lunedì, novembre 21, 2011
MONTI, PENSA AI GIOVANI!!
Nella sbornia collettiva di “osanna” rivolti al neo Presidente, Mario Monti, si nota l’assenza dei giovani che, al contrario, manifestano in varie città d’Italia con una serie di slogan che se la prendono con “il governo dei banchieri”, al quale rivolgono l’invito a far pagare i costi della crisi solo a chi li ha provocati, cioè alle Banche ed alle finanziarie e non alla gente comune che niente sapeva e niente continua a sapere di quel che è successo.
Non vogliono sentir parlare di tagli e di altre diavolerie, in quanto vedono la situazione in modo diametralmente opposto a quello degli uomini politici: chi ha combinato il pasticcio paghi con tutto quello che possiede, fino alla settima generazione, mentre “la politica” continua con la solita solfa: taglia questo, taglia quello e poi vediamo!!
Cosa volevano ancora i giovani? Questi ragazzi, che da Roma a Milano, da Palermo a New York, stanno invadendo le piazze e le strade per protestare contro questa situazione, mi sembra che prima di ogni altra cosa desidererebbero che “il mondo cambiasse” o meglio, che il tipo di vita che abbiamo tutti condotto finora, imboccasse una strada nuova e diversa, dove il merito prende il posto della raccomandazione e via di questo passo.
Si badi bene che questi giovani sono – in massima parte – studenti universitari che stanno frequentando le facoltà più strampalate e che sperano, con questi studi, di poter ottenere un posto di rilievo in questa società.
Quindi, la prima fregatura l’hanno già avuta quando si sono iscritti a una di quelle facoltà creata per “interessi di bottega” di qualche politico locale, ma che sforna giovanotti e ragazze che non hanno nessuna attinenza con quello che è la vita reale.
Il Presidente del CENSIS, De Rita, commenta questa situazione con una frase lapidaria;: “meglio un giovane carrozziere che un laureato in nulla”; chi sono questi laureati in nulla? Sono quelli che stanno frequentando i circa 3600 corsi istituiti dai vari Senati accademici a seguito della riforma universitaria che ha creato una proliferazione insensata e una sovrabbondanza di offerta formativa.
Nella migliore delle ipotesi, si tratta di giovani che pagano un caro prezzo per effetto del surplus di laureati in discipline non richieste dal mercato del lavoro, persone “istruite”, ma senza una collocazione professionale precisa; una volta queste persone venivano assorbite dalla ”pubblica amministrazione”, ma adesso il comparto sta dimagrendo fortemente e dolorosamente.
Ed allora questi giovani stanno attendendo un treno che non passa e nel frattempo protestano contro tutte le autorità che hanno contribuito allo sfascio che stanno vivendo; ma non demordono e non si danno per vinti: a New York li fanno sloggiare dopo qualche giorno e loro si trasferiscono da un’altra parte, laddove riprendono a scandire gli stessi slogan e ad attaccare le stesse strutture finanziarie.
A questi ragazzi, poiché non possiamo assicurare loro un futuro successo nella vita, dobbiamo almeno far capire che la vita che stiamo tutti conducendo non è quella più adatta per raggiungere “la felicità” e che dovremmo invertire alcuni parametri che abbiamo circa le priorità da dare alle nostre esigenze; credo che solo così i giovani potranno smettere di essere “arrabbiati”; tutta la politica credeva che adesso, fatto fuori Berlusconi, la strada fosse in discesa, ma l’impatto con Zuccotti Park dovrebbe aver fatto capire a tutti che non è sufficiente; ci vuole qualcos’altro? Cosa? Semplice: una nuova e più affascinante prospettiva di vita!
Non vogliono sentir parlare di tagli e di altre diavolerie, in quanto vedono la situazione in modo diametralmente opposto a quello degli uomini politici: chi ha combinato il pasticcio paghi con tutto quello che possiede, fino alla settima generazione, mentre “la politica” continua con la solita solfa: taglia questo, taglia quello e poi vediamo!!
Cosa volevano ancora i giovani? Questi ragazzi, che da Roma a Milano, da Palermo a New York, stanno invadendo le piazze e le strade per protestare contro questa situazione, mi sembra che prima di ogni altra cosa desidererebbero che “il mondo cambiasse” o meglio, che il tipo di vita che abbiamo tutti condotto finora, imboccasse una strada nuova e diversa, dove il merito prende il posto della raccomandazione e via di questo passo.
Si badi bene che questi giovani sono – in massima parte – studenti universitari che stanno frequentando le facoltà più strampalate e che sperano, con questi studi, di poter ottenere un posto di rilievo in questa società.
Quindi, la prima fregatura l’hanno già avuta quando si sono iscritti a una di quelle facoltà creata per “interessi di bottega” di qualche politico locale, ma che sforna giovanotti e ragazze che non hanno nessuna attinenza con quello che è la vita reale.
Il Presidente del CENSIS, De Rita, commenta questa situazione con una frase lapidaria;: “meglio un giovane carrozziere che un laureato in nulla”; chi sono questi laureati in nulla? Sono quelli che stanno frequentando i circa 3600 corsi istituiti dai vari Senati accademici a seguito della riforma universitaria che ha creato una proliferazione insensata e una sovrabbondanza di offerta formativa.
Nella migliore delle ipotesi, si tratta di giovani che pagano un caro prezzo per effetto del surplus di laureati in discipline non richieste dal mercato del lavoro, persone “istruite”, ma senza una collocazione professionale precisa; una volta queste persone venivano assorbite dalla ”pubblica amministrazione”, ma adesso il comparto sta dimagrendo fortemente e dolorosamente.
Ed allora questi giovani stanno attendendo un treno che non passa e nel frattempo protestano contro tutte le autorità che hanno contribuito allo sfascio che stanno vivendo; ma non demordono e non si danno per vinti: a New York li fanno sloggiare dopo qualche giorno e loro si trasferiscono da un’altra parte, laddove riprendono a scandire gli stessi slogan e ad attaccare le stesse strutture finanziarie.
A questi ragazzi, poiché non possiamo assicurare loro un futuro successo nella vita, dobbiamo almeno far capire che la vita che stiamo tutti conducendo non è quella più adatta per raggiungere “la felicità” e che dovremmo invertire alcuni parametri che abbiamo circa le priorità da dare alle nostre esigenze; credo che solo così i giovani potranno smettere di essere “arrabbiati”; tutta la politica credeva che adesso, fatto fuori Berlusconi, la strada fosse in discesa, ma l’impatto con Zuccotti Park dovrebbe aver fatto capire a tutti che non è sufficiente; ci vuole qualcos’altro? Cosa? Semplice: una nuova e più affascinante prospettiva di vita!