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martedì, marzo 15, 2011

POSSIAMO CONSOLARCI? 

Due tra le Nazioni meglio attrezzate sotto il profilo organizzativo; due tra i Paesi che molte volte hanno stigmatizzato le nostre inefficienze e la nostra burocrazia; insomma, due tra i meglio organizzati Governi e soprattutto, con una opinione pubblica che sta dietro a quello che la dirigenza statale mette in piedi.
Dove voglio arrivare con queste premesse? Vorrei citare un paio di casi accaduti in questi giorni, che ci fanno ridimensionare questi grandi Paesi e che ci fanno esclamare “allora capitano anche a voi”; alludo al Giappone ed alla Francia, ma sia chiaro che non dobbiamo attaccarci all’inefficienza altrui per scusare la nostra, però, una piccola soddisfazione ogni tanto è bene prendersela.
Ed ecco i due eventi che conducono anche queste grandi Nazioni tra quelle “come noi”: il primo si sta svolgendo in Giappone in queste ore e chissà quanto ancora durerà. Accanto ai danni provocati direttamente dal terremoto (pochissimi, nonostante sia stato uno dei più forti della storia della sismologia) ci sono stati anche quelli provocati dallo tsunami (molto più pesanti); ma a fianco di questi (secondi solo per le vittime che al momento non ce ne sono, ma la paura per il futuro è tanta) dobbiamo considerare il problema delle centrali nucleari che, in Giappone, raggiungono la ragguardevole cifra di 55 e delle radiazioni in caso di incidente ai reattori.
Ovviamente sono state tutte progettate e realizzate tenendo conto della forza di un eventuale sisma, ma sulla sicurezza delle centrali sembra che ci siano dei problemi: alcuni dati sulla sicurezza sembrano essere stati falsificati più volte e inoltre, alcuni allarmi sulla cattiva gestione dei controlli non sono stati presi nella dovuta considerazione; un solo esempio: ad un controllo l’azienda addetta – la Hitachi – avrebbe immesso aria in modo da bilanciare le eventuali perdite che si aspettava sarebbero state rilevate nel controllo sulla impermeabilità del supercontenitore.
Inoltre, nel reattore di Fukushima, i suggerimenti dei tecnici nucleari americani suggerirono un “esame ultrasonico” urgente ma la Direzione dello stabilimento affermò che tale intervento non era necessario.
Insomma, si può rilevare che in molti casi si è avuto quel “lassismo” che esiste da noi e che “gli altri” ci rimproverano continuamente; provocherà dei guai seri (morti e altro)? Speriamo di no, ma in caso contrario le polemiche monterebbero ancora di più: proprio come avviene da noi.
La seconda vicenda che ci porta alla pari degli altri, si è svolta in Francia e tocca il comparto della Giustizia: da noi, anche senza le pendenze di Berlusconi, siamo un po’ tutti concordi che le azioni della giustizia sono troppo lunghe e che in questo lasso di tempo, il malcapitato che cade in questo gorgo, ne esce con le ossa rotte, specie quando poi, alla fine, risulta innocente.
Ebbene, nella vicina Francia, dai cugini francesi che non perdono occasione per guardarci dall’alto in basso, è capitato un caso giudiziario che è durato la bellezza di 63 (sessantatre) anni: alcuni minatori, licenziati dalla loro azienda nel 1948, impugnarono il licenziamento e chiesero il reintegro nel loro posto di lavoro; dopo, soltanto, 63 anni la Corte d’Appello di Versailles ha dato ragione ai minatori fissando, in mancanza della possibilità dei reintegro, un risarcimento di 30/mila euro per ciascun soggetto ancora in vita o per gli eredi. Che ne dite, ce ne hanno messo di tempo prima di “decidere” i signori giudici!! E ricordiamo che una giustizia così in ritardo è come una “giustizia negata”: specie per quelli (la maggioranza) che nel frattempo sono morti.

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