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mercoledì, dicembre 15, 2010

UNA DELLE MIE IDEE “BISLACCHE” 

Nella mia immensa bontà e dedizione agli altri (scherzo!!) mi è venuto in mente che i disservizi che il comune cittadino è costretto a subire dipendono da una cosa, una cosa sola, ma grossa, una cosa che cercherò di spiegare qui sotto.
Chiarisco: i pubblici amministratori – a qualunque livello essi siano – non sono direttamente colpevoli, in quanto possono invocare la mancanza della cosiddetta “conoscenza diretta” dei vari problemi, i quali, in effetti, vengono portati alla loro attenzione e diventano quindi “problemi”, ma solo perché lo sono per altre persone che, al massimo raccontano al pubblico amministratore o alla sua segreteria, le difficoltà che questi problemi generano nei confronti del comune cittadino.
Mi spiego meglio: prendiamo il traffico delle città, croce dei poveri cittadini costretti a muoversi sia per lavoro che per fare visita a parenti o amici; la loro vita è fatta di mezzi pubblici che generalmente portano ritardi mostruosi, ed una volta arrivati, si presentano come un enorme “carnaio”, in quanto contengono circa il doppio della gente prevista.
Ebbene, facciamo finta, per un momento, che i pubblici amministratori – Sindaci, Assessori, Presidenti di Province e di Regione – si comportino, in questo spaccato di vita quotidiana, come noi cittadini e quindi, al mattino per andare a raggiungere i loro scranni per pagati, usino un autobus che li porti vicino al loro ufficio; mi chiederete: e le auto blu? Le vuoi abolire? Nossignori, verranno usate solo per gli spostamenti istituzionali e non per condurli dalla loro abitazione al loro ufficio. Chiaro fino a qui??
Passiamo ora ad un altro settore della vita civile che sta particolarmente a cuore ad ogni individuo: la sanità, e facciamo un esempio concreto; il Presidente della Regione, avverte dei dolori all’addome e, dopo aver consultato il proprio medico, gli viene consigliato di fare delle analisi; come fa? Semplice, come facciamo tutti noi, cioè si mette in fila per prendere l’appuntamento e poi ripete la coda per fare l’analisi quando gli viene concesso; e non come avviene adesso, che il tutto si svolge in cliniche private nelle quali il Presidente si reca con l’auto blu e quando fa comodo a lui.
Ma andiamo avanti nel nostro esempio: dopo l’analisi, al nostro politico di rango, viene diagnosticata un’infiammazione all’appendice che necessita di un intervento, di lieve entità, ma sempre di un’operazione si tratta; ma come si fa a farsi operare? Come facciamo tutti noi, cioè ci mettiamo in fila presso la struttura sanitaria e, nel giorno che ci viene indicato, ci presentiamo per l’intervento; allo stesso modo si dovrebbe presentare il signor Presidente che – armato di pigiama e di borsa con spazzolino e rasoio elettrico – si dovrebbe presentare all’Ospedale dove dovrà subire l’operazione, fatta la quale, resterà degente per un paio di giorni, durante i quali mangerà la solita “sboba” degli altri malati e verrà trattato come uno di loro.
Invece, adesso, l’illustre personaggio, viene ricoverato in una Clinica Privata super lusso nella quale farà una degenza molto migliore di quella che normalmente ognuno di noi fa quando va in vacanza nel solito alberghetto di Rimini o di Viareggio. Spero che le differenze sui due diversi modi di approcciare un intervento chirurgico siano stati compresi appieno e valutati di conseguenza.
Ma da cosa discende questa mia volontà di rendere il personaggio illustre simile ad uno di noi? Semplice, il motivo è che fino a quando la nostra classe dirigente non si sarà resa conto di come vivono i loro “amministrati”, non potrà mettere in campo delle efficaci riforme atte a sistemare la nostra vita, almeno nei due comparti che ho sopra elencato: la mobilità cittadina e la sanità pubblica. Siete d’accordo??

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