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giovedì, giugno 16, 2011

L'ASCENSORE SOCIALE 

Il termine “ascensore” viene usato dai sociologi per indicare un meccanismo antropologico che può riassumersi in questa prassi: il piccolo bottegaio o l’operaio facevano sacrifici per far studiare il figlio ma dopo c’era la ricompensa in quanto l’erede non finiva dietro il bancone a fare il commesso o dietro a una pressa di un’officina o, peggio ancora a tirare una carriola piena di calcina, ma andava a finire in un ufficio.
Tutto questo avveniva qualche decennio or sono ed erano tempi in cui i neo diplomati o laureati, appena usciti da scuola, ricevevano a casa un certo numero di lettere da parte di primarie aziende con richieste di colloquio “finalizzato ad una eventuale assunzione”: sembra una barzelletta ma è la verità!!
Con questa stramaledetta crisi, anche questo “ascensore” si è rotto e tutto è tornato a bloccarsi esattamente come negli anni cinquanta; adesso, le assunzioni avvengono con un altro “sistema”: da una recente ricerca risulta che più del 40% degli architetti sono figli di architetti e altrettanto capita per gli avvocati ed i notai e quindi possiamo dire che le famose e tanto vituperate “caste” hanno ripreso vigore e sono tornate a perpetuarsi; del resto, come dicono a Napoli, “i figli so’ piezz’e core” quindi non c’è da aspettarsi niente di diverso.
Ma se poi proseguiamo nell’analisi sociologica di questa società, assistiamo a questa situazione: se chiediamo agli “anziani” se sono contenti della loro posizione, la maggioranza vi dirà che sta meglio dei propri genitori, mentre se la stessa domanda la poniamo a coloro che hanno venti anni, vi diranno che stanno peggio di coloro che li hanno messi al mondo e che dubitano fortemente di arrivare almeno ad eguagliare le posizioni sociali dei genitori.
Sulla base di questa semplicissima analisi, possiamo trarre una conclusione: la società è tornata a chiudersi su se stessa e per effetto di ciò, chi è povero resta povero (ed in alcuni casi addirittura “più povero”) e chi è ricco sarà ricco anche nelle nuove generazioni, anzi in molti casi migliorerà le condizioni economiche dei genitori.
Se poi scaviamo ancora più a fondo in questa analisi, scopriamo che più della metà dei giovani che oggi sono senza lavoro, sono figli di operai, e quindi rappresentano l’esatta riprova della “rottura” che si è verificata nell’ascensore di cui sopra.
I sociologi affermano che tutto questo discende dall’assenza di crescita che si registra nella nostra società, condizione che spinge coloro che hanno dei privilegi a difenderli e chi ha una buona professione a tramandarla ai figli; insomma, se in alto non ci sono posti disponibili, è inutile far partire “l’ascensore” perché non trova nessuno da imbarcare; quindi, se non riparte la crescita, non riparte neppure l’ascensore.
Chiudo con un ricordo dedicato ai giovani: pochissimi di loro ricorderanno che 50 anni fa veniva costruito “il Muro di Berlino”, quello spartiacque tra due mondi che ha imperato per ben 28 anni: all’epoca i Beatles erano dei mocciosi, la TV era in bianco e nero e la 500 era il sogno proibito di moltissimi italiani.
Molti dei giovani di adesso, allora non erano ovviamente ancora nati, ma forse neppure molti genitori erano venuti alla luce; ciò significa che due generazioni hanno vissuto con “il Muro” e ci hanno lasciato una Europa che si è “unita”, una Germania superstar e – questa è bella davvero – una degli artefici del boom tedesco, l’Angela Merrkel, che è cresciuta nella Germania dell’Est e viene considerata dal settimanale Forbes “la donna più potente del mondo”.
Conoscere il passato per costruire il futuro: è proprio quello che ci vuole!!

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