mercoledì, febbraio 09, 2011
STORIE DI ORDINARIA FOLLIA
Che poi, a ben guardare, il titolo non è affatto sintomatico della vicenda, perché in quello che sto per raccontarvi non c’è nessun folle (e quindi nessuna follia), ma soltanto menefreghismo dei nostri amministratori e spreco di denaro pubblico, nonché la conferma che siamo veramente dei “sudditi” che ancora non sono approdati alla conquista di nessun potere e veniamo schiacciati dai potenti (come ci meritiamo!!).
Ma veniamo subito alla vicenda che poi sarebbe nient’altro che quello che mi è capitato ieri mattina: mi accorgo che la mia Carta d’identità sta per scadere tra una settimana e così mi reco ad uno dei “punti” messi in piedi dal Comune in ogni Quartiere per “facilitare” al cittadino le operazioni anagrafiche; bene, mi ritrovo in una stanzetta di scarse dimensioni, piena di cittadini (o meglio sudditi) che avevano uno spazio vitale di poco più dei propri piedi: insomma non c’era modo di muoversi, di chiedere qualcosa.
Ho pensato che doveva essere un giorno particolare e ho fatto per andarmene, visto che avevo ancora una settimana di validità nel mio documento; l’ho detto ad un mio “vicino”, il quale mi ha detto che questa ressa era una cosa normale e che all’indomani sarebbe stata la stessa storia. Sono “scivolato” tra i corpi, in modo da arrivare a capirci qualcosa della situazione che stavo vivendo: la struttura era divisa in due parti, una chiamata URP (Ufficio Relazioni con il Pubblico) che aveva ben cinque impiegate che parlavano tra loro del più e del meno e l’altra con sei postazioni computerizzate, le quali avevano solo la metà (tre) degli impiegati che mandavano avanti il servizio.
Ho chiesto il motivo per cui qualcuna tra le impiegate dell’URP non si spostava ai computer, ma mi è stato detto che non era possibile, perché erano quasi tutte “inabili” fisicamente o mentalmente. E così mi sono messo in coda, pazientemente, aspettando il mio turno, circa due ore più tardi, e così ho potuto assistere alle colazioni degli impiegati/e, all‘uscita per andare in bagno di ognuno di loro (chi più spesso, chi meno) insomma, adesso li conosco come le mie tasche e conosco anche le loro “necessità”.
Ovviamente, mentre ero in piedi ad aspettare il mio turno, scambiavo le mie impressioni con alcuni vicini “di posto”, tenendomi sempre su un tono scherzoso, perché ho ritenuto che ad arrabbiarci non ci si guadagna proprio niente; ad un certo punto ho avuto una specie di “divinazione” ed ho compreso con chiarezza il perché di questi disservizi: la nostra amministrazione, cerca di venire incontro ai suoi ”sudditi” che mal sopportano gli extra comunitari, specie quelli di colore (e ce n’erano!!)
Che c’entra direte voi? C’entra eccome! Basta che questi signori di colore, capitino in questi uffici, perché pensino subito: “chi è stato quell’imbecille che ci ha detto di andare in Italia, luogo di cultura e di grande progresso civile? Abbiamo toccato con mano invece che il livello di civiltà di questi uffici della città più bella del mondo (secondo loro) sono di gran lunga meno accoglienti di quelli che ci sono al nostro Paese; quindi, urge fare dietro-front e ritornare a casa nostra, dove si sta sicuramente meglio che qui”.
Ed ecco che il “diabolico” piano dei nostri politici per far rientrare gli straniere nei loro Paesi, si attua tranquillamente, senza nessuna violenza, ma solo facendo vedere loro che qui si sta peggio che a casa loro e questo li convince ad andarsene; furbi i nostri amministratori e soprattutto dediti alle cose che interessano i loro amministrati (sudditi).
La mia idea “bislacca” ha ricevuto il consenso di tutti i miei sfortunati compagni di “certificato” i quali si sono molto divertiti e mi hanno ringraziato caldamente.
Chiaro il concetto? Ovviamente scherzavo, ma solo nella conclusione e nell’esposizione della mia “idea bislacca”; il resto è purtroppo una triste realtà!!
Ma veniamo subito alla vicenda che poi sarebbe nient’altro che quello che mi è capitato ieri mattina: mi accorgo che la mia Carta d’identità sta per scadere tra una settimana e così mi reco ad uno dei “punti” messi in piedi dal Comune in ogni Quartiere per “facilitare” al cittadino le operazioni anagrafiche; bene, mi ritrovo in una stanzetta di scarse dimensioni, piena di cittadini (o meglio sudditi) che avevano uno spazio vitale di poco più dei propri piedi: insomma non c’era modo di muoversi, di chiedere qualcosa.
Ho pensato che doveva essere un giorno particolare e ho fatto per andarmene, visto che avevo ancora una settimana di validità nel mio documento; l’ho detto ad un mio “vicino”, il quale mi ha detto che questa ressa era una cosa normale e che all’indomani sarebbe stata la stessa storia. Sono “scivolato” tra i corpi, in modo da arrivare a capirci qualcosa della situazione che stavo vivendo: la struttura era divisa in due parti, una chiamata URP (Ufficio Relazioni con il Pubblico) che aveva ben cinque impiegate che parlavano tra loro del più e del meno e l’altra con sei postazioni computerizzate, le quali avevano solo la metà (tre) degli impiegati che mandavano avanti il servizio.
Ho chiesto il motivo per cui qualcuna tra le impiegate dell’URP non si spostava ai computer, ma mi è stato detto che non era possibile, perché erano quasi tutte “inabili” fisicamente o mentalmente. E così mi sono messo in coda, pazientemente, aspettando il mio turno, circa due ore più tardi, e così ho potuto assistere alle colazioni degli impiegati/e, all‘uscita per andare in bagno di ognuno di loro (chi più spesso, chi meno) insomma, adesso li conosco come le mie tasche e conosco anche le loro “necessità”.
Ovviamente, mentre ero in piedi ad aspettare il mio turno, scambiavo le mie impressioni con alcuni vicini “di posto”, tenendomi sempre su un tono scherzoso, perché ho ritenuto che ad arrabbiarci non ci si guadagna proprio niente; ad un certo punto ho avuto una specie di “divinazione” ed ho compreso con chiarezza il perché di questi disservizi: la nostra amministrazione, cerca di venire incontro ai suoi ”sudditi” che mal sopportano gli extra comunitari, specie quelli di colore (e ce n’erano!!)
Che c’entra direte voi? C’entra eccome! Basta che questi signori di colore, capitino in questi uffici, perché pensino subito: “chi è stato quell’imbecille che ci ha detto di andare in Italia, luogo di cultura e di grande progresso civile? Abbiamo toccato con mano invece che il livello di civiltà di questi uffici della città più bella del mondo (secondo loro) sono di gran lunga meno accoglienti di quelli che ci sono al nostro Paese; quindi, urge fare dietro-front e ritornare a casa nostra, dove si sta sicuramente meglio che qui”.
Ed ecco che il “diabolico” piano dei nostri politici per far rientrare gli straniere nei loro Paesi, si attua tranquillamente, senza nessuna violenza, ma solo facendo vedere loro che qui si sta peggio che a casa loro e questo li convince ad andarsene; furbi i nostri amministratori e soprattutto dediti alle cose che interessano i loro amministrati (sudditi).
La mia idea “bislacca” ha ricevuto il consenso di tutti i miei sfortunati compagni di “certificato” i quali si sono molto divertiti e mi hanno ringraziato caldamente.
Chiaro il concetto? Ovviamente scherzavo, ma solo nella conclusione e nell’esposizione della mia “idea bislacca”; il resto è purtroppo una triste realtà!!