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domenica, dicembre 19, 2010

E SULL’UNIVERSITA’? 

Mentre in Parlamento si stava discutendo e decidendo circa il futuro del governo Berlusconi, fuori dal Palazzo sono divampati disordini gravissimi che hanno provocato feriti (pochi, per la verità, visti i modi di protestare) e danni enormi alle cose (auto date alle fiamme) e ai negozi della zona (con le vetrine spaccate per mezzo di picconi branditi con violenza dai giovani dimostranti).
In questo mio post, non voglio però discutere sugli incidenti e sulla immediata scarcerazione dei pochi devastatori fermati dalla Polizia; mi interessa invece andare a vedere il nocciolo della protesta e cioè la famosa e vituperata riforma Gelmini.
E voglio cominciare dalla goliardata (e quindi spiritosa, graffiante, ma mai violenta) che si è registrata a Bergamo, dove il Ministro vive: di fronte a casa sua è stato scaricato un secchio colmo di letame, con questo documento illustrativo del gesto: “la città di Bergamo ospita nella sua roccaforte il ministro più amato da tutti gli studenti d’Italia; questa notte gli studenti bergamaschi hanno violato questa roccaforte e scaricato davanti a casa Gelmini la “naturale” reazione alla sua riforma: “enterogelmini”, la riforma che fa c…..”; sarà che mi sembra di tornare all’Università, ma questa forma di protesta è la sola che inquadro come “realmente studentesca”.
Ma torniamo alla riforma: anzitutto è bene chiarire a chi se lo fosse scordato, che l’attuale normativa porta la firma dell’ex Ministro dell’Istruzione Berlinguer e, con la formula del 3+2 ha fatto lievitare i corsi di laurea fino a livelli assurdi; per completezza d’informazione, specifico che la formula 3+2 indica l’avvento della cosiddetta “laurea breve” che si prende in soli 3 anni e può essere completata, in altri 2 anni, fino a raggiungere la “laurea normale”; spero di essere stato chiaro.
Un primo dato: con questa normativa – 10 anni fa – è cominciato il tracollo dell’Università, in particolare dei costi che sono stati portati a bilancio, generando un dissesto ormai generalizzato nei nostri atenei; basta questo dato per chiarire tutto: le matricole sono aumentate del 10% mentre i corsi di laurea sono cresciuti del 231%.
Questo ha generato un avvento pletorico di docenti che sono diventati “professori” per insegnare in corsi di laurea dai nomi “bislacchi”; questi docenti – come ogni altra categoria umana – è formata da una parte che potremmo definire eccellente, sia perché sa insegnare ma anche perché sa stimolare gli studenti a impegnarsi per studiare sempre di più e sempre meglio; poi ci sono quelli che si presentano quando vogliono (non c’è nessun controllo per i professori), che sembrano “obbligati” a stare dietro la cattedra e, quel che è peggio, appaiono completamente disinteressati di come arriva allo studente quel poco che viene insegnato.
Quindi, dato che uno degli scopi della riforma è quello di “ottimizzare”, credo che una delle cose da tagliare è quella selva di cattedre nate come funghi in soli dieci anni (ripeto:+231%); alcune di queste hanno più insegnanti che studenti!!
Ma qui si torna al nocciolo del problema: ognuno di questo “fannulloni autorizzati” ha il proprio “guardaspalle” che non è il solito gorilla, ma è un esponente politico di vario livello; ed è facendo leva su questo rapporto che si butta tutto in politica e non si riesce a fare approdare nella mente degli studenti, che almeno una parte della riforma è sacrosante; ammesso, ovviamente che poi si riesca ad ottenere questi tagli, perché non ci dimentichiamo che siamo in Italia e da noi è facilissimo chiudere una fabbrica e mettere a casa 300 operai, ma è difficile liberarsi di queste sanguisughe che sono protette da ogni parte, anche da quella giudiziaria.

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