domenica, ottobre 30, 2011
UNO SGUARDO ALLA PUBBLICITA' TELEVISIVA
La pubblicità di questi ultimi tempi mi è sembrata sempre più “computer-dipendente” e sempre meno riempita di idee degli autori; questi ultimi, in alcuni casi, si riversano su stereotipi stra-usati, tipico modo di sopperire alla carenza di idee proprie.
Cominciamo con la povera Uma Turman, costretta ad interpretare una figura femminile – tipica “mangiatrice di uomini – che con un fare tipicamente da seduttrice, invita uno sprovveduto giovanottino a bere con lei; quando quest’ultimo le chiede – tanto per essere chiari – se intende “fare sesso”, la bellona replica che non allude al sesso ma allo Shwepps (bibita gassata) sottacendo che tra le due cose – la bibita ed il sesso – si sta creando una sorta di connessione: quindi, quando bevi quella certa bibita non solo “evochi” la bella Uma, ma ci fai anche sesso!!Tutto questo è ovviamente “tirato per i capelli” e assume un minimo di dignità solo per la presenza della Turman.
Un altro spot che “evoca” la sessualità, o meglio la potenza sessuale, è quello della caramellino Frisck, adatta per la freschezza che porta in bocca; il commercial presenta il protagonista (un fantoccio creato al computer) che deve passare sotto un metal detector e a quel momento suona l’allarme; viene fatto uscire e gli viene passato addosso un metal detector portatile che individua una presenza metallica “in quel posto” e lui dichiara contento “ce l’ho di metallo”, al che si aggiunge lo slogan di rito “Frisk, freschezza fuori controllo”. Che dire? Solo un po’ di prurito sessuale!!
Per la “religione” abbiamo il grosso spot della Sky che esce addirittura con varie versioni, tutte centrate sul “miracolo”; ricorderete quello in cui la vecchietta palleggia come l’argentino Messi oppure quello del piccoletto che non riesce a superare uno sbarramento di persone e che viene aiutato da un famoso giocatore italiano di rugby che se lo carica sulle spalle e gli consente di vedere quello che c’è davanti alla fila di persone; in entrambi i casi lo slogan è “miracolo”, sia quello che consente alla vecchietta di fare quella esibizione con il pallone che quello che consente al piccoletto di vedere di là dalla folla. Basta questo per gridare al miracolo? Forse se la frase la collochiamo in un certo modo di dire, pazienza, ma nello spot, la scenografia ed i costumi richiamano paramenti sacri che sarebbero quelli che consentono l’eccezionalità delle cose, cioè il miracolo. Ne viene fuori una presa in giro del concetto di miracolo? Certo, mi sembra il minimo che si possa dire!!
Uno invece che mi è sembrato interessante è quello che pubblicizza la Renault/Megane: la vicenda narra di un giovanotto che accompagna a casa una ragazza, la quale all’arrivo a destinazione invita il giovane a salire in casa con lei (allusivamente); ma lui risponde che l’ha accompagnata solo per provare l’auto, perché si diverte a guidarla; e basta….Chiaro il concetto??
Mentre l’ultimo che vorrei analizzare è quello della carta igienica “Tempo” che, secondo il testo, deve avere morbidezza e resistenza e l’azienda, per fare questo, mischia in una specie di crogiolo, degli scarponi e delle incudini di ferro con panni morbidi e con carta velina, generando la carta igienica di cui si diceva, la quale ha: la “morbistenza”, unione delle due caratteristiche in una parola che non ha senso e non esiste in natura. Lo spot non è eccezionale, ma inventa un termine che, se entra nel linguaggio comune, fa il gioco dell’azienda, in quanto ogni volta che viene citato nelle frasi comuni, è come se si vedesse uno spot in televisione. Mica male come idea e poi quanto denaro risparmiato sulla pianificazione dello spot!!
Intanto, “Allegria!”: è ricominciato “Il grande fratello”; potremmo desiderare di meglio?
Cominciamo con la povera Uma Turman, costretta ad interpretare una figura femminile – tipica “mangiatrice di uomini – che con un fare tipicamente da seduttrice, invita uno sprovveduto giovanottino a bere con lei; quando quest’ultimo le chiede – tanto per essere chiari – se intende “fare sesso”, la bellona replica che non allude al sesso ma allo Shwepps (bibita gassata) sottacendo che tra le due cose – la bibita ed il sesso – si sta creando una sorta di connessione: quindi, quando bevi quella certa bibita non solo “evochi” la bella Uma, ma ci fai anche sesso!!Tutto questo è ovviamente “tirato per i capelli” e assume un minimo di dignità solo per la presenza della Turman.
Un altro spot che “evoca” la sessualità, o meglio la potenza sessuale, è quello della caramellino Frisck, adatta per la freschezza che porta in bocca; il commercial presenta il protagonista (un fantoccio creato al computer) che deve passare sotto un metal detector e a quel momento suona l’allarme; viene fatto uscire e gli viene passato addosso un metal detector portatile che individua una presenza metallica “in quel posto” e lui dichiara contento “ce l’ho di metallo”, al che si aggiunge lo slogan di rito “Frisk, freschezza fuori controllo”. Che dire? Solo un po’ di prurito sessuale!!
Per la “religione” abbiamo il grosso spot della Sky che esce addirittura con varie versioni, tutte centrate sul “miracolo”; ricorderete quello in cui la vecchietta palleggia come l’argentino Messi oppure quello del piccoletto che non riesce a superare uno sbarramento di persone e che viene aiutato da un famoso giocatore italiano di rugby che se lo carica sulle spalle e gli consente di vedere quello che c’è davanti alla fila di persone; in entrambi i casi lo slogan è “miracolo”, sia quello che consente alla vecchietta di fare quella esibizione con il pallone che quello che consente al piccoletto di vedere di là dalla folla. Basta questo per gridare al miracolo? Forse se la frase la collochiamo in un certo modo di dire, pazienza, ma nello spot, la scenografia ed i costumi richiamano paramenti sacri che sarebbero quelli che consentono l’eccezionalità delle cose, cioè il miracolo. Ne viene fuori una presa in giro del concetto di miracolo? Certo, mi sembra il minimo che si possa dire!!
Uno invece che mi è sembrato interessante è quello che pubblicizza la Renault/Megane: la vicenda narra di un giovanotto che accompagna a casa una ragazza, la quale all’arrivo a destinazione invita il giovane a salire in casa con lei (allusivamente); ma lui risponde che l’ha accompagnata solo per provare l’auto, perché si diverte a guidarla; e basta….Chiaro il concetto??
Mentre l’ultimo che vorrei analizzare è quello della carta igienica “Tempo” che, secondo il testo, deve avere morbidezza e resistenza e l’azienda, per fare questo, mischia in una specie di crogiolo, degli scarponi e delle incudini di ferro con panni morbidi e con carta velina, generando la carta igienica di cui si diceva, la quale ha: la “morbistenza”, unione delle due caratteristiche in una parola che non ha senso e non esiste in natura. Lo spot non è eccezionale, ma inventa un termine che, se entra nel linguaggio comune, fa il gioco dell’azienda, in quanto ogni volta che viene citato nelle frasi comuni, è come se si vedesse uno spot in televisione. Mica male come idea e poi quanto denaro risparmiato sulla pianificazione dello spot!!
Intanto, “Allegria!”: è ricominciato “Il grande fratello”; potremmo desiderare di meglio?