sabato, novembre 05, 2011
SETTE MILIARDI
Nei giorni scorsi, esattamente il 31 ottobre - una bambina (filippina, indiana o turca? ancora non è chiaro) – ha fatto raggiungere alla popolazione mondiale la bella cifra di sette miliardi; molti esperti affermano che per la fine del ventunesimo secolo saranno 15/miliardi, dico saranno perché io e molti di voi non ci saremo, ma possiamo dire con certezza che negli ultimi sessanta anni siamo passati da 2.5/miliardi ai sette attuali.
Al di là delle curiosità che ho sopra elencato (di che paese è la fortunata nascitura) e fatte salve le previsioni dei demografi sull’andamento della popolazione, una domanda sorge legittima: questo nostro Pianeta ce la farà a sopportare questi continui aumenti della popolazione? Non credo che ci sia da preoccuparsi; anche perché noi non ci saremo!! Chiaro il concetto?
Sotto il profilo dei numeri, la maggior parte degli esperti concorda nel dire che la popolazione continuerà a crescere moderatamente fino alla metà del secolo, per poi diminuire rapidamente per l’altra metà; questo per effetto dell’aumento della vita effettiva degli individui, controbilanciato dalla analoga diminuzione della natalità sia nei Paesi più sviluppati che nel terzo mondo. Il Mondo dunque non esploderà a breve termine e – anche se il catastrofismo è una nostra mania congenita – magari il nostro futuro si giocherà sulle risorse da salvaguardare; certi che qualunque evento non avrà scadenza “a breve” e quindi Thomas Malthus che aveva previsto una carestia globale come conseguenza della crescente pressione demografica, è stato bellamente sconfessato proprio dalla storia. Ma questo è il destino di chi “immagina” il futuro!!
L’unica cosa che può inquietare le prossime generazioni sarà – a mio modo di vedere – la “forma” di sviluppo che verrà applicato dalle gente del futuro; tutti dicono che sarà inevitabile applicare uno “sviluppo sostenibile”, ma non riesco a capire il significato del termine, in quanto lo sviluppo è già adesso “insostenibile” e ogni suo incremento, al posto di una auspicabile decrescita, porta verso una situazione che definirei almeno “problematica”, se non la vogliamo definire “drammatica”
Ovviamente, come affermano molti economisti, è illusorio pensare di poter salvare capra e cavoli, cioè “sviluppo” e “ambiente” ricorrendo alle fonti di energia cosiddette “alternative” e/o “pulite” (eolica, solare, ecc.), in quanto qualsiasi fonte di energia che viene usata in forma massiva è inquinante alla stessa stregua di come un oggetto, anche il più innocente (un foglio di carta) se riempie una casa fino all’inverosimile, fa diventare quell’ambiente “insalubre”.
Ho fatto questo discorso perché il dubbio che attanaglia il genere umano è “come l’uomo del futuro affronterà la richiesta di energia”, unico volano per determinare lo sviluppo dei popoli.
Per quanto concerne poi l’alimentazione, già adesso esistono milioni di persone che muoiono di fame e – continuando di questo passo – questi disgraziati non possono altro che aumentare in un prossimo futuro.
La soluzione a questo problema è duplice; la prima è un consumo più responsabile: non scordiamo che con quello che l’occidente opulento getta nella pattumiera camperebbero milioni di persone, quindi l’obiettivo potrebbe essere quello di educare la gente a consumare in modo più consapevole e più ragionevole; l’altro “sistema” è aspettarci che prima o poi coloro che non hanno cibo a sufficienza vengano a strapparcelo di bocca senza tanti complimenti; quale delle due strade è preferibile? Ognuno di noi può scegliere su quale preferisce affrontare il futuro!!
Al di là delle curiosità che ho sopra elencato (di che paese è la fortunata nascitura) e fatte salve le previsioni dei demografi sull’andamento della popolazione, una domanda sorge legittima: questo nostro Pianeta ce la farà a sopportare questi continui aumenti della popolazione? Non credo che ci sia da preoccuparsi; anche perché noi non ci saremo!! Chiaro il concetto?
Sotto il profilo dei numeri, la maggior parte degli esperti concorda nel dire che la popolazione continuerà a crescere moderatamente fino alla metà del secolo, per poi diminuire rapidamente per l’altra metà; questo per effetto dell’aumento della vita effettiva degli individui, controbilanciato dalla analoga diminuzione della natalità sia nei Paesi più sviluppati che nel terzo mondo. Il Mondo dunque non esploderà a breve termine e – anche se il catastrofismo è una nostra mania congenita – magari il nostro futuro si giocherà sulle risorse da salvaguardare; certi che qualunque evento non avrà scadenza “a breve” e quindi Thomas Malthus che aveva previsto una carestia globale come conseguenza della crescente pressione demografica, è stato bellamente sconfessato proprio dalla storia. Ma questo è il destino di chi “immagina” il futuro!!
L’unica cosa che può inquietare le prossime generazioni sarà – a mio modo di vedere – la “forma” di sviluppo che verrà applicato dalle gente del futuro; tutti dicono che sarà inevitabile applicare uno “sviluppo sostenibile”, ma non riesco a capire il significato del termine, in quanto lo sviluppo è già adesso “insostenibile” e ogni suo incremento, al posto di una auspicabile decrescita, porta verso una situazione che definirei almeno “problematica”, se non la vogliamo definire “drammatica”
Ovviamente, come affermano molti economisti, è illusorio pensare di poter salvare capra e cavoli, cioè “sviluppo” e “ambiente” ricorrendo alle fonti di energia cosiddette “alternative” e/o “pulite” (eolica, solare, ecc.), in quanto qualsiasi fonte di energia che viene usata in forma massiva è inquinante alla stessa stregua di come un oggetto, anche il più innocente (un foglio di carta) se riempie una casa fino all’inverosimile, fa diventare quell’ambiente “insalubre”.
Ho fatto questo discorso perché il dubbio che attanaglia il genere umano è “come l’uomo del futuro affronterà la richiesta di energia”, unico volano per determinare lo sviluppo dei popoli.
Per quanto concerne poi l’alimentazione, già adesso esistono milioni di persone che muoiono di fame e – continuando di questo passo – questi disgraziati non possono altro che aumentare in un prossimo futuro.
La soluzione a questo problema è duplice; la prima è un consumo più responsabile: non scordiamo che con quello che l’occidente opulento getta nella pattumiera camperebbero milioni di persone, quindi l’obiettivo potrebbe essere quello di educare la gente a consumare in modo più consapevole e più ragionevole; l’altro “sistema” è aspettarci che prima o poi coloro che non hanno cibo a sufficienza vengano a strapparcelo di bocca senza tanti complimenti; quale delle due strade è preferibile? Ognuno di noi può scegliere su quale preferisce affrontare il futuro!!