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giovedì, gennaio 06, 2011

LA VICENDA BATTISTI 

Il nostro Cesare Battisti – da non confondere con l’omonimo irredentista trentino di inizio ‘900 – è nato nel 1954 e, giovanissimo, partecipò alla costituzione dei “P.A.C. – Proletari Armati per il Comunismo” , in nome dei quali svolse varie rapire (a quei tempi si chiamavano “espropri proletari) ed azioni terroristiche nelle quali si ebbero quattro omicidi tutti imputati al Battisti ed ai suoi compagni.
Arrestato nel 1979, riuscì ad evadere nel 1981 ed a riparare inizialmente in Francia e poi in Messico a seconda degli orientamenti politici di questi Paesi e, da ultimo, in Brasile; nel frattempo veniva condannato – in contumacia - a due ergastoli.
Nel 2007, dopo che l’Italia ed il Brasile hanno firmato un trattato di estradizione, Battisti viene arrestato e da quel momento inizia la vicenda giudiziaria che interesserà la Corte Suprema brasiliana ed il Tribunale Supremo di Brasilia; il tutto si è concluso l’ultimo giorno del 2010, quando il Presidente brasiliano Lula ha emesso un suo provvedimento con cui nega l’estradizione in Italia del ricercato al quale viene concesso “asilo politico”; il tutto motivato con la considerazione che “il ritorno in Italia comporterebbe l’aggravamento della sua posizione o rischi personali”.
In Italia la notizia ha avuto l’effetto di una bomba: anzitutto c’è stato “il richiamo” del nostro ambasciatore in Brasile per consultazioni, il che - nel linguaggio diplomatico - rappresenta la prima mossa di un contenzioso tra le due Nazioni; contemporaneamente si è presentato un ricorso formale al Tribunale Supremo brasiliano ed uno alla Corte Internazionale dell’Aja; tra le righe viene fatto trapelare anche un intervento “personale” del nostro premier nei confronti della nuova Presidente brasiliana, Dilma Rousseff, ma quest’ultima mossa mi sembra senza la minima speranza, visto il rapporto esistente tra Lula e Dilma, sua delfina, che è stata appoggiata per l’elezione alla nuova carica dal presidente uscente.
Dico subito che di tutte queste “mosse” ho poca fiducia, visto il modo come i brasiliani hanno gestito la vicenda, facendola approvare da Lula proprio l’ultimo giorno di permanenza in carica e quindi rendendo impossibile un ripensamento da….chi non c’è più; inoltre, debbo aggiungere che le cointeressenze economiche tra l’Italia ed il Brasile sono tali che non meritano un litigio per un oscuro terrorista; vi basti pensare che le due maggiori Aziende italiane sono fortemente insediate in Brasile: sto parlando della FIAT che ha un grandissimo stabilimento e della Telecom che gestisce la telefonia.
Inoltre, è dell’ultimo mese del 2010, la firma di un accordo commerciale tra i due paesi che comprende cifre importantissime; inoltre è stato siglato, sempre recentemente, un accordo per la fornitura di materiale militare da parte dell’Italia, per cifre dell’ordine di alcuni miliardi di euro; c’è qualcuno che pensa che tutto questo possa essere buttato alle ortiche per litigare sulla vicenda Battisti?
È ovvio, naturale e giustissimo che i familiari delle vittime di Battisti e alcuni sopravvissuti sia pure feriti gravemente, manifestino in giro per l’Italia: hanno la mia solidarietà, ma rendiamoci tutti conto che la vicenda sta prendendo sempre più il colore dei soldi e questo snatura qualunque logica, anche quella della ragione e dei torti.
Per concludere, sembra che la stessa Carla Bruni, la “premniere dame” francese, sia intervenuta nei confronti di Lula per caldeggiare l’ospitalità brasiliana al terrorista italiano; per quale motivo l’ha fatto? Ma perché essere di sinistra fa chic – specialmente in Francia – e quindi schierarsi a fianco di un delinquente che ha ucciso quattro persone, è la cosa più “à la page” da fare; complimenti signora!

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