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lunedì, gennaio 10, 2011

COSA SUCCEDE IN EUROPA? 

Con l’entrata in Europa dell’Estonia, i paesi aderenti sono diventati 27, dei quali 17 adottano l’Euro come moneta ufficiale (il numero non è dei migliori e quindi i superstiziosi fanno bene a fare qualche scongiuro, anche volgare!!).
Tra coloro che adottano l’Euro, c’è anche la “new entry” Estonia che così porta la moneta europea all’interno dell’ex sfera di influenza sovietica; chi l’avrebbe detto una ventina di anni fa, quando ancora esisteva la famigerata “cortina di ferro”!!
L’Estonia, dopo avere abbandonato il rublo nel 1992 ed avere adottato la “corona”, è un paese che – premiata da politiche fiscali virtuose ed avvedute – vanta conti pubblici in ordine e un debito che è all’8% del Pil, il livello più basso di tutti i paesi dell’UE; con l’Estonia salgono a 331/milioni i cittadini europei che condividono la stessa moneta e a quasi 9.000/miliardi di euro il prodotto interno lordi di tutta l’area che, pertanto, per ricchezza si colloca alle spalle degli USA ma davanti a Giappone e Cina.
A livello di classifica europea, ovviamente la Germania è al primo posto: mai così tanti posti di lavoro e, quel che più conta, nessuno deve temere la povertà, perché le misure sociali vengono considerate un “dovere” dello Stato nei confronti dei propri cittadini.
L’uscita della Germania dalla crisi e la grande ripresa che sta mettendo in atto, si deve in massima parte all’export verso l’India e la Cina.
Per quanto riguarda l’interazione di quest’ultimo colosso mondiale con l’Europa, è interessante notare che la Cina ha appena sottoscritto 6/miliardi di euro di quelle famose obbligazioni emesse dall’Irlanda e che nessuno vuole, neppure per accendere il caminetto; inoltre ha investito altri 6/miliardi di euro in Paesi a rischio come la Grecia e il Portogallo; l’atteggiamento dei cinesi, lungi dal volere apparire come “i salvatori della patria”, vuole essere un concreto interessamento alle sorti di alcuni Paesi con cui la Cina intende cooperare; d’altro canto i 6/miliardi concessi all’Irlanda sono appena la metà del fabbisogno per ridare un po’ di ossigeno a quella economia, ma sono un “segnale” che la Cina sta guardando con molto interesse al panorama europeo.
L’altra notizia “europea” è che dal 1 gennaio 2011, l’Ungheria ha assunto la presidenza dell’U.E., portandosi dietro le contraddizioni di un Paese governato da una democrazia “imperfetta”; il suo premier – Viktor Orban – in sette mesi, dopo essere stato supportato da una maggioranza parlamentare egemonica, ha adottato una serie di iniziative che hanno riportato il Paese indietro negli anni: ha varato imposte retroattive con il beneplacito di una Corte Costituzionale asservita totalmente al potere politico, ha messo il bavaglio alla stampa, ha nazionalizzato i fondi delle pensioni private; insomma, tutta una serie di provvedimenti che hanno mosso addirittura la Corte Europea di Giustizia e che pertanto hanno messo in agitazione gli altri Paesi europei.
Con questo viatico, che ruolo potrà svolgere la presidenza ungherese nella U.E.? Nella migliore delle ipotesi l’Europa andrà incontro ad una prolungata paralisi, proprio mentre la sua costruzione avrebbe bisogno di spinte e non di inerzie.
A proposito dell’Ungheria, molti di noi – i meno giovani – si ricorderanno che poco più di 50 anni fa, precisamente nel 1956, subì la famosa invasione da parte dell’URSS, “corsa in aiuto” per liberarli da alcune pastoie tipo la libertà ed altri ammennicoli del genere; quelli di noi che c’erano, si ricorderanno anche che il Comitato Centrale del nostro PCI, pur con qualche distinguo, diede la sostanziale via libera a questa operazione illiberale; in quel Comitato Centrale c’erano alcuni personaggi ancora vivi e vegeti e qualcuno addirittura tuttora a posti di potere; ricchi premi a chi li individua!!

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