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giovedì, ottobre 06, 2011

LA SENTENZA DI PERUGIA 

Ha fatto scalpore e suscitato molte polemiche la sentenza della Corte d’Appello di Perugia che ha mandato assolti – per non aver commesso il fatto – Amanda e Raffaele, i due ragazzi accusati di avere ucciso nel novembre 2007 una ragazzina come loro, Meredith, e per questo erano stato condannati nel dicembre 2009 a 25 e 26 anni di reclusione.
Il tam tam mediatico è risuonato al massimo:; oltre 400 testate televisive di tutto il mondo erano “accampate” nel vicoletto di fronte al Tribunale di Perugia e, un migliaio di giornalisti della carta stampata seguivano l’evento in apposita sala stampa.
Non ho seguito il processo di primo grado e neppure questo, in quanto sono contrario alla cronaca nera raccontata dai media e quindi non mi esprimerò sul merito della vicenda, ma su tutto quello che è ruotato attorno.
Anzitutto un contrasto: i PM di Perugia hanno affermato che con questa sentenza di assoluzione “non c’è stata giustizia”, mentre i familiari della ragazzina uccisa hanno confermato “di credere ancora nella giustizia italiana”; un contrasto sintomatico della confusione che si crea attorno ad un evento quando ci si mettono i mass media.
Vorrei riportare alcune considerazioni, ovviamente in forma parziale, fatte dai PM perugini sull’assoluzione; la prima è stupefacente e recita “ha vinto il ricco sul povero, l’America sull’Italia, il privato sul pubblico; non ha vinto la giustizia, ma le superconsulenze contro i due mila euro di Patrizia Stefanoni”; si allude allo stipendio della funzionaria di Polizia che analizzò un gancetto del reggiseno e il coltello, traendo delle conclusioni che poi, la perizia successiva ha demolito.
Il PM ha poi proseguito con una frase che non mi è piaciuta per niente: “il nostro sistema giudiziario è il più garantista di tutti, forse anche un po’ troppo”; ed anche l’altra “i giudici del riesame sono entrati nel processo con la volontà di assolverli”.
Queste frasi ero abituato a sentirle usare dai “politici” (uno tra tutti ne fa largo uso), ma mai avrei pensato di udirle da un magistrato sconfitto al secondo grado di giudizio; questa reprimenda nei confronti dei colleghi giudici, mi è apparsa completamente fuori luogo e addirittura meritoria di una inchiesta da parte del suo superiore.
Intanto, in tutto questo gran bailamme, ci siamo scordati che il processo ha detto una cosa della quale non possiamo andare fieri: la povera Meredith è stata uccisa e anche in modo barbaro, con un fendente che le ha tagliato la gola da parte a parte; chi è stato non si sa; e ai genitori della ragazza cosa diciamo??
Ma torniamo ai nostri due ragazzi “assolti con formula piena”; Raffaele è tornato nella sua Puglia ed è rientrato in famiglia per riassaporare gli odori dei suoi posti; Amanda è volata negli Stati Uniti, attesa da una folla plaudente e da uno stormo di telecamere.
Volete una previsione: non posso esprimermi sul ragazzo, ma la giovane Amanda sono certo che “userà” tutta questa vicenda per fare carriera bel mondo dello spettacolo e, di conseguenza, per fare soldi, anche se alla sua famiglia non mancano.
Anzi, possiamo dire che Amanda, arrivata a Perugia per studiare e conseguire una laurea, se ne ritorna a casa con un alone di notorietà che le renderà – in termini economici – molto di più di una qualsiasi laurea
Per concludere, due ragazzi sono stati in galera per quattro anni e adesso vengono messi fuori; come verranno compensati se la Cassazione confermerà il giudizio di assoluzione? Dallo Stato, come è previsto dalla legge, senza nessun addebito ai magistrati che hanno condotto così maldestramente l’inchiesta e i processi.

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