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sabato, febbraio 05, 2011

EGITTO: SARA’ UN IRAN-BIS? 

32 anni fa l’America e in particolare il suo Presidente, Carter, perse l’alleato più fidato in Medioriente: la Persia dello Scià, diventata l’Iran degli Ayatollah.
In Libano le recenti elezioni hanno installato al potere un membro di Hezbollah, la parte più fondamentalista dei musulmani; in Tunisia, il dopo-Ben Alì sta per favorire una leadership di Rached Ghannouchi, soprannominato “il Komeini tunisino”.
L’andamento della situazione egiziana sembra orientarsi per un brevissimo periodo di “transizione”, seguito subito dopo da elezioni generali che si terranno con il controllo della Lega Araba e soprattutto delle Forze Armate egiziane, autentico ago della bilancia ed unica “forza” del Paese, al momento attuale.
Il sogno liberatorio dei giovani egiziani rischia di trasformarsi in un incubo per loro e per noi occidentali che ormai avevamo catalogato l’Egitto come “uno di noi”; il fatto è che l’Egitto – come quasi tutti i paesi arabi – non ha le istituzioni civili e politiche indispensabili per la creazione di un sistema democratico-liberale.
Il Paese non ha mai avuto una tradizione di tolleranza e di rispetto per le minoranze, ma si è andati sempre alla ricerca dell’”uomo forte”, di colui che avrebbe fatto decollare l’economia dell’Egitto; ed il bello è che, almeno in parte, l’obiettivo è stato raggiunto, ma questo non è stato sufficiente per sistemare le giovani generazioni, padroni della tecnologia delle comunicazioni e quindi in grado di dialogare con tutto il Mondo.
Pertanto, l’unica opposizione “tollerata” finora è quella degli iperintegralisti “Fratelli Musulmani”, che è anche l’unica struttura organizzata e raccoglie circa il 20% della popolazione ed è tutt’altro che democratica, ma assomiglia in tutto e per tutto al palestinese Hamas: il suo profeta è Sayyid Qutb, torturato e ucciso da Mubarak, il quale prima di morire ha lasciato ai suoi seguaci una sorta di Vangelo ricolmo di odio verso tutte le civiltà che non siano islamiche; il suo islamismo è razzista, antisemita, anticristiano, insomma “alla talebana”, senza nessuna apertura verso l’esterno.
Facciamo un piccolo discorso sulla democrazia rappresentativa, quella che l’occidente sbandiera e vuole imporre come l’unico sistema per il liberalismo attuale: come ho già avuto modo di dire altre volte, questa forma di democrazia non è altro che un imbroglio, una truffa, un ingegnoso sistema per fregare la gente e soprattutto la povera gente, dopo averne ottenuto “il consenso”.
Dico questo perché i sistemi attualmente vigenti in occidente non sono altro che un metodo inventato per far vincere le minoranze organizzate, le oligarchie politiche ed economiche; questo modo di procedere, prima opprime e poi espelle: l’individuo che rifiuta di infeudarsi, di sottomettersi a umilianti assoggettamenti, di baciare le babbucce di vari colori che gli vengono presentate; e si badi bene che questo sistema di sottomissione avviene nei confronti dell’uomo libero, proprio quell’uomo che il liberalismo voleva valorizzare e che sarebbe stato il cittadino ideale di una democrazia – se fosse realmente esistita - di cui diventa invece vittima designata.
Se è vero – e Dio solo sa se è vero – che le elezioni si vincono con “minoranze organizzate” che battono “maggioranze disorganizzate”, in Egitto abbiamo un Partito (i Fratelli Musulmani) che è sicuramente organizzato e attrezzato per fare una campagna elettorale di ottimo livello; da qui a vincere il passo è breve!!
Se dovesse vincere è facile immaginare che una delle prime cose che l’Egitto farà, sarà quella di denunciare l’accordo di pace con Israele, autentica pietra miliare per la pace nella regione; e da qui in poi e difficile prevedere quel che succederà.

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