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sabato, ottobre 01, 2011

L'ISLAM APRE ALLE DONNE? 

Mentre le notizie di stampa riportano quasi quotidianamente notizie su abusi di genitori o coniugi di religione islamica nei confronti delle figlie o delle mogli che aspirerebbero a vivere all’occidentale, si ha notizie che nella capitale dell’islamismo – l’Arabia Saudita - il suo re Abdullah (87 anni) ha concesso il diritto di voto “anche” alle donne, per le elezioni amministrative previste per il 2015; nessuno nega che questo possa considerarsi un successo della lotta silenziosa (se parlavano le imprigionavano) che il movimento delle donne musulmane ha portato avanti per moltissimi anni, ma vediamo cosa comporta questa vittoria; intanto vorrei fare una notazione: la nuova norma entra in vigore nel 2015, quando cioè Abdullah avrà superato i 90 anni; non vorrei che avesse lasciato ai suoi eredi questa “scomoda eredità”!!
Come dicevo prima, la novità verrà sperimentata alle amministrative del 2015, semplicemente perché quelle sono le uniche elezioni presenti in Arabia Saudita, non essendoci nessuna consultazione politica.
Ma torniamo alle amministrative: vi si elegge la metà dei consiglieri comunali, mentre l’altra metà è scelta dal governo, il quale – sia ben chiaro - è di esclusiva nomina reale.
Altra storica vittoria delle donne è la concessione di poter entrare nella “Shura”, una sorta di Camera avente solo poteri consultivi per la Corona, composta da 150 membri di nomina reale; quindi dal 2015 il re potrà nominare anche delle donne!!
Queste prime affermazioni del “femminismo arabo”, prendono le mosse da un movimento che, sia in Arabia Saudita che in altri paesi arabi ed anche in Iran, cerca una legittimazione ideologica e religiosa alle istanze tese a conquistare una effettiva parità con gli uomini; dicono, in bella sostanza, che il Corano non assegna affatto alle donne un ruolo subordinato all’altro sesso, mentre garantisce i diritti femminili anche quando prescrive la segregazione rispetto al genere maschile.
La prima donna a teorizzare questo aspetto del femminismo è stata proprio una saudita, Mai Yamani, che nel 1996 ha pubblicato un suo libro dal titolo “Feminism and Islam”; poi sono arrivate alcune femministe turche ed anche marocchine ed iraniane, tra cui la moglie dell’anti Ahmadinejad, Moussavi.
Ma vediamo cosa è stato “conquistato”, al momento, in Arabia Saudita, cioè nella patria della prima donna che ha scritto di femminismo; anzitutto le donne non possono viaggiare da sole (viene loro negato il passaporto), non possono avere la patente, non possono lavorare o subire un intervento chirurgico senza il beneplacito del padre o del marito; quindi possiamo dire che sono tutte “conquiste” da fare!!
Tanto per dire, proprio in occasione dello storico annuncio del Re sul diritto di voto concesso alle donne, il Tribunale di Gedda ha condannato una ragazza a 10 frustate per aver guidato un’auto; la sentenza è stata annullata in extremis per l’intervento dello stesso sovrano saudita.
Insomma, così come il recita proverbio occidentale “una rondine non fa primavera”, così le aperture di qualche sovrano o le autorizzazioni che di volta in volta vengono concesse alle donne islamiche, non bastano affatto a far loro conseguire dei diritti almeno “vicini” a quelli già in possesso delle loro colleghe occidentali.
Il lavoro da fare è ancora moltissimo e al tempo stesso molto pericoloso, perché i signori maschietti mi sembrano assai violenti verso coloro che cercano di arrivare almeno al loro pari (le donne); e allora? Allora è indispensabile non scoraggiarsi e non perdersi d’animo ma continuare la lotta con tutte le armi a disposizione.

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