mercoledì, ottobre 26, 2011
QUALCHE BUONA NOTIZIA (POCHE!!)
In questa società piena di egoismi, alcuni atteggiamenti mi stanno colpendo e – anche se non dobbiamo illuderci oltre misura – mi fanno guardare il futuro con occhi diversi, dato che riguardano gente comune, sul tipo di quella che prese parte alla marcia dei 40.000 a Torino avvenuta nell’ottobre del 1980 (cioè 30 anni fa).
Gli eventi in questione sono un paio e si riferiscono a manifestazioni che vedono radunata tanta gente “normale”, quelli strati insospettabili della popolazione che mai e poi mai si sarebbero visti a protestare per qualcosa. Ed invece i tagli, le chiusure di strutture utilissime, fanno innervosire questa sorta di “maggioranza silenziosa” che ha deciso di uscire dal letargo e cominciare a far sentire la sua voce.
Il primo evento è una sorta di comitato sorto per difendere il taglio di alcuni ospedali e presidi sanitari; i partecipanti non sono certo dei facinorosi ma tranquilli e pacifici borghesi e madri di famiglia che cercano di difendere con le unghie e con i denti quelli che, da decenni, rappresentano dei punti di riferimento per quelle comunità.
Pensate che in un caso, a capo dei protestatari c’è un sacerdote novantenne che ha speso una vita come cappellano di un ospedale per difendere il quale è sceso in campo insieme a tanta altra brava gente.
Il secondo campanellino che a mio giudizio dovrebbe risuonare nella testa delle nostre autorità, è una cosa un po’ particolare; ricorderete che – quasi a mo’ di battuta – fu chiesto alla gente di segnalare alla Guardia di Finanza situazioni fiscali apparentemente anomale che potrebbero richiedere un intervento delle autorità.
Ebbene, questo tipo di segnalazioni stanno fioccando e non si tratta di episodi marginali – del tipo di mancata emissione di scontrino fiscale – ma di vere e proprie rivelazioni su contabilità tenute “in nero” e su grandi patrimoni occultati completamente al fisco; questo atteggiamento mi induce a compiere una riflessione che, partendo dal periodo in cui vigeva una omertà generalizzata, si passò ad una ammirazione nei confronti di chi riusciva a “farla franca” per arrivare poi ad una delazione che non discende soltanto dall’invidia ma parte dalla consapevolezza che chi fa il furbo e non paga il dovuto, non fa altro che togliere risorse alla macchina pubblica che poi si rivolge a tutti noi, anche a quelli che hanno già pagato, per chiedere altre risorse.
Insomma, questi episodi, sommati a tanti altri che non sto a raccontare, mi inducono a pensare che anche l’italiano “medio”, quello che fino ad ora lasciava correre, sia arrivato ad essere molto esasperato da tutto quello che vede succedere intorno a lui e comincia a dare segnali di irrequietezza.
A fianco di queste situazioni e parlando sempre di “tagli”, devo segnalare una iniziativa di un quotidiano che ha invitato i propri lettori a contribuire ad una colletta per pagare la benzina alle tante auto della Polizia appiedate per mancanza di carburante; ebbene, sono state raccolti 5/mila euro in un solo giorno, ma adesso il problema è come fare a consegnarli e a chi dare questi soldi; perché le macchine sono ferme perché mancano i quattrini per fare rifornimento, ma la burocrazia non riesce ad indicare a chi ha i mezzi per farlo, il modo di sbloccare la situazione, aiutando le forze dell’ordine a fare il proprio lavoro.
Per concludere, voglio aggiungere una semplice considerazione: la gente comune, quella che non si sognerebbe mai di sfasciare una vetrina, quella che paga regolarmente le tasse, comincia a capire che è giunto il momento di intervenire di persona e di smettere di “delegare”: in ogni modo la si guardi, è una buona notizia!!
Gli eventi in questione sono un paio e si riferiscono a manifestazioni che vedono radunata tanta gente “normale”, quelli strati insospettabili della popolazione che mai e poi mai si sarebbero visti a protestare per qualcosa. Ed invece i tagli, le chiusure di strutture utilissime, fanno innervosire questa sorta di “maggioranza silenziosa” che ha deciso di uscire dal letargo e cominciare a far sentire la sua voce.
Il primo evento è una sorta di comitato sorto per difendere il taglio di alcuni ospedali e presidi sanitari; i partecipanti non sono certo dei facinorosi ma tranquilli e pacifici borghesi e madri di famiglia che cercano di difendere con le unghie e con i denti quelli che, da decenni, rappresentano dei punti di riferimento per quelle comunità.
Pensate che in un caso, a capo dei protestatari c’è un sacerdote novantenne che ha speso una vita come cappellano di un ospedale per difendere il quale è sceso in campo insieme a tanta altra brava gente.
Il secondo campanellino che a mio giudizio dovrebbe risuonare nella testa delle nostre autorità, è una cosa un po’ particolare; ricorderete che – quasi a mo’ di battuta – fu chiesto alla gente di segnalare alla Guardia di Finanza situazioni fiscali apparentemente anomale che potrebbero richiedere un intervento delle autorità.
Ebbene, questo tipo di segnalazioni stanno fioccando e non si tratta di episodi marginali – del tipo di mancata emissione di scontrino fiscale – ma di vere e proprie rivelazioni su contabilità tenute “in nero” e su grandi patrimoni occultati completamente al fisco; questo atteggiamento mi induce a compiere una riflessione che, partendo dal periodo in cui vigeva una omertà generalizzata, si passò ad una ammirazione nei confronti di chi riusciva a “farla franca” per arrivare poi ad una delazione che non discende soltanto dall’invidia ma parte dalla consapevolezza che chi fa il furbo e non paga il dovuto, non fa altro che togliere risorse alla macchina pubblica che poi si rivolge a tutti noi, anche a quelli che hanno già pagato, per chiedere altre risorse.
Insomma, questi episodi, sommati a tanti altri che non sto a raccontare, mi inducono a pensare che anche l’italiano “medio”, quello che fino ad ora lasciava correre, sia arrivato ad essere molto esasperato da tutto quello che vede succedere intorno a lui e comincia a dare segnali di irrequietezza.
A fianco di queste situazioni e parlando sempre di “tagli”, devo segnalare una iniziativa di un quotidiano che ha invitato i propri lettori a contribuire ad una colletta per pagare la benzina alle tante auto della Polizia appiedate per mancanza di carburante; ebbene, sono state raccolti 5/mila euro in un solo giorno, ma adesso il problema è come fare a consegnarli e a chi dare questi soldi; perché le macchine sono ferme perché mancano i quattrini per fare rifornimento, ma la burocrazia non riesce ad indicare a chi ha i mezzi per farlo, il modo di sbloccare la situazione, aiutando le forze dell’ordine a fare il proprio lavoro.
Per concludere, voglio aggiungere una semplice considerazione: la gente comune, quella che non si sognerebbe mai di sfasciare una vetrina, quella che paga regolarmente le tasse, comincia a capire che è giunto il momento di intervenire di persona e di smettere di “delegare”: in ogni modo la si guardi, è una buona notizia!!