giovedì, novembre 18, 2010
VOLTI DELLA TV
Sono tanti i volti che ci guardano dagli schermi televisivi; oltre a coloro che ci stanno per lavoro – annunciatrici presentatori, ecc. – in questi giorni ho visto tante facce segnate dalla disperazione e dalla stanchezza, indurite dal dolore e dalla rabbia mentre contemplavano il disastro alluvionale: case, botteghe, officine, aziende, capannoni, tutto sepolto dal fango, l’intero paesaggio che hanno contemplato per una vita, spazzato via da qualcosa di irrefrenabile come l’acqua mista al fango.
Mi concedo una piccola parentesi: sono di una città che in fatto di alluvioni è forse ai vertici italiani – Firenze – e, purtroppo per la mia età, nel 1966 c’ero anch’io e quindi le facce che vedo in TV le ho viste dal vivo nella mia città.
Quelle che ci riporta la televisione riguardano due disastri, uno nel sud, con la gente che aspetta – come è sempre stato costume in quelle zone – che arrivi lo Stato o chi per lui, per risolvere il problema; ovviamente le facce sono ridotte a maschere piangenti, per il dolore della perdita delle poche cose che quelle case contenevano.
L’altro disastro è quello verificatosi nel Nord-Est (zona troppo spesso fraintesa sugli schermi televisivi), specificatamente nel Veneto, con intere zone fertili e produttive distrutte dall’immane disastro: ma le facce sono quelle di gente abituata da sempre a combattere con quella terra per strapparle un po’ di benessere per loro e per le loro famiglie; gente provata dal disastro ma ancora in grado di coltivare la speranza, persone in ginocchio ma ancora capaci di lottare.
Se facciamo un sunto delle poche interviste che i giornalisti televisivi sono riusciti a strappare a quelle persone “di poche parole e di molti fatti”, abbiamo una sintesi che, grosso modo, recita così: “cosa possiamo fare se non ricominciare tutto daccapo; ma questo non ci deve spaventare!!”; un impasto di orgoglio e di testardaggine, come a volersi riappropriare di una parte – mai completamente perduta – di quella ancestrale civiltà comune.
Dei contro a queste belle facce – dure, sporche di fango ma “pulite” – si aggiravano altri volti, quelli delle autorità, degli uomini di Stato che, con i loro bizantinismi cercavano di nascondere la loro incapacità di gestire il bene pubblico; e anche in quella circostanza, mi sono apparsi come in cerca di consensi, come un inaccettabile e stucchevole comizio elettorale.
Ma se cambio canale, m’imbatto nel solito intrattenimento becero, nelle escort (con o senza famiglia) o con i partecipanti a quella grandissima stronzata che è “Il grande fratello”: giovani che andrebbero inviati a spalare fango in Campania e nel Veneto e che invece sono in bella mostra 24 ore al giorno, che mostrano le loro facce (e altro) al solo scopo di riuscire a crearsi “una posizione”; ed il bello è che ci riescono!!
Ma se per un momento riusciamo a scordarci delle escort e dei reality, possiamo ancora sperare che l’Italia sia composta da “quelle facce” e da quelle persone, sane nel corpo e nello spirito e non da quelle che ci tocca vedere in giro per il nostro Paese; e se così fosse, la speranza in un futuro migliore è possibile.
Poi è da aggiungere che nella mia città, nei giorni scorsi si è tenuto una specie di “Congresso” degli ufologi italiani, di coloro cioè che sono alla ricerca degli alieni, cioè di “quelli che provengono da altri Mondi”. E qui sorge la mia speranza: e se le escort, i politici e i ragazzi dei reality fossero in realtà degli “alieni” appena sbarcati sul nostro Paese? Due le possibilità: o ci “conquistano” oppure se ne tornano a casa!! Non sono sicuro quale sia la possibilità vincente!!
Mi concedo una piccola parentesi: sono di una città che in fatto di alluvioni è forse ai vertici italiani – Firenze – e, purtroppo per la mia età, nel 1966 c’ero anch’io e quindi le facce che vedo in TV le ho viste dal vivo nella mia città.
Quelle che ci riporta la televisione riguardano due disastri, uno nel sud, con la gente che aspetta – come è sempre stato costume in quelle zone – che arrivi lo Stato o chi per lui, per risolvere il problema; ovviamente le facce sono ridotte a maschere piangenti, per il dolore della perdita delle poche cose che quelle case contenevano.
L’altro disastro è quello verificatosi nel Nord-Est (zona troppo spesso fraintesa sugli schermi televisivi), specificatamente nel Veneto, con intere zone fertili e produttive distrutte dall’immane disastro: ma le facce sono quelle di gente abituata da sempre a combattere con quella terra per strapparle un po’ di benessere per loro e per le loro famiglie; gente provata dal disastro ma ancora in grado di coltivare la speranza, persone in ginocchio ma ancora capaci di lottare.
Se facciamo un sunto delle poche interviste che i giornalisti televisivi sono riusciti a strappare a quelle persone “di poche parole e di molti fatti”, abbiamo una sintesi che, grosso modo, recita così: “cosa possiamo fare se non ricominciare tutto daccapo; ma questo non ci deve spaventare!!”; un impasto di orgoglio e di testardaggine, come a volersi riappropriare di una parte – mai completamente perduta – di quella ancestrale civiltà comune.
Dei contro a queste belle facce – dure, sporche di fango ma “pulite” – si aggiravano altri volti, quelli delle autorità, degli uomini di Stato che, con i loro bizantinismi cercavano di nascondere la loro incapacità di gestire il bene pubblico; e anche in quella circostanza, mi sono apparsi come in cerca di consensi, come un inaccettabile e stucchevole comizio elettorale.
Ma se cambio canale, m’imbatto nel solito intrattenimento becero, nelle escort (con o senza famiglia) o con i partecipanti a quella grandissima stronzata che è “Il grande fratello”: giovani che andrebbero inviati a spalare fango in Campania e nel Veneto e che invece sono in bella mostra 24 ore al giorno, che mostrano le loro facce (e altro) al solo scopo di riuscire a crearsi “una posizione”; ed il bello è che ci riescono!!
Ma se per un momento riusciamo a scordarci delle escort e dei reality, possiamo ancora sperare che l’Italia sia composta da “quelle facce” e da quelle persone, sane nel corpo e nello spirito e non da quelle che ci tocca vedere in giro per il nostro Paese; e se così fosse, la speranza in un futuro migliore è possibile.
Poi è da aggiungere che nella mia città, nei giorni scorsi si è tenuto una specie di “Congresso” degli ufologi italiani, di coloro cioè che sono alla ricerca degli alieni, cioè di “quelli che provengono da altri Mondi”. E qui sorge la mia speranza: e se le escort, i politici e i ragazzi dei reality fossero in realtà degli “alieni” appena sbarcati sul nostro Paese? Due le possibilità: o ci “conquistano” oppure se ne tornano a casa!! Non sono sicuro quale sia la possibilità vincente!!