti noti”; non so perché ma mi viene in mente l’ex Ministro Cirino Pomicino e le “solite” scelte e vedo che sono uguali a quelle di adesso: aumento della benzina, aumento delle tasse (prima casa) e, ultimo della serie, aggiunto “in extremis”, l’aumento delle sigarette.
È ovvio che viene spontanea la domanda: ma per fare questi aumenti era proprio indispensabile “scomodare” tutti questi “cervelloni”? Bastava e avanzava lo zio di Bonanni, aiutato dagli amici della bocciofila!!
Diciamoci la verità: i cittadini italiani, quelli normali, quelli senza SUV, senza barca, senza seconda o terza casa, senza villa al mare o in montagna, insomma proprio quelli tartassati dalla manovra, magari nella loro bontà, avrebbero anche accettato la nuova ICI o l’aumento di alcune tasse, ma avrebbero “VOLUTO” che prima di questo si fosse messo mano a tartassare un poco anche i “soliti ignoti”; e invece niente, la casta non è stata toccata e le due categorie che più stanno invise alle persone “normali” hanno risentito pochissimo della manovra; le due categorie a cui alludo sono i beneficiati della politica (parlamentari e membri di altre assemblee elettive tipo regioni e comuni) e coloro che ostentano la loro ricchezza; dico ostentano perché anche i signori delle tasse, bisogna che siano ciechi per non averli ancora inquadrati.
Ed allora vediamo come si sono svolte le “manovre”: per i parlamentari si sarebbero dovuto parificare i loro stipendi a quelli degli altri parlamenti europei e la cosa non mi sembra che avesse grosse difficoltà operative; siamo in presenza di una anomalia così macroscopica che sembra facile tagliare le prebende degli italiani: il loro stipendio mensile netto (11.7/mila euro) è di gran lunga il più alto d’Europa, seguito a diverse lunghezze da quello degli austriaci (8.8/mila euro) e degli olandesi (7.1/mila); pensate che i parlamenti delle due nazioni che “comandano” in Europa – Germania e Francia – prendono rispettivamente 7.0 e 6.9/mila euro; poiché abbiamo alcuni parlamenti che “pagano poco”. sul tipo della Finlandia (4.9), del Lussemburgo 5.5) e della Grecia 5.7), la media degli stipendi netti nell’eurozona è di 5.339 euro al mese, meno della metà di quanto percepito dagli italiani. Ovviamente mancano le altre voci (rimborsi, diarie,ecc.).
Con questa premessa, mi sembrava che fosse facile dimezzare gli stipendi e invece la casta dei politici – questa volta tutta unita – si è rivoltata contro Monti e gli ha imposto di soprassedere in quanto “ci avrebbero pensato loro”, magari ad anno nuovo, insomma prendendosi tutto il tempo che ci vuole e probabilmente producendo una normativa che permetta di “cambiare tutto perché non cambi niente”, come diceva il Principe di Lampedusa nel “Gattopardo”.
Ma se è vero che gli attuali governanti non hanno mire politiche, perché non hanno chiaramente denunciato questo atteggiamento come minimo dilatorio? Forse ci sono degli interessi intrecciati e non possono? Sarebbe brutto scoprirlo da soli!!

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