mercoledì, giugno 08, 2011
ALTRO GIRO DI VALZER IN EUROPA
Un altro Paese europeo ha risentito “politicamente” della crisi finanziaria che ha travagliato il mondo intero ed ha “cambiato cavallo” nel senso che da un lunghissimo periodo di governi socialisti ha votato per la destra alla quale sono andati ben 129 seggi sui 230 del Parlamento monocamerale: sto parlando del Portogallo, nel quale le tradizioni della famosa “rivoluzione dei garofani” si sono spente sull’altare delle difficoltà economiche cui è stato chiamato a far fronte l’intero popolo portoghese.
Due parole su questa “rivoluzione” che nel 1974 pose fine al lungo regime autoritario fondato da Salazar; furono le forze armate progressiste che portarono il Paese ad avere nuovamente una democrazia rappresentativa. Per la cronaca, il termine “rivoluzione dei garofani” deriva dal gesto di una fioraia che in una piazza di Lisbona offrì un mazzo di tali fiori ai soldati “progressisti”; i fiori furono infilati nelle canne dei fucili, diventando così il simbolo della rivoluzione ed allo stesso tempo furono un segnale alle truppe governative perché non opponessero resistenza; ed infatti la rivolta fu quanto di più incruento si potesse immaginare: solo 4 vittime.
Da una rivoluzione attuata da forze armate progressiste non poteva che nascere un forte Partito Socialista e di questo ne fu Capo indiscusso Mario Soares, autentico Padre della Patria; infatti….il Paese si è già dimenticato di lui!!
Quando la pancia è vuota e lo Stato chiede ancora sacrifici, non si guarda in faccia a nessuno e si prova a cambiare cavallo; ed è così che il nuovo leader portoghese sarà Pedro Passos Coelho, che in Parlamento può contare su 129 voti e che ha quindi una solida maggioranza.
Ma per fare cosa? Per fare quello che avrebbero fatto anche gli altri: dare un grandissimo giro di vite all’economia portoghese, per onorare gli impegni presi dallo Stato con gli altri partner europei e per far questo, comincerà da un deciso taglio delle spese sociali, seguito da un blocco dei salari e da forti privatizzazioni, al fine di fare cassa ed essere in grado di restituire tutti i prestiti ricevuti dalle casse dell’Europa.
Questi quattro anni che dovrebbe durare il governo di destra, saranno necessari per dare stabilità al Paese i cui cittadini dovranno tirare ancora di più la cinghia e cosi avremo delle immagini che ci faranno sobbalzare: avvocati, impiegati, insegnanti, continueranno a frequentare la mensa dei poveri; la disoccupazione,attualmente al 21%, non si muoverà da questo tragico dato, insieme a quella giovanile, ferma al 40%.
Il grande sconfitto di queste elezioni è “il grande vecchio” Mario Soares, il fondatore del PS che il 25 aprile del 1974 tornò dall’esilio e prese il comando del nuovo Portogallo; il suo commento ai risultati è stato semplicemente lapidario: “il peggio verrà ora”.
Comunque si voglia rigirare, la situazione portoghese è drammatica: il Paese è in ginocchio e, soprattutto, non ha neppure delle speranze che la situazione possa cambiare; di questo ne è riprova il dato dei non votanti che è schizzato all’astronomica cifra – per il Portogallo – del 42%.
Del resto, essere debitori nel confronti di FMI e UE di ben 78/miliardi di euro, non credo che sia la medicina migliore per riacquistare il sorriso ed infatti, la terapia che il nuovo governo proporrà al Paese è guidata soprattutto dai “creditori” che esigono” un forte contenimento delle spese non produttive.
Purtroppo è da aspettarsi numerosi scioperi e manifestazioni – anche violente – da parte di coloro che stanno vivendo in una situazione di “quasi povertà”; non è, ancora, il nostro caso, ma intanto guardiamo cosa fanno gli altri!! Chiaro??
Due parole su questa “rivoluzione” che nel 1974 pose fine al lungo regime autoritario fondato da Salazar; furono le forze armate progressiste che portarono il Paese ad avere nuovamente una democrazia rappresentativa. Per la cronaca, il termine “rivoluzione dei garofani” deriva dal gesto di una fioraia che in una piazza di Lisbona offrì un mazzo di tali fiori ai soldati “progressisti”; i fiori furono infilati nelle canne dei fucili, diventando così il simbolo della rivoluzione ed allo stesso tempo furono un segnale alle truppe governative perché non opponessero resistenza; ed infatti la rivolta fu quanto di più incruento si potesse immaginare: solo 4 vittime.
Da una rivoluzione attuata da forze armate progressiste non poteva che nascere un forte Partito Socialista e di questo ne fu Capo indiscusso Mario Soares, autentico Padre della Patria; infatti….il Paese si è già dimenticato di lui!!
Quando la pancia è vuota e lo Stato chiede ancora sacrifici, non si guarda in faccia a nessuno e si prova a cambiare cavallo; ed è così che il nuovo leader portoghese sarà Pedro Passos Coelho, che in Parlamento può contare su 129 voti e che ha quindi una solida maggioranza.
Ma per fare cosa? Per fare quello che avrebbero fatto anche gli altri: dare un grandissimo giro di vite all’economia portoghese, per onorare gli impegni presi dallo Stato con gli altri partner europei e per far questo, comincerà da un deciso taglio delle spese sociali, seguito da un blocco dei salari e da forti privatizzazioni, al fine di fare cassa ed essere in grado di restituire tutti i prestiti ricevuti dalle casse dell’Europa.
Questi quattro anni che dovrebbe durare il governo di destra, saranno necessari per dare stabilità al Paese i cui cittadini dovranno tirare ancora di più la cinghia e cosi avremo delle immagini che ci faranno sobbalzare: avvocati, impiegati, insegnanti, continueranno a frequentare la mensa dei poveri; la disoccupazione,attualmente al 21%, non si muoverà da questo tragico dato, insieme a quella giovanile, ferma al 40%.
Il grande sconfitto di queste elezioni è “il grande vecchio” Mario Soares, il fondatore del PS che il 25 aprile del 1974 tornò dall’esilio e prese il comando del nuovo Portogallo; il suo commento ai risultati è stato semplicemente lapidario: “il peggio verrà ora”.
Comunque si voglia rigirare, la situazione portoghese è drammatica: il Paese è in ginocchio e, soprattutto, non ha neppure delle speranze che la situazione possa cambiare; di questo ne è riprova il dato dei non votanti che è schizzato all’astronomica cifra – per il Portogallo – del 42%.
Del resto, essere debitori nel confronti di FMI e UE di ben 78/miliardi di euro, non credo che sia la medicina migliore per riacquistare il sorriso ed infatti, la terapia che il nuovo governo proporrà al Paese è guidata soprattutto dai “creditori” che esigono” un forte contenimento delle spese non produttive.
Purtroppo è da aspettarsi numerosi scioperi e manifestazioni – anche violente – da parte di coloro che stanno vivendo in una situazione di “quasi povertà”; non è, ancora, il nostro caso, ma intanto guardiamo cosa fanno gli altri!! Chiaro??