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lunedì, marzo 28, 2011

UN’OCCHIATA AL MONDO DELLA GIUSTIZIA 

Lasciamo stare la riforma della giustizia che è continuamente nominata sulla stampa anche se pochissimi ne conoscono i contenuti; lasciamo stare i processi al nostro premier, in quanto la cosa non mi appassiona e tutti coloro che mi leggono sanno bene quale sia la mia posizione; e allora di cosa parliamo, in merito alla “giustizia”?
Vi ricordate l’ex PM Luigi de Magistris, in servizio prima a Catanzaro e poi a Napoli? Ebbene, nella prima città, mise in piedi una mostruosa inchiesta (come numero di pagine del faldone: sembra oltre 20.000) denominata toghe lucane, nella quale veniva ipotizzato un “accordo criminoso” tra politici, magistrati e imprenditori; nel2008, il de Magistris conclude l’inchiesta e, quando è pronto per fare le richieste di rinvio a giudizio nei confronti di oltre 30 persone, viene trasferito a Napoli e, da lì, spicca il volo verso il Parlamento Europeo dove viene eletto deputato nella lista IdV (Di Pietro).
Il PM che ha preso il posto di de Magistris – tale Vincenzo Capomolla - nel 2010 ha portato il malloppo al GIP di Catanzaro, tale Maria Rosaria di Girolamo e si è visto respingere l’intero impianto accusatorio in quanto “non esiste un qualunque accordo criminoso” e quindi il caso è stato “archiviato”.
Tutto bene, allora! In effetti, la vicenda si sarebbe conclusa nel migliore dei modi, se non si tenesse conto dei trenta personaggi implicati nel caso e “sputtanati” in città, nella Regione e, alcuni di loro, a livello nazionale; chi sono? È presto detto: il più noto è Filippo Bubbico (PD), già sottosegretario nel governo Prodi, seguito dall’ex senatore AN, Nicola Bubbico, ex membro del CSM e ben cinque magistrati, tra cui il Procuratore Generale di Potenza e altre figure che definiremo “minori”, ma che sono comunque personaggi importanti, oltre ad una serie di imprenditori accusati di essere i beneficiari di questo accordo criminoso.
Molti dei trenta personaggi che solo dopo sette o otto anni dall’inizio della storia si vedono assolti pienamente, dopo aver tirato il classico sospiro di sollievo, ripensano a tutto il male che hanno subito, alle carriere troncate da queste “invenzioni”, dalle famiglie distrutte dal dolore e potrei continuare; e dopo ciò, pensano tutti a fare causa allo Stato per ricevere dei congrui indennizzi che, almeno sul piano economico, li ripaghino da tante sofferenze.
Ebbene, a questo proposito, vi riporto una dichiarazione di questi giorni: “se i magistrati sbagliano, devo essere libero di dirlo; e non possiamo accettare qualsiasi cosa, altrimenti diventiamo complici; dobbiamo cambiare il funzionamento della giustizia; se sbagliano è naturale che paghino di tasca loro e non che ci sia lo Stato a coprire i loro errori”. Di chi sarà questa dichiarazione? Facile, direte voi, si tratta sicuramente di Berlusconi, quello che più di tutti ce l’ha con i magistrati; e invece, cari amici, chi ha risposto così ha sbagliato; la dichiarazione è di Sarkozy, il Presidente francese che è anch’esso alle prese con la magistratura transalpina; e pensare che – la Costituzione francese – mette i PM sostanzialmente sotto il controllo del Ministero delle Giustizia e quindi del potere esecutivo.
E chiudo con una cosa che sembra una battuta ma è la verità: a proposito della nostra giustizia “lumaca”, forse siamo in presenza di un record: un incidente stradale nel quale un giovane (allora) signore perse la moglie, è andato a sentenza in questi giorni, esattamente 41 anni dopo l’evento: la Cassazione ha disposto un rimborso per il coniuge di 22 milioni di vecchie lire e per la figlia, rimasta orfana di madre a quattro anni, 250 milioni, sempre di vecchie lire. Bella figura!!

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