martedì, luglio 26, 2011
MA QUESTO E’ PROPRIO UN MONDO DI SPRECHI?!
In questi ultimi tempi ci siamo ingegnati nella ricerca degli “sprechi” che hanno ridotto in cattivo stato il nostro bilancio; abbiamo investigato sulle colpe della politica e della pubblica amministrazione, ma non sono i soli comparti dove si hanno queste situazioni; possiamo dire che – a ben guardare – sembra che lo spreco sia un fatto ineluttabile per questa umanità; sarà vero? Io non ci credo, ma vediamo insieme!!
Tutti sanno che una gran fetta di umanità sta morendo per carenza di cibo e di acqua, eppure dobbiamo assistere ad un fortissimo spreco di generi alimentari e di risorse idriche; solo per avere un’idea dell’entità del fenomeno, una ricerca dell’Università di Bologna denuncia che nella sola Italia, il 40% di frutta, verdura e carne è giornalmente buttato nella spazzatura; in Gran Bretagna si hanno dati altrettanto allarmanti: 18/milioni di tonnellate di alimentari sono buttate ogni anno, con un costo di 10 miliardi di sterline (circa 12 miliardi di euro); in Svezia ogni famiglia spreca il 25% del cibo acquistato e nella U.E. sono 179 i chilogrammi di cibo che ogni anno ciascun cittadino europeo getta nella pattumiera.
Insomma, mentre da una parte ci commoviamo per gli appelli che il Papa, la FAO e i Commissari dell’ONU lanciano sulle condizioni dei popoli che non hanno generi di sussistenza e subito dopo aver speso qualche lacrimuccia nel vedere i poveri bambini con il pancione, indice di malnutrizione, gettiamo i nostri avanzi - che avrebbero fatto felice un paio di “affamati” del Terzo Mondo - nel bidone della nettezza.
E così l’Europa ha deciso di indire – nel prossimo 2013 – l’Anno Europeo della lotta agli sprechi alimentari e, probabilmente saranno messe in cantiere varie iniziative volte in particolare a spiegare alla gente l’anacronistica situazione di una umanità nella quale una parte muore di fame e un’altra spreca il cibo. Viva quindi l’Europa che con questa iniziativa rilancia l’antica saggezza delle nostre mamme che ci dicevano “prima di buttare il cibo ricordati che ci sono molti poveri che non ne hanno”.
A fianco dell’U.E., ci sarà sicuramente la F.A.,O. (Food and Agricolture Organization), elefantiaca e costosissima struttura che ha una sua sede a Roma, dove poche settimane or sono ha organizzato un ricevimento che avrebbe sistemato la pancia di un paio di villaggi africani; in quella occasione, la FAO ha richiamato su di se l’attenzione dei media e così è venuto a galla che la struttura è diventata una delle più grandi macchine di sprechi nella storia dell’umanità: pensate che la Fao romana occupa 4/mila dipendenti che si vanno a sommare agli 8/mila della World Food Program, anch’essa di stanza a Roma.
Queste due strutture costano all’ONU (cioè a tutti i paesi che vi fanno parte) la bellezza di 450/milioni di dollari l’anno, tutti spesi per pagare i generosi stipendi; aggiungiamo poi che i dipendenti della due Agenzie, godono di privilegi spesso superiori a quelli dei diplomatici veri e propri, ai quali i dirigenti sono equiparati.
Secondo un’inchiesta svolta negli Stati Uniti, nell’ipotesi che la FAO venisse chiusa e i suoi fondi distribuiti, (non si dice cosa ne verrebbe fatto del personale), si salverebbero almeno due milioni di persone “affamate”; ogni anno!! E dunque, se riportiamo questa cifra sui 63 anni di vita che conta l’organizzazione, scopriamo che in questo tempo si sarebbero potute salvare 75/milioni di persone; come dire che il problema della fame nel mondo avrebbe preso tutta un’altra piega!!
Ed è sintomatico che lo stesso Presidente, il senegalese Abdoulaya Wade, abbia detto chiaro e tondo che la FAO è uno scandalo e va abolita; se lo dice lui!!
Tutti sanno che una gran fetta di umanità sta morendo per carenza di cibo e di acqua, eppure dobbiamo assistere ad un fortissimo spreco di generi alimentari e di risorse idriche; solo per avere un’idea dell’entità del fenomeno, una ricerca dell’Università di Bologna denuncia che nella sola Italia, il 40% di frutta, verdura e carne è giornalmente buttato nella spazzatura; in Gran Bretagna si hanno dati altrettanto allarmanti: 18/milioni di tonnellate di alimentari sono buttate ogni anno, con un costo di 10 miliardi di sterline (circa 12 miliardi di euro); in Svezia ogni famiglia spreca il 25% del cibo acquistato e nella U.E. sono 179 i chilogrammi di cibo che ogni anno ciascun cittadino europeo getta nella pattumiera.
Insomma, mentre da una parte ci commoviamo per gli appelli che il Papa, la FAO e i Commissari dell’ONU lanciano sulle condizioni dei popoli che non hanno generi di sussistenza e subito dopo aver speso qualche lacrimuccia nel vedere i poveri bambini con il pancione, indice di malnutrizione, gettiamo i nostri avanzi - che avrebbero fatto felice un paio di “affamati” del Terzo Mondo - nel bidone della nettezza.
E così l’Europa ha deciso di indire – nel prossimo 2013 – l’Anno Europeo della lotta agli sprechi alimentari e, probabilmente saranno messe in cantiere varie iniziative volte in particolare a spiegare alla gente l’anacronistica situazione di una umanità nella quale una parte muore di fame e un’altra spreca il cibo. Viva quindi l’Europa che con questa iniziativa rilancia l’antica saggezza delle nostre mamme che ci dicevano “prima di buttare il cibo ricordati che ci sono molti poveri che non ne hanno”.
A fianco dell’U.E., ci sarà sicuramente la F.A.,O. (Food and Agricolture Organization), elefantiaca e costosissima struttura che ha una sua sede a Roma, dove poche settimane or sono ha organizzato un ricevimento che avrebbe sistemato la pancia di un paio di villaggi africani; in quella occasione, la FAO ha richiamato su di se l’attenzione dei media e così è venuto a galla che la struttura è diventata una delle più grandi macchine di sprechi nella storia dell’umanità: pensate che la Fao romana occupa 4/mila dipendenti che si vanno a sommare agli 8/mila della World Food Program, anch’essa di stanza a Roma.
Queste due strutture costano all’ONU (cioè a tutti i paesi che vi fanno parte) la bellezza di 450/milioni di dollari l’anno, tutti spesi per pagare i generosi stipendi; aggiungiamo poi che i dipendenti della due Agenzie, godono di privilegi spesso superiori a quelli dei diplomatici veri e propri, ai quali i dirigenti sono equiparati.
Secondo un’inchiesta svolta negli Stati Uniti, nell’ipotesi che la FAO venisse chiusa e i suoi fondi distribuiti, (non si dice cosa ne verrebbe fatto del personale), si salverebbero almeno due milioni di persone “affamate”; ogni anno!! E dunque, se riportiamo questa cifra sui 63 anni di vita che conta l’organizzazione, scopriamo che in questo tempo si sarebbero potute salvare 75/milioni di persone; come dire che il problema della fame nel mondo avrebbe preso tutta un’altra piega!!
Ed è sintomatico che lo stesso Presidente, il senegalese Abdoulaya Wade, abbia detto chiaro e tondo che la FAO è uno scandalo e va abolita; se lo dice lui!!