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domenica, gennaio 16, 2011

QUALCHE NOTA SUL MONDO DEL LAVORO 

All’indomani del referendum di Mirafiori – vinto dai “SI” con il 54% dei voti, ma ancora pieno di contestazioni – sembrerebbe che la vicenda dello stabilimento torinese della FIAT si possa considerare incanalata in una “normalità” che è tale soltanto se si considera il contesto del momento storico in cui stiamo vivendo.
Ed allora, cerchiamo di vedere quali situazioni si prospettano nell’immediato futuro per coloro che, purtroppo per loro, non hanno né pensione né rendite da capitali e che quindi si debbono assoggettare a lavorare; va bene, ma in quale modo si presenta il lavoro da ora in poi?
Facciamo alcune ipotesi partendo da notizie di stampa: a Bari alcuni cittadini zelanti hanno fotografato tre spazzini municipali che fanno capannello tra loro e parlano tranquillamente, senza minimamente accennare a lavorare; queste immagini vengono inviate al Sindaco il quale - invece di cestinarle come viene fatto di solito – le ha pubblicate sul suo profilo Facebook con la seguente annotazione: “se qualcuno si riconosce nelle foto, potrebbe spiegare perché chiacchierava anziché lavorare come ci aspetteremmo tutti”; non è dato sapere al momento come si evolve la faccenda e se gli interessati si sono riconosciuti ed hanno motivato le loro “chiacchiere”; ed ha fatto di più: ha invitato la cittadinanza a tenere d’occhio non solo i netturbini ma anche i vigili urbani e gli altri impiegati comunali ed inviargli le foto relative
Ma lasciamo stare i problemi di Bari e cerchiamo invece di analizzare il problema con una visuale un po’ più ampia: non appena si è avuta la notizia delle foto scattate ai tre “chiacchieroni”, la pubblica opinione – tendenzialmente contraria a impiegati e operai statali o comunque “pubblici” - ha visto nella macchina fotografica il nuovo mezzo con cui fare una sorta di piccola rivoluzione; quante volte sarà capitato ad ognuno di voi di fare una coda lunghissima in un ufficio pubblico e vedere che nello sportello vicino ci sono due o tre impiegati che parlano tranquillamente dei risultati delle partite; e quante volte ci è venuta la voglia di cercare una “testimonianza” per smascherare questi fannulloni; ebbene, adesso, con l’ausilio della macchina fotografica, è possibile denunciare le inadempienze e le marachelle di statali o comunque di dipendenti di enti pubblici.
Ma qualcuno di voi mi dirà che siamo comunque in un Paese in cui più di un terzo degli elettori vota “a sinistra” e quindi la difesa dovrebbe venire da quella parte; vi debbo disilludere, perché anche uno degli ultimi “comunisti al potere”, Fidel Castro, ha annunciato una drammatica procedura per ridimensionare il numero degli statali a Cuba: attualmente sono 1.800.000 e di questi 500.000 (quasi il 30%) sono considerati “di troppo” e quindi sono state avviate le procedure per il loro licenziamento; dopo questa operazione ne rimarranno 1.300.000, cifra che viene considerata sostenibile per il bilancio dell’isola. Ed ora vediamo che fine viene fatta fare ai 500.000 dipendenti espulsi: 150.000 saranno “eliminati definitivamente” e con questo s’intende che verranno messi a casa senza stipendio e con poca pensione; gli altri 350.000 saranno ricollocati come “lavoratori non dipendenti” e di questi, almeno 100.000 dovranno puntare ad inserirsi al più presto nelle 178 attività private previste dal sistema cubano.
Il fratello di Fidel, Raul, ha accompagnato questi provvedimenti con una frase che la dice lunga in proposito: “molti cubani confondono il socialismo con le cose gratuite e sussidiate” sottacendo che non è più tempo di regali, per nessuno!!
Fidel era l’ultima speranza che mi restava: ed ora come faccio, a chi mi rivolgo??

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