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giovedì, aprile 07, 2011

METTERE D'ACCORDO LA GIUSTIZIA E LA GENTE 

Siamo nella provincia bresciana e Mauro Palella, napoletano trapiantato al Nord, è una Guardia giurata in servizio presso una Banca che viene rapinata da tre individui che riescono a scappare a bordo dell’auto nella quale li aspettava “il palo”; il nostro Mauro, insegue a piedi i tre che avevano rubato 10.300 euro e intima di fermarsi, ma l’auto continua la sua corsa ed uno dei banditi gli mostra un taglierino; la guardia esplode l’intero caricatore della sua Beretta bifilare modello 92 contro l’auto: è a circa tre metri dalla macchina e, a parte due colpi che centrano la ruota ed un furgoncino di un ristorante, gli altri si conficcano nel lunotto e nel cofano dell’auto dei rapinatori, uccidendo sul colpo due dei tre banditi mentre il terzo riesce ad uscire dall’auto ed a rifugiarsi nella bottega di un calzolaio, dove ruba una bicicletta e cerca di fuggire, ma viene catturato quasi subito dai Carabinieri accorsi al rumore degli spari.
La guardia porterà una giustificazione che suona pressappoco così: “l’auto andava in retromarcia ed ho pensato che volessero investirmi”; di diverso avviso il magistrato incaricato delle indagini: “la sequenza di bossoli ha fatto pensare ad una progressione nello spazio e non a una legittima difesa e neppure ad una contestualità; i colpi non sono stati sparati dalla stessa posizione ma avanzando”.
Sulla scorta di queste prime indagini, il PM ha arrestato la Guardia giurata accusandolo di “omicidio volontario”, escludendo quindi la legittima difesa; qualche considerazione: ovviamente non c’è legittima difesa, in quanto i banditi tiravano a scappare, dopo la rapina; si tratta caso mai di stabilire se la Guardia aveva volontà di uccidere o solo di fermare l’auto per recuperare il bottino (ripeto: poco più di 10.000 euro).
Su quest’ultimo quesito è difficile pronunciarsi, perché bisognerebbe entrare nel cervello dell’autore della sparatoria, ma una cosa è certa: se questo signore è stato messo a guardia della Banca con una pistola alla cintura, non può limitarsi a difendersi, ma deve anche difendere la Banca; questo mi sembra naturale, altrimenti tanto varrebbe non mettere un uomo in carne ed ossa ma solo una effige di cartone.
Insomma, la funzione delle Guardie che vigilano agli ingressi delle Banche è di semplice deterrenza oppure è concesso loro anche di intervenire per cercare di sventare la rapina; ovvio che in questo caso non è legittima difesa, perché nessuno stava attentando alla vita del vigilante.
Questa la dichiarazione del PM: “gli elementi fin qui acquisiti impongono la qualificazione giuridica del duplice omicidio volontario con esclusione degli esimenti della legittima difesa e dell’uso legittimo delle armi”; insomma, la guardia doveva solo Assistere alla fuga dei banditi, senza fare nient’altro!! O sbaglio??
Naturalmente, la maggioranza della gente che soffre di insicurezza sempre più diffusa, non ha dubbi e sta dalla parte della Guardia giurata e si chiede perché ogni volta che “i cattivi” muoiono “i buoni” finiscono nei guai: di questo passo, nessuno si metterà più nel mezzo e “i cattivi” avranno campo libero in tutto.
Ma è giusto ragionare così? Forse no, ma è comunque comprensibile che in una società sempre più violenta, la gente si schieri dalla parte di coloro che la difendono, a costo anche della propria vita in moltissimi casi.
Comunque, non dimentichiamoci che tutti gli atti e le sentenze che escono dalla Magistratura, portano sempre la dicitura “in nome del popolo italiano”: chiaro che questo non può significare una “popolarizzazione” della giustizia, ma qualcosa deve pur significare; e se non vuol dire niente, allora togliamolo e basta!!

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