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domenica, febbraio 13, 2011

I QUATTRO BAMBINI BRUCIATI 

I quattro bambini bruciati a Roma in un campo abusivo abitato da nomadi erano degli zingari o, più precisamente, dei “rom”, una delle due etnie che, insieme a quella “sinti” rappresenta il popolo degli zingari o zigani o gitani (sono tutti nomi che sono stati attribuiti a questi nomadi nel corso dei secoli).
A causa della cittadinanza di molti di loro, gli zingari sono anche chiamati “rumeni” o “slavi”, ma è evidente l’errore che viene compiuto in quanto non c’è alcuna connessione – neppure etimologica – tra il nome “rom” e quello dello stato di Romania.
Gli zingari sembrano condividere un “karma” sfavorevole, in quanto sono quasi sempre in fuga, in quanto cacciati o rifiutati da tutto il Mondo; l’ultimo esempio è quello della Francia che poco tempo fa ha messo a punto un piano per espellere questi individui.
La prima delle diaspore per scampare all’avanzata dell’Islam, avvenne nel settecento, quando fuggirono dall’originario stato indiano del Punjab e arrivarono in Occidente, dove vennero accusati di tutti i peccati del mondo per costringerli ad andarsene.
Strano a dirsi, ma l’unica che cercò di dar loro una sistemazione fu l’Imperatrice Maria Teresa d’Austria la quale sperava di riuscire a trattarli allo stesso modo del suo popolo; ovviamente fu sconfitta in questa battaglia sulla pelle degli zingari!!
Accanto ai milioni di ebrei, anche almeno 500/mila zingari furono vittime di Hitler nel famoso olocausto che li vide soccombere alla furia nazista insieme agli omosessuali, ai dissidenti, ai malati di mente, insomma a tutti coloro che avrebbero potuto “inquinare” la purezza ariana della razza tedesca; da notare, a margine di questa vicenda, che al processo di Norimberga gli zingari non vennero ascoltati come testimoni e non ricevettero neppure un centesimo di rimborso per i danni di guerra subiti.
Ma torniamo all’”oggi” ed alla vicenda tristissima dei quattro bambini che – per l’incuria dei genitori, sia detto chiaro – sono rimasti uccisi in un rogo sviluppatosi nella baracca da loro occupata in un campo abusivo; i giornali hanno fatto la prima pagina con questa notizia e tutti hanno alzato veli di pietà nei confronti dei poveri morti.
In realtà, se andiamo a sentire quello che ne pensa il popolo minuto, quello dei Bar e dei Mercati, si nota subito che la maggioranza avrebbe “gradito” che in quel rogo, insieme ai bambini ci fossero stati anche i genitori, magari accompagnati anche dagli zii e dai nonni: questo non giustifica un’accusa generica di razzismo nei confronti degli italiani, ma solo che c’è un notevole parte del nostro popolo che non ama gli zingari.
Perché ? Perché l’immagine degli zingari è stata – ed è ancora – quello del ladro di auto, di borsette e anche di bambini, mentre le donne sono considerate delle abilissime borseggiatrici; inutile dire che anche tra loro c’è chi si comporta bene, ma il numero di queste “brave persone” è talmente esiguo (o almeno appare tale) che la gente non li incontra neppure e neppure li considera tali.
A questo proposito ho visto con i miei occhi un’intervista rilasciata da una zingara di origine romena ad una televisione nostrana, in cui – alla domanda del perché rubavano in Italia e non nella loro patria – la donna replicava che in Italia non si rischiava quasi niente sotto il profilo penale, mentre nella loro patria (la Romania) chi ruba si becca immediatamente cinque anni di galera: facile la scelta!!
A parte questi eventi di cronaca, il problema esiste e deve essere risolto con giustizia e buon senso, altrimenti si rischia una nuova cacciata e relative ritorsioni; alla gente si deve spiegare che gli zingari non sono solo “ladri”, ma loro ci devono mettere del proprio, onde costruirsi un’immagine più accattivante; chiaro il concetto!!

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