domenica, luglio 24, 2011
SPESE FOLLI E ... ALTRO
Alla ricerca dei rivoli nei quali se ne vanno i soldi dello Stato (cioè di ognuno di noi) si vengono a scoprire delle cose di una stranezza “imbarazzante”.
La Camera dei Deputati ha “solo” 21 auto blu e quindi molti onorevoli, sono “costretti” a raggiungere il “posto di lavoro” con il proprio mezzo; ma dove lasciarlo nel marasma del traffico romano? È così che veniamo a sapere che i nostri parlamentari hanno perfino i “parcheggi blu”, acquistati dalla Camera – autentica “mamma” di tutti gli onorevoli – per la bellezza di 1/milione e 154/mila euro; tale cifra viene contabilizzata sotto la voce “sicurezza”.
Ci sarebbe poi da parlare della “ristorazione” che fa registrare una cifra complessiva di oltre 8/milioni; pensate che di questa somma fa parte anche una voce particolarissima: il controllo sui cibi. E se ci fosse qualche cibo avariato? Se la mozzarella non fosse fresca? E allora, l’Istituto Superiore di Sanità – alla modica cifra di 126/mila euro annue - fornisce il “monitoraggio” sulla qualità dei cibi serviti.
Sempre alla voce “tagli”, tutti parlano dell’abolizione delle Province, ma le norme presentate all’Aula – l’ultima poche settimane or sono – vengono regolarmente bocciate da entrambi gli schieramenti politici; il costo è di 13/miliardi, dei quali circa il 50% destinati alla voce “Affari Generali”, cioè agli stipendi, per oltre 110 poltrone da Presidente e qualche migliaia tra assessori, amministratori e consiglieri; ma la mia domanda è: come si fa a risparmiare? L’unico sistema potrebbe essere quello di “uccidere” tutti questi signori, ma mi sembra impossibile e allora, ci troveremmo comunque una pletora di ex-provinciali che andrebbero a rinfoltire le già folte schiere di altri Enti Locali e allora non si risolverebbe proprio niente!! Chiaro??
Per “fare cassa”, un paio di idee – sempre bislacche, come è mio costume – ce l’avrei e ve le dico subito: premetto che entrambe riguardano il Vaticano, ma non etichettatemi come “mangiapreti”; la prima si riferisce all’acqua che viene consumata nei Palazzi dello Stato della Città di Vaticano: una ”gola profonda”, in occasione dei recenti referendum (uno era sull’acqua) ha fatto trapelare la notizia che il consumo vaticano, per oltre 50/milioni di euro l’anno, verrebbe (il condizionale è d’obbligo) pagato dallo Stato Italiano; non comprendo il motivo di questa elargizione, ma probabilmente è colpa mia e il motivo ci sarà senz’altro.
Un’altra mia idea si riferisce al problema dell’ICI sulle proprietà vaticane sul suolo italiano (scuole, palestre, librerie, negozi, ecc.) che non viene pagato dal Vaticano, mentre gli insegnanti di religione – scelti dai Vescovi – sono a carico dell’Erario italiano; un’altra “gola profonda” (non la stessa) ha preso una calcolatrice e si è messa a fare due conti: è venuta fuori una cifra di 2/miliardi di euro che rappresenta il denaro pubblico speso annualmente in favore della Santa Sede.
Certo che il problema dell’acqua consumata dal Vaticano e pagata dallo Stato, sembra una battuta di spirito a margine dell’Angelus di alcune domeniche fa, in cui il Papa invitava la comunità internazionale a intervenire in favore della Somalia, afflitta da una grandissima siccità. Ci toccherà pagare anche quella??
Insomma, per dirla con una battuta delle mie parti “il più pulito c’ha la rogna”, laddove non mi sogno di accomunare il Papa con i Deputati, anche se le due storie finiscono nello stesso modo, cioè con un modo di vivere improntato ad una raggelante munificità e a pagare, in ogni caso, sono gli stessi sudditi, cioè noi!!
Se vi vengono in mente altre situazioni del genere, fatemelo sapere!!
La Camera dei Deputati ha “solo” 21 auto blu e quindi molti onorevoli, sono “costretti” a raggiungere il “posto di lavoro” con il proprio mezzo; ma dove lasciarlo nel marasma del traffico romano? È così che veniamo a sapere che i nostri parlamentari hanno perfino i “parcheggi blu”, acquistati dalla Camera – autentica “mamma” di tutti gli onorevoli – per la bellezza di 1/milione e 154/mila euro; tale cifra viene contabilizzata sotto la voce “sicurezza”.
Ci sarebbe poi da parlare della “ristorazione” che fa registrare una cifra complessiva di oltre 8/milioni; pensate che di questa somma fa parte anche una voce particolarissima: il controllo sui cibi. E se ci fosse qualche cibo avariato? Se la mozzarella non fosse fresca? E allora, l’Istituto Superiore di Sanità – alla modica cifra di 126/mila euro annue - fornisce il “monitoraggio” sulla qualità dei cibi serviti.
Sempre alla voce “tagli”, tutti parlano dell’abolizione delle Province, ma le norme presentate all’Aula – l’ultima poche settimane or sono – vengono regolarmente bocciate da entrambi gli schieramenti politici; il costo è di 13/miliardi, dei quali circa il 50% destinati alla voce “Affari Generali”, cioè agli stipendi, per oltre 110 poltrone da Presidente e qualche migliaia tra assessori, amministratori e consiglieri; ma la mia domanda è: come si fa a risparmiare? L’unico sistema potrebbe essere quello di “uccidere” tutti questi signori, ma mi sembra impossibile e allora, ci troveremmo comunque una pletora di ex-provinciali che andrebbero a rinfoltire le già folte schiere di altri Enti Locali e allora non si risolverebbe proprio niente!! Chiaro??
Per “fare cassa”, un paio di idee – sempre bislacche, come è mio costume – ce l’avrei e ve le dico subito: premetto che entrambe riguardano il Vaticano, ma non etichettatemi come “mangiapreti”; la prima si riferisce all’acqua che viene consumata nei Palazzi dello Stato della Città di Vaticano: una ”gola profonda”, in occasione dei recenti referendum (uno era sull’acqua) ha fatto trapelare la notizia che il consumo vaticano, per oltre 50/milioni di euro l’anno, verrebbe (il condizionale è d’obbligo) pagato dallo Stato Italiano; non comprendo il motivo di questa elargizione, ma probabilmente è colpa mia e il motivo ci sarà senz’altro.
Un’altra mia idea si riferisce al problema dell’ICI sulle proprietà vaticane sul suolo italiano (scuole, palestre, librerie, negozi, ecc.) che non viene pagato dal Vaticano, mentre gli insegnanti di religione – scelti dai Vescovi – sono a carico dell’Erario italiano; un’altra “gola profonda” (non la stessa) ha preso una calcolatrice e si è messa a fare due conti: è venuta fuori una cifra di 2/miliardi di euro che rappresenta il denaro pubblico speso annualmente in favore della Santa Sede.
Certo che il problema dell’acqua consumata dal Vaticano e pagata dallo Stato, sembra una battuta di spirito a margine dell’Angelus di alcune domeniche fa, in cui il Papa invitava la comunità internazionale a intervenire in favore della Somalia, afflitta da una grandissima siccità. Ci toccherà pagare anche quella??
Insomma, per dirla con una battuta delle mie parti “il più pulito c’ha la rogna”, laddove non mi sogno di accomunare il Papa con i Deputati, anche se le due storie finiscono nello stesso modo, cioè con un modo di vivere improntato ad una raggelante munificità e a pagare, in ogni caso, sono gli stessi sudditi, cioè noi!!
Se vi vengono in mente altre situazioni del genere, fatemelo sapere!!