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giovedì, febbraio 03, 2011

NARCISI, MALATI D’AMORE E ALTRO 

Sono due condizioni psicologiche che possono facilmente travalicare e ricadere nelle malattie, quando non addirittura nelle perversioni; la prima è il culto innaturale o patologico della propria persona che diventa – in psicanalisi – l’amore per se stesso in contrapposizione all’amore verso qualcun altro; il “malato d’amore” è invece colui che – dalla mattina alla sera – non riesce a pensare ad altro se non al bene amato, trascurando cos’ tutto ciò che lo circonda.
La prima condizione (il narcisismo) prende il nome da un personaggio della mitologia greca – di nome appunto Narciso – che era il bellissimo figlio di una ninfa e di un dio fluviale; egli si innamorò perdutamente di se stesso – o meglio della propria immagine riflessa nell’acqua – da arrivare a lasciarsi morire.
Negli ultimi anni la definizione di “narciso” è diventata più “moderna” cosicché lo descrive come una persona che ha un irrealistico senso di superiorità, accompagnato da una totale mancanza di empatia; quest’ultimo concetto è la capacità di comprendere cosa un'altra persona stia provando.
Forse possiamo archiviare il narciso con una definizione onnicomprensiva: un grandissimo menefreghista, come se ne trovano ad ogni angolo di strada, sempre più potenti e sempre più egocentrici.
Per quanto riguarda i “malati d’amore”, c’è un accostamento di una rivista americana che mi lascia perplesso: “si comportano come gli uccelli di rovo che fissano lo stesso fiore per ore ed ore, incantati dai colori e dal profumo”.
Contrasto questa immagine del malato d’amore che non sembra avere la forza di operare nella società che lo ospita; sostenere una simili tesi mi sembra un controsenso poiché a mio avviso chi è innamorato (ovviamente ripagato) vive e lavora meglio ed ha un atteggiamento positivo nei confronti del mondo intero.
In mancanza di questo sentimento – che devo ammettere essere raro – l’uomo (cioè l’essere umano) corre il rischio di diventare egoista, invidioso, incline all’odio ed alla rabbia; invece quando c’è amore – vero e sincero – si scavalca le montagne, si passa di là di ogni mare: nessuna esperienza è superiore alla sua forza.
Attenzione però di non mettere questo sentimento dolcissimo e delicatissimo insieme al piacere sessuale, perché sono due cose diverse: quest’ultima realtà – e qui vi stupirò – lascia sempre insoddisfatti, almeno parzialmente, in quanto – essendo indefinito – si ha comunque la sensazione che avrebbe potuto essere “meglio”, cosa che invece non accade con il sentimento amoroso.
Spero che coloro che leggeranno questo mio post non siano invasi da altri tipi di sentimenti, come quelli che scaturiscono da quel grandissimo bordello che è il reality “Grande Fratello”; con impagabile tempismo, anche la puntata di lunedì scorso ha fatto registrare la “solita” bestemmia in diretta; non è tanto per la bestemmia che potrebbe anche essere considerata come un “modo di esprimersi in caso d’ira profonda”, ma il problema è che tutti quelli che eseguono questa “performance” poi diventano famosi, quasi che si trattasse del superamento di una specie di esame di maturità.
E la cosa che dovrebbe ancor più farci riflettere è che la trasmissione ha fatto registrare un Auditel mostruoso: ha sbaragliato tutti gli altri programmi con un’audience di quasi 6/milioni di spettatori, pari a quasi il 25% di share (uno su quattro telespettatori era sintonizzato su quella trasmissione): che ve ne sembra??
Altro che Narciso e malato d’amore: la realtà è ben diversa!!

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