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martedì, maggio 31, 2011

DOPO I BALLOTTAGGI 

Chiamiamolo “disastro”, chiamiamolo “valanga di voti contro Berlusconi”, ma in ogni modo si voglia definire, il risultato di Milano, ma forse ancora di più quello di Napoli e quelli di Trieste e Cagliari, mandano un messaggio chiarissimo a Palazzo Chigi: insieme ad un voto compatto dell’elettorato di sinistra, il Cavaliere ha dovuto subire anche un pollice verso da parte di una grossa fetta del suo elettorato e questo – a mio giudizio – sposta il domani politico dai risultati delle amministrative ad una riflessione sul futuro del governo attuale. Il primo commento che gli sconfitti faranno sarà: sono voti in libertà, come è avvenuto varie volte in passato, voti che si sono svincolati dai problemi stringenti e che sono confluiti nell’opposizione; ma non basta!!
Il secondo commento è che una parte di “colpa” di questi risultati è la situazione di crisi a livello mondiale che si è riflessa sui governi che l’hanno gestita, l’ultimo – prima di Berlusconi – è stato il socialista Zapatero che ha avuto in Spagna una batosta simile a quella del centro destra italiano; ed altrettanto sta accadendo alla Merkel e, prima di tutti, all’inglese Brown; in sostanza, in tutta l’Europa c’è stato un grandissimo giro di valzer, dato che la gente ha rimproverato agli uomini politici al governo i danni delle “strette” che sono state compiute per adeguarsi all’Europa; e quindi, ai socialisti si sono susseguiti i conservatori e dove c’erano i conservatori sono andati i socialisti.
Ho sentito un discorso di Vendola, precipitatosi a Milano a congratularsi con Pisapia, in cui si sono sprecate le frasi “fatte”, sul tipo che adesso “dobbiamo abbracciare tutti i rom” e inneggiare alle costruzioni di tutte le Moschee che i musulmani vorranno avere a Milano; se sono frasi “in libertà” va bene, ma se continueranno su questo tono, i milanesi credo che prenderanno cappello al più presto!!
Se poi vogliamo tornare ai risultati “matematici”, diciamo che il primo sconfitto che mi viene in mente – ovviamente dopo Berlusconi – è Bossi e la Lega Nord, in quanto hanno perduto un sacco di voti e sarà interessante esaminare i perché di questo abbandono dell’elettorato leghista e dove è confluito. E mi chiedo: se i leghisti “duri e puri” non si sentissero più rappresentati da Bossi (e neppure ovviamente da Berlusconi), cosa avviene? Prendono il fucile come Bossi ha anticipato varie volte?
Due parole sul PD; se l’obiettivo era quello di sloggiare le giunte di centro-destra allora diciamo che è stato raggiunto, ma sotto il profilo numerico e partitico, il PD non può certo presentarsi come vincitore, dato che ne Pisapia (a Milano) e neppure De Magistris (a Napoli), rappresentano il PD il quale ha ricevuto molti meno voti della precedente consultazione. Sembra che si sia ripetuto quanto ebbe ad accadere ai tempi di Prodi, quando il professore riuscì a mettere “sotto l’Ulivo” tutta una serie di partiti dell’estrema sinistra e con questa operazione sfrattò il Cavaliere; il seguito non fu entusiasmante, ma questa volta possiamo sperare che vada meglio!!
I primi commenti dello sconfitto (Berlusconi) sono stati tipici di “uno” che non si aspettava questa batosta: anzitutto ha ammesso la sconfitta (e questo è già qualcosa per uno che è abituato a negare anche l’evidenza) e subito dopo ha annunciato che, d’accordo con l’amico Bossi, “andrà avanti” con le riforme e quant’altro riuscirà a fare.
Non credo che le cose siano così semplici; al Pdl mi sembra che manchino prima di tutto le idee sul cosa fare e poi c’è da considerare il “fuggi fuggi” che segue sempre la sconfitta di un leader, cosicché una bella mattina il Cavaliere rischia di non ritrovarsi più una maggioranza in Parlamento; e allora? Elezioni o governo tecnico? Vedremo!!
I politici comunque faranno quello che è meglio per loro; e basta!!

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