giovedì, maggio 19, 2011
CAVALIERE, E’ ANDATA MALE!!
Le forze politiche – in particolare Berlusconi – avevano assegnato alle consultazioni amministrative una altissima valenza politica e quindi, chi adesso ha perso, dovrebbe trarne le conclusioni; va bene che ci sono i ballottaggi ma questa consultazione ha comunque detto che un certo numero di italiani (circa 13/milioni) sarebbero per cambiare i musicisti, ma soprattutto la musica che viene suonata.
Prima di entrare nei dati dei singoli partiti, “sistemiamo” il cavaliere: le sue preferenze a Milano, sono passate da 52.577 del 2006 alle 27.972 attuali, con un calo di quasi il 50%: se vogliamo chiamarlo con un nome corretto direi di usare “tracollo”.
Alcuni risultati, sia pure in controtendenza, inviterebbero ad usare prudenza, perché in questa consultazione si è andati con varie situazioni elettorali – locali – e quindi non è semplice fare delle comparazioni; comunque, i due “vincitori” di questa tornata sono stati – a mio giudizio – Pisapia a Milano (al ballottaggio con la Moratti) e De Magistris a Napoli (al ballottaggio con Lettieri); voglio dire che entrambi non hanno ancora vinto, ma hanno ribaltato una situazione che li dava per sconfitti nettamente.
Se poi vogliamo esaminare le situazioni che si stanno creando nei partiti di riferimento, è logico che ci siano delle difficoltà: a Milano Pisapia “non può rappresentare il PD così come lo conosciamo” e deve quindi appoggiarsi ad altri raggruppamenti, ed allo stesso modo, De Magistris a Napoli rappresenta solo l’Idv e la Federazione delle sinistre, senza cioè il PD: ipotizzare quello che avverrà per i ballottaggi non è facile, ma credo che prevarrà la volontà di potere dei partiti alla faccia delle ideologie.
Alcuni maggiorenti del centro-destra hanno lanciato un concetto che sembra “assurdo” ma, se visto nella sua realtà italiana, non lo è: “la frammentazione del voto,con vari partiti che compartecipano alla vittoria o alla sconfitta, allunga la legislatura”; le motivazioni addotte sono che da una parte il centro destra ha poco interesse a sfidare a breve l’avversario politico dopo i risultati attuali e il centro sinistra vince solo con una alleanza con vari partiti che – come ai tempi di Prodi – si distinguono per la disomogeneità ideologica e politica.
All’interno delle coalizioni, al di là della sconfitta politica di Berlusconi, c’è da registrare il cattivo risultato della Lega che, nei comuni al di sopra di 15.000 abitanti, avrebbe preso soltanto il 5,22%, ben poco rispetto alle aspettative. Adesso, tutti sono alla ricerca dei “toni” da usare nella mini-campagna per i ballottaggi: certamente le “forzature” fatte da Berlusconi, in particolare a Milano, non hanno pagato; forse la gente avrebbe gradito un maggiore riferimento ai problemi che travagliano l’Italia.
Sempre con riferimento ai Comuni con più di 15.000 abitanti, il PDL avrebbe preso il 26% dei voti, il PD il 21, l’UDC poco più del 5%, l’Fli (neo partito di Fini alla prima prova elettorale) l’1,35% e l’API di Rutelli lo 0,76%; da questi dati emerge che il cosiddetto “terzo polo” non arriva al 7%. In particolare il partito di Fini è rimasto molto scontento dei risultati e tra i suoi maggiorenti, oltre alla delusione, comincia a serpeggiare la voglia di appoggiare il centro-destra nei prossimi ballottaggi.
Insomma, diciamo che salvo ulteriori scossoni derivanti dai ballottaggi, il futuro politico del Governo non è a rischio – almeno a breve termine – ma un “chiarimento” tra Lega e PDL è indispensabile e quindi Bossi e Berlusconi si debbono guardare in faccia e “trovare la quadra”, come ama dire il Senatur; dalla parte opposta, Pisapia e De Magistris lanceranno probabilmente un’OPA nei confronti rispettivamente del PD e dell’Idv, con buone possibilità di successo!! Staremo a vedere!!
Prima di entrare nei dati dei singoli partiti, “sistemiamo” il cavaliere: le sue preferenze a Milano, sono passate da 52.577 del 2006 alle 27.972 attuali, con un calo di quasi il 50%: se vogliamo chiamarlo con un nome corretto direi di usare “tracollo”.
Alcuni risultati, sia pure in controtendenza, inviterebbero ad usare prudenza, perché in questa consultazione si è andati con varie situazioni elettorali – locali – e quindi non è semplice fare delle comparazioni; comunque, i due “vincitori” di questa tornata sono stati – a mio giudizio – Pisapia a Milano (al ballottaggio con la Moratti) e De Magistris a Napoli (al ballottaggio con Lettieri); voglio dire che entrambi non hanno ancora vinto, ma hanno ribaltato una situazione che li dava per sconfitti nettamente.
Se poi vogliamo esaminare le situazioni che si stanno creando nei partiti di riferimento, è logico che ci siano delle difficoltà: a Milano Pisapia “non può rappresentare il PD così come lo conosciamo” e deve quindi appoggiarsi ad altri raggruppamenti, ed allo stesso modo, De Magistris a Napoli rappresenta solo l’Idv e la Federazione delle sinistre, senza cioè il PD: ipotizzare quello che avverrà per i ballottaggi non è facile, ma credo che prevarrà la volontà di potere dei partiti alla faccia delle ideologie.
Alcuni maggiorenti del centro-destra hanno lanciato un concetto che sembra “assurdo” ma, se visto nella sua realtà italiana, non lo è: “la frammentazione del voto,con vari partiti che compartecipano alla vittoria o alla sconfitta, allunga la legislatura”; le motivazioni addotte sono che da una parte il centro destra ha poco interesse a sfidare a breve l’avversario politico dopo i risultati attuali e il centro sinistra vince solo con una alleanza con vari partiti che – come ai tempi di Prodi – si distinguono per la disomogeneità ideologica e politica.
All’interno delle coalizioni, al di là della sconfitta politica di Berlusconi, c’è da registrare il cattivo risultato della Lega che, nei comuni al di sopra di 15.000 abitanti, avrebbe preso soltanto il 5,22%, ben poco rispetto alle aspettative. Adesso, tutti sono alla ricerca dei “toni” da usare nella mini-campagna per i ballottaggi: certamente le “forzature” fatte da Berlusconi, in particolare a Milano, non hanno pagato; forse la gente avrebbe gradito un maggiore riferimento ai problemi che travagliano l’Italia.
Sempre con riferimento ai Comuni con più di 15.000 abitanti, il PDL avrebbe preso il 26% dei voti, il PD il 21, l’UDC poco più del 5%, l’Fli (neo partito di Fini alla prima prova elettorale) l’1,35% e l’API di Rutelli lo 0,76%; da questi dati emerge che il cosiddetto “terzo polo” non arriva al 7%. In particolare il partito di Fini è rimasto molto scontento dei risultati e tra i suoi maggiorenti, oltre alla delusione, comincia a serpeggiare la voglia di appoggiare il centro-destra nei prossimi ballottaggi.
Insomma, diciamo che salvo ulteriori scossoni derivanti dai ballottaggi, il futuro politico del Governo non è a rischio – almeno a breve termine – ma un “chiarimento” tra Lega e PDL è indispensabile e quindi Bossi e Berlusconi si debbono guardare in faccia e “trovare la quadra”, come ama dire il Senatur; dalla parte opposta, Pisapia e De Magistris lanceranno probabilmente un’OPA nei confronti rispettivamente del PD e dell’Idv, con buone possibilità di successo!! Staremo a vedere!!