mercoledì, luglio 06, 2011
UN PAIO DI ARGOMENTI INTERESSANTI
Il Mondo – per fortuna – non si esaurisce con le problematiche relative alla manovra del governo ed alle conseguenze per la gente; per fortuna, dicevo, ogni tanto capita anche di imbattersi in cose che volano molto più alto delle diatribe pro o contro Tremonti; ed è quello che mi è capitato di leggere e che mi sento di consigliare anche ai miei amici; se non altro per cambiare aria al nostro cervello!!
Il primo “suggerimento” scaturisce da un libro – tra l’altro gustoso e interessantissimo – che tratta un argomento da me citato varie volte: il superfluo; il libro s’intitola “Una vita low cost” di Marco Mengoli e indica, appunto, un modo di vivere che scarta tutto quello che non è “indispensabile” ma che l’autore non chiama mai “privazioni”.
Il primo argomento tratta del mangiare e ci mostra tutta una serie di accorgimenti per tirare avanti benissimo con gli assaggi gratuiti offerti dai supermercati; quindi, si tratta di usare gli “inventori” del superfluo per risparmiare e addirittura mangiare gratis.
E che ne dite dell’idea di portarsi dietro le bevande in occasione dello stra-indispensabile “happy hour”; è un modo di risparmiare e di bere cose migliori di quelle che ci verrebbero servite; a questo fa seguito un altro accorgimento: il funerale low cos; viene suggerito un modo pratico e poco costoso – bara in cartone e sepoltura in giardino – ma questo non è consentito in Italia ed allora il nostro amico opta per la cremazione, sistema sicuramente meno costoso di tutti.
Un altro “argomento” riguarda l’editoria di Sante Bagnoli, fondatore della Jaca Book, specializzata in testi “scomodi”, da Don Giussani a Soyinka, dall’est europeo all’Africa: è stata la prima casa editrici a pubblicare le riviste clandestine dell’Unione Sovietica (i “Samisdat” insieme ad autori del calibro di Solgenitsin).
Di tutta la massa di argomenti che la Jaca Book ha proposto dagli anni ’60 ad oggi, mi piace estrapolarne uno e proporlo con alcune mie considerazioni: “Francia, Germania e Italia hanno creato un neocolonialismo basato sull’industria del sesso e sull’acquisto di terre destinate alla produzione di carburante biologico”; per Bagnoli l’industrializzazione agricola è il terzo totalitarismo del novecento – dopo il Nazismo e lo Stalinismo – in quanto trasforma dei contadini in braccianti a salario instabile; “nella povertà l’uomo inventa, ma nella miseria perde totalmente la propria identità culturale e smarrisce se stesso”: questo il pensiero di Bagnoli.
E aggiunge: “la crisi odierna è una crisi di sovrapproduzione; quella che stiamo vivendo come crisi finanziaria è una conseguenza e non la causa del tracollo; nei rapporti con il terzo Mondo, non esportiamo democrazia ma trattiamo con dittatori per garantirci forniture di materie prime a nostro piacimento; questa merce invade l’intero Pianeta e fa aumentare il divario tra povertà e ricchezza, anche all’interno dei Paesi ricchi”.
In pratica, quello che si intravede in questi pensieri del Bagnoli, è una sorta di omologazione dell’intero pianeta ad un unico modello economico, quello appunto che oggi propugna la famigerata “globalizzazione”; l’attuale capitalismo industriale opera, sostanzialmente, dilatando enormemente l’offerta di beni a fronte dei quali è costretto a creare dei “bisogni” che si trasferiscono in una smodata domanda.
In pratica, si “genera il bisogno” e solo dopo si produce il prodotto che si va ad imporre sui mercati; questa situazione – che potremmo definire “paranoica – impone un unico modello economico che ci porta a consumare tutti gli stessi cibi, vestirsi tutti allo stesso modo e calzare le stesse scarpe: insomma, avere una cultura unica, gli stessi valori, le stesse leggi e quindi avere un “unico uomo” valido per tutti!! Chiaro??
Il primo “suggerimento” scaturisce da un libro – tra l’altro gustoso e interessantissimo – che tratta un argomento da me citato varie volte: il superfluo; il libro s’intitola “Una vita low cost” di Marco Mengoli e indica, appunto, un modo di vivere che scarta tutto quello che non è “indispensabile” ma che l’autore non chiama mai “privazioni”.
Il primo argomento tratta del mangiare e ci mostra tutta una serie di accorgimenti per tirare avanti benissimo con gli assaggi gratuiti offerti dai supermercati; quindi, si tratta di usare gli “inventori” del superfluo per risparmiare e addirittura mangiare gratis.
E che ne dite dell’idea di portarsi dietro le bevande in occasione dello stra-indispensabile “happy hour”; è un modo di risparmiare e di bere cose migliori di quelle che ci verrebbero servite; a questo fa seguito un altro accorgimento: il funerale low cos; viene suggerito un modo pratico e poco costoso – bara in cartone e sepoltura in giardino – ma questo non è consentito in Italia ed allora il nostro amico opta per la cremazione, sistema sicuramente meno costoso di tutti.
Un altro “argomento” riguarda l’editoria di Sante Bagnoli, fondatore della Jaca Book, specializzata in testi “scomodi”, da Don Giussani a Soyinka, dall’est europeo all’Africa: è stata la prima casa editrici a pubblicare le riviste clandestine dell’Unione Sovietica (i “Samisdat” insieme ad autori del calibro di Solgenitsin).
Di tutta la massa di argomenti che la Jaca Book ha proposto dagli anni ’60 ad oggi, mi piace estrapolarne uno e proporlo con alcune mie considerazioni: “Francia, Germania e Italia hanno creato un neocolonialismo basato sull’industria del sesso e sull’acquisto di terre destinate alla produzione di carburante biologico”; per Bagnoli l’industrializzazione agricola è il terzo totalitarismo del novecento – dopo il Nazismo e lo Stalinismo – in quanto trasforma dei contadini in braccianti a salario instabile; “nella povertà l’uomo inventa, ma nella miseria perde totalmente la propria identità culturale e smarrisce se stesso”: questo il pensiero di Bagnoli.
E aggiunge: “la crisi odierna è una crisi di sovrapproduzione; quella che stiamo vivendo come crisi finanziaria è una conseguenza e non la causa del tracollo; nei rapporti con il terzo Mondo, non esportiamo democrazia ma trattiamo con dittatori per garantirci forniture di materie prime a nostro piacimento; questa merce invade l’intero Pianeta e fa aumentare il divario tra povertà e ricchezza, anche all’interno dei Paesi ricchi”.
In pratica, quello che si intravede in questi pensieri del Bagnoli, è una sorta di omologazione dell’intero pianeta ad un unico modello economico, quello appunto che oggi propugna la famigerata “globalizzazione”; l’attuale capitalismo industriale opera, sostanzialmente, dilatando enormemente l’offerta di beni a fronte dei quali è costretto a creare dei “bisogni” che si trasferiscono in una smodata domanda.
In pratica, si “genera il bisogno” e solo dopo si produce il prodotto che si va ad imporre sui mercati; questa situazione – che potremmo definire “paranoica – impone un unico modello economico che ci porta a consumare tutti gli stessi cibi, vestirsi tutti allo stesso modo e calzare le stesse scarpe: insomma, avere una cultura unica, gli stessi valori, le stesse leggi e quindi avere un “unico uomo” valido per tutti!! Chiaro??